In attesa che si pronuncino alla Juve coloro che hanno titolo per farlo, ad esempio Giuntoli, tanto per fare un nome, abbiamo provato anche noi della redazione di Piccio News ad individuare modalità oggettive per stabilire se il più discusso e controverso allenatore di tutti i tempi (forse), al secolo Allegri, meriti un'ulteriore ultima chance nell’arco di tutta un’annata, che di ultime chance buttate alle ortiche ne aveva già avute non una, ma mille, dopo tutte quelle già concesse a lui e alla sua nutritissima corte di nani e ballerine (la famigerata stampa amica, capitanata dal duo Zazza-Caressa, di cui il guitto Livornese ha sempre beneficiato).

Le motivazioni che hanno portato, nel corso di questi due anni, gli antiallegriani a chiedere, bava alla bocca, l’esonero di Allegri sono almeno una decina, e, lungi dal pretendere di essere esaustivi nell’elencarvele, cercheremo di citare almeno quelle ritenute le più importanti, o comunque le meno sopportate da parte dei tifosi meno comprensivi nei confronti del buon Max; alcune di queste, talmente irritanti da essere paragonate - per piacevolezza - allo sfregamento delle parti intime con carta igienica opportunamente pre-trattata con polvere al peperoncino di Soverato.

La rabbia, come la fretta, si sa, sono cattive consigliere
Ed è esattamente sulla base di questa regola che in questi ultimi due anni di Allegri bis, nonostante le motivazioni per un suo allontanamento immediato non siano mai mancate, si è sempre deciso, su questo come su tutto il resto, di attendere per prendere decisioni così importanti, come si dice, di trovarsi a bocce ferme.
Ma se è vero che decisioni prese a caldo, sull'onda dell'emotività rischiano di rivelarsi inavvedute, anziché risolutive, è altrettanto vero che non decidere mai nulla per il timore di sbagliare, alla lunga può rivelarsi dannoso al pari di una scelta sbagliata.

Uno dei punti che gran parte dei tifosi non ha saputo perdonare ad Allegri è stata la scelta di puntare, spendendo soldoni, sui “tre tenori”, due dei quali (Di Maria e Paredes), se fossero rimasti al PSG, avrebbero corso il concreto rischio di non essere convocati al mondiale. Giocando alla Juve, Di Maria e Paredes hanno così potuto scongiurare la temuta mancata convocazione.

Ad essere sinceri va detto che al ritorno dai mondiali sia Di Maria che Paredes hanno saputo regalare delle prestazioni di buon livello. Ad un certo punto, però, sia Di Maria, ma soprattutto Paredes, hanno subito un'involuzione che nel caso di quest’ultimo ha comportato l'uscita completa dai radar dei convocati.
Tutto questo fino a quando il procuratore Torchia dell’Argentino con le mesh si è scagliato, insieme a Paredes stesso in un furibondo litigio contro Allegri, reo di aver deciso di non considerare più del tutto il suo assistito.
Risposta di Allegri? Quella di convocare dalla giornata successiva e fino alla fine del campionato Paredes, praticamente sempre, anche per giocare le partite scapoli contro ammogliati solitamente organizzate dai magazzinieri quando i giocatori stanchi tornano a casa per il giusto riposo.
Insomma Paredes, da non essere convocato neanche se l'alternativa alla sua convocazione fosse stata di giocare in 10, all'improvviso torna ad essere fondamentale per la Juventus, convocato in ogni circostanza, se non come titolare, comunque come alternativa sempre valida a metà del secondo tempo.
Il problema è che quel periodo di mancate convocazioni, dall’aria vagamente punitiva, aveva minato evidentemente nel morale il ragazzo, il quale ogni volta che ha avuto la possibilità di mettere in mostra le proprie qualità non lo ha più saputo fare. In compenso in lui è cominciata ad emergere, forse proprio come reazione a questa situazione, un certo nervosismo. Nelle ultime apparizioni i bookies accettavano scommesse su quale sarebbe stato il minuto di gara in cui Paredes si sarebbe fatto ammonire o espellere dall'arbitro.

