La Landa degli Alberi Morti.
Sono in macchina dalle 4 di mattina e non riesco a prendere sonno. È come se qualcuno volesse farmi uscire di senno provocando un rumore proprio quando sono sul punto di abbandonarmi sulla dura e scomoda portiera.
Siamo arrivati in Puglia finalmente, ma mancano ancora circa 3/4 ore di viaggio prima di arrivare a destinazione. Si iniziano a vedere i primi olivi secolari con i loro rami nodosi vestiti del loro abito di foglie sempre in movimento, agitato dal vento di un colore grigio-verde intenso che cattura gli occhi e non li lascia più andare. Tutto intorno però il paesaggio è desolato ed inizialmente non mi accorgo del motivo di tanta tristezza e cupitudine. Dopo un po' di tempo passato a scrutare meglio il territorio riesco a scoprire la causa di tanta desolazione: gli alberi sono secchi. Tutti gli splendidi olivi secolari con i loro grandi e nodosi tronchi sono completamente morti. Mi ero dimenticato della xilella (una malattia che affligge gli alberi e più in particolare gli olivi). Questo infausto cancro sta distruggendo lentamente tutte le piante del Salento, non lasciando scampo a null'altro che poche e sparute macchie di vegetazione.
Con tutto questo parlare del coronavirus si sono dimenticate tutte le altre problematiche che affliggono il nostro paese ed anche il mondo. Per esempio prima della pandemia si parlava dell'ambiente, del riscaldamento globale eccetera mentre adesso fregandosene di tutto questo si fanno enormi cumuli di plastica formati da guanti, bicchierini, posate eccetera. Anche io mi ero dimenticato di questa malattia degli alberi che affligge il sud Italia. Per questo non mi ero accorto di quale fosse la causa di tanta distruzione e morte. Ora tutto il Salento non è altro che una landa desolata di alberi morti.

Un Paradiso Ritrovato
Procediamo ancora attraverso il territorio provato e sconvolto dalla xilella. Gli olivi ci guardano attraverso i loro involucri vuoti di legno con le braccia nodose e nude tese verso il cielo come a voler chiedere disperatamente un ultimo atto di clemenza. Tutto ad un tratto il paesaggio circostante mi viene nascosto dalle solite bruttissime barriere antirumore dell'autostrada. Quando finalmente spariscono mi si presenta davanti un territorio completamente rinato, con nuovi alberi verdi non certo grandi come quelli precedenti ma molto piccoli quasi dei germogli ma sempre qualcosa. In quel paesaggio si rispecchia benissimo la bellezza del Salento e del sud Italia in generale. Un paradiso di calde spiagge arroventato dal sole d'estate, grandi campi di grano dorato che oscillano al vento come il pelo di una grande bestia sul punto di balzare sulla preda, distese di olivi a perdita d'occhio e bellissimi paesi arroccati in cima a bianche scogliere a strapiombo sul limpido mare blu. Questo era il Salento che conoscevo... un paradiso.

Anche il Diavolo può Ammalarsi
Dopo aver visto questo splendido paesaggio tramutarsi in un'orrida landa desolata, penso alla mia squadra del cuore: il Milan. Da innumerevoli anni ormai il diavolo soffre di una grave sindrome chiamata "ci provo ma non vinco". Anche il mio Milan come gli olivi del Salento e tantissime persone nel mondo è malato. Non pensavo che fosse possibile... insomma di solito il diavolo è quello che comanda le disgrazie nelle storie per bambini mentre in questo caso è uno di quelli che più hanno sentito la crisi coronavirus. Uno scagnozzo scelto male forse, il quale ha affidato le chiavi dell'inferno a un suo seguace... un certo Gazindis.
Il diavolo ha fatto flop ancora, è malato, non ha un esercito che possa competere contro quello della Vecchia Signora, come contro quello della Dea e non riesce a riaffermarsi come una delle compagini italiane più potenti. Le chiavi degli inferi sono state date in mano alla persona sbagliata (ancora) e lo scagnozzo che dovrebbe essere il capo assoluto non è altro che un diavoletto con la barba bianca e gli occhiali per nulla interessato alle sorti del diavolo rossonero che, irrimediabilmente malato cerca di rialzarsi.
Probabilmente il nostro Elliot non è neanche cosciente di chi sia quello che gli sta sopra: un vero e proprio diavolo rossonero, il più grande che anche se non nel pieno del suo potere è capace di fulminare certa gente che osa profanare il sacro tempio rossonero con inutili fesserie.

La Serenità e la Soddisfazione... che mancano da tempo
Èh già, è un bel po' di tempo che noi seguaci rossoneri non abbiamo più soddisfazioni degne della fama del nostro padrone che adoriamo con cori e gesta di amore per il suo esercito. L'ultima Vittoria risale addirittura al lontano 2016, quando sconfiggendo ai rigori la Vecchia Signora il Diavolo ha conquistato la sua ultima coppa.
Con il potere di quest'ultimo in declino la responsabilità passa al suo scagnozzo più vicino, al suo generale che però non sembra interessato a curare le ferite del suo padrone. Si crede il capo di tutto, ma non sa che sopra di lui esiste un'entità superiore chiamato diavolo rossonero che pretende amore e devozione dai suoi collaboratori. La speranza di noi seguaci è che il Diavolo si rialza presto magari con l'aiuto di un'altro scagnozzo forse un francese... finché c'è la speranza io ci credo dobbiamo salvare il Diavolo dalla sua malattia altrimenti sarà perduto per sempre.