Per quanto riguarda invece Di Maria, sua moglie già nota nell’ambiente per essere simpatica come una colica renale, come già fatto in altri contesti come, ad esempio, quando vivevano a Manchester e si lasciò andare ad uno sfogo: “Angel è venuto da me un giorno e ha detto: 'Guarda questa proposta del Manchester United'. Io non volevo andare, gli ho detto di andarci da solo. 'Andiamo tutti e due' è stata la sua risposta invece. Era un'offerta da un sacco di soldi, più di quanto gli spagnoli (il Real Madrid ndr) gli avevano offerto. E quindi siamo andati. Se lavori in un’azienda e qualcuno ti offre il doppio dello stipendio, corri".
E poi: “a Manchester il sole tramontava alle 16:00 pm, la gente era tutta bianca, praticamente tutti. Eravamo amici di Gianinna Maradona, moglie di Sergio Aguero, e siamo andati a Manchester per un anno. Era sempre orribile! Siamo tornati a casa e gli ho detto: 'Se mai verrai trasferito, assicurati che sia ovunque nel mondo tranne che in Inghilterra'. Non mi è piaciuto per niente… Le persone sono tutte strane. Quando andavi in giro non sapevi se ti avrebbero ucciso. Il cibo è disgustoso. Le donne sembrano di porcellana. Noi eravamo a Madrid, nella migliore squadra del mondo, cibo perfetto, clima perfetto, tutto era perfetto. E poi è arrivata la proposta dello United…. Un giorno gli ho detto: 'Tesoro, voglio uccidermi, è notte alle quattro del pomeriggio'".

Ebbene, anche adesso, in Italia, ha cominciato a esprimere sui social tutta una serie perplessità sul gioco di Allegri, definito da Lady Di Maria come propugnatore di un calcio obbrobrioso, a cui suo marito Angel non avrebbe mai potuto adattarsi.
Mettendo da parte solo per un istante il vetriolo puro che trasuda dalle dichiarazioni di Lady Di Maria, e la totale mancanza di professionalità dimostrata da Di Maria nel non saper bloccare in tempo la diffusione di tali dichiarazioni, non si può non riconoscere che il contenuto di tali dichiarazioni sia più che condiviso da parte di molti dei giocatori e di gran parte della tifoseria che vorrebbe vedere Allegri togliersi dalle scatole.

A tal proposito ricordiamo sempre il famoso episodio di Tevez che sentitosi richiamare in panchina a 5 minuti dalla fine di uno Juventus Real Madrid, dove lui stesso era stato fautore del vantaggio juventino apostrofò Allegri chiamandolo Cagon Puto. L'evidente intenzione di Allegri, a 5 minuti dalla fine dell'incontro, era quella di togliere un giocatore che avrebbe potuto costituire una minaccia per il Real Madrid per mettere tutta la squadra dietro la linea dell'area di rigore tutti a protezione del risultato.

Giocatori mai come quest'anno ipercritici nei confronti di Allegri. Giocatori, lo ribadiamo ancora una volta, scelti da lui, preferendo l'usato sicuro, anziché puntare su giovani di ottime speranze a cui Allegri ha dovuto suo malgrado, non per scelta ma per necessità, appoggiarsi, quando i tre tenori hanno cominciato a fare acqua da tutte le parti ed è quindi risultato inevitabile convocare Miretti e farlo diventare praticamente titolare inamovibile.

Per Pogba il discorso è diverso, sull’infortunio di quest'ultimo ci sarebbe molto da dire ma poco da imputare ad Allegri, visto che il polpo, fregandosene degli interessi della Juventus, ha deciso di non farsi operare, adottando una terapia conservativa, sperando così di poter recuperare in tempo per i mondiali, cosa che non è avvenuta. Per cui alla fine non ha giocato i mondiali, deprezzandosi, e non è riuscito neanche a giocare a sufficienza per dare il suo apporto alle sorti della Juventus.
Se da un punto di vista umano siamo tutti dispiaciuti perciò che è successo a Pogba, da un punto di vista di tifosi che badano anche al sodo, essi non possono certo dirsi contenti di come sia andata a finire, e va detto che se domani dovesse arrivare una offerta che non sia a base di legumi, ma di denaro sonante, la Juve non penso avrebbe grosse remore a privarsi di un contributo che in sostanza non c'è mai stato.

Di Maria, come detto, qualche bella partita, qualche bella giocata l’ha regalata, ma la scintilla dell'amore con Allegri non è mai scoccata e non essere riuscito a sfruttare al meglio le qualità di Di Maria è una colpa che Allegri dovrebbe sentire forte come un suo, personale fallimento, ma che invece non sembra provocargli grossi scompensi o manifestazioni di rincrescimento.

Allegri, che, ricordiamolo, aveva puntato sui tre tenori, si è trovato a doversi affidare ai giovani, e, sia chiaro, non l'ha certo fatto volentieri, bensì con tutta la riluttanza possibile e immaginabile, poi però, visti i risultati lusinghieri dell'utilizzo quasi continuativo di Miretti e di Fagioli e di altri come Soulè, oppure Iling Jr, Allegri, che il significato della parola vergogna non sa neanche dove sia di casa, ha dimostrato, qualora ce ne fosse bisogno, quanto grande sia la sua faccia tosta nell’appropriarsi del merito delle belle partite di questi giovani, che in realtà, se i tre tenori fossero stati in grado di esprimere anche la metà di quello che valevano, i vari Miretti, Fagioli, Soulè e Iling jr non sapremmo nemmeno chi siano e dove giochino.

Spesso Allegri, nell’arco di questi due anni si è trovato “sul banco degli imputati” per scelte rivelatesi sbagliate: formazioni fatte quasi a caso col tubo delle frasi casuali dei baci perugina, giocatori centrali messi a fare le mezzale, attaccanti messi a fare da interditori, insomma il festival del ‘ndo cojo cojo, delle allegrate più spericolate, termine che purtroppo, rispetto agli anni scorsi ha perso evidentemente quella accezione positiva che col tempo si era guadagnata. Grazie soprattutto al fatto che spesso queste famose allegrate erano accompagnate nel loro coronamento di successo da poderose spinte date dal fattore C!

Un Allegri bis che, rispetto all’Allegri prima maniera, ha subito un'involuzione comportamentale evidentissima, che è stata sotto gli occhi di tutti in termini di scarso autocontrollo, con continue intemperanze e mancanze di rispetto verso l'arbitro, e dei suoi stessi giocatori, con questo vezzo, soprattutto verso la fine del campionato, di andarsene via a partita non ancora conclusa, in barba e in pieno disaccordo col “fino alla fine” di cui la Juve è sempre stata portatrice sana di valori sportivi che evidentemente sono da seguire solo quando le cose vanno bene, e vengono completamente disconosciute quando le cose, come l'anno scorso, e quest'anno, seguono percorsi meno lineari, più tortuosi, o comunque con esiti frustranti ma che devono comunque essere accettati sportivamente perché la Juve non è, e non deve comportarsi come fosse una Inter qualsiasi.

A supporto delle tesi antiallegriane, secondo cui Allegri, dopo queste due annate vergognose, avrebbe già da parecchio dovuto girare i tacchi e andar via, al netto delle attenuanti, che pure ci sono state, a cui, però, va aggiunta l’aggravante di avere a disposizione la rosa indiscutibilmente più forte d’Italia, a dare spinta decisiva in direzione del dirupo, sul fondo del quale, scherzosamente (?), i tifosi juventini antiallegriani sognano di far precipitare Allegri, come dicevamo, giunge, a sorpresa, il risultato di uno studio, basato sul calcolo delle probabilità, in particolare quella basata sul teorema di Bayes che (ne anticipiamo le conclusioni) afferma senza ombra di dubbio, e in modo oggettivo, che quando una squadra di serie A fa una stagione di m**** come la Juve degli ultimi due anni, la probabilità che l’allenatore, nel nostro caso Allegri, finisca esonerato cambia in modo drastico se calcolata a posteriori, cioè condizionata dalla conoscenza di come sia andata la stagione, rispetto alla probabilità del medesimo evento calcolata a priori, e cioè non conoscendo ancora l’esito dell’evento riguardante come la stagione sia andata.
Questa, che sembrerà una conclusione banale e scontata, riteniamo possa comunque avere una valenza di “oggettivazione formale, logico matematica di un concetto altrimenti solo intuito, ancorché non chiaramente messo nero su bianco. L’auspicio, lo si intuisce, è che chi ne ha facoltà, possa decidere, e conseguentemente operare, facendo uso anche di questi pochi passaggi per operare le scelte più sensate, scevri da sensazionalismi o da stati emotivi che, come detto all’inizio, non aiutano a fare le scelte migliori e a fare ciò che a mente fredda risulta evidente debba essere fatto.

 

Applicazione semiseria del teorema di Bayes a supporto della decisione di esonerare Allegri
Semplificando al massimo i concetti: se A è l’evento  stagione della Juve di m****,  mentre B è l'evento Allegri esonerato, allora una delle possibili formulazioni del teorema di Bayes afferma che date le probabilità degli eventi A e B, e cioè p(A) e p(B), la probabilità che si verifichino entrambi, p(A,B) è data dal prodotto tra la probabilità dell'evento A, cioè p(A), e la probabilità dell'evento B, condizionato dalla conoscenza dell’evento A cioè p(B|A).  (Si legge p di B dato A).
Cioè: p(A,B) = p(A) * p(B|A)
e quindi anche:
p(B,A) = p(B) * p(A|B)
Arrivando quindi a stabilire che p(A) * p(B|A)  =  p(B) * p(A|B)
Da cui, mediante formula inversa arrivo ad isolare il termine che più mi interessa: p(B) probabilità che Allegri venga esonerato: p(B) = p(A) * p(B|A) / p(A|B)
Se proviamo ad ipotizzare per queste probabilità dei valori scelti in modo ragionevole, come ad esempio:
che p(A) = 0.3 (probabilità “a priori”, senza saper né leggere né scrivere di fare una stagione di m****)
che p(B|A) = 0.9
e che p(A|B) = 0.5
(probabilità “a posteriori” di aver fatto una stagione di m****, basata sulla conoscenza del fatto che Allegri, alla fine della stagione è stato esonerato. Una situazione come questa si verificò nell’ultima stagione dell’Allegri I, in cui arrivò l’esonero con una stagione non di m**** in cui erano stati vinti più trofei.

allora:
p(B) = p(A) * p(B|A) / p(A|B) = 0.3 * 0.9 / 0.5 = 0.54, probabilità di esonerare Allegri a priori, cioè non sapendo se la stagione è stata positiva o negativa.
P(B|A) = 0.9, come ipotizzato all’inizio: probabilità “a posteriori” di vedere Allegri esonerato, basata sulla conoscenza di aver fatto una stagione di m****.
E’ facile quindi vedere che l'evento esonero di Allegri è fortemente condizionato da come è andata la stagione, com’è giusto che sia.
Dovendo stabilirlo a priori, l'evento dell'esonero è stato valutato 0.54. Nel caso invece in cui io possa beneficiare della conoscenza di come è andata la stagione, l'evento dell'esonero schizza a 0.9.
La conclusione a cui è facile giungere è che conoscere che l'esito non sia stato positivo deve avere un suo peso nella decisione di esonerare o meno Allegri. Nel nostro caso la probabilità da 0.54 arriva a 0.9.

Questo significa che a meno di condizionamenti esterni (che non devono esserci), badando solo al bene della Juventus, una valutazione basata solo sulla consuetudine e sui valori ritenuti normali, prevede senza ombra di dubbio che Allegri debba essere esonerato.

Dalla Continassa per il momento è tutto.
Un saluto ai lettori di Casa Juve