Ciao di che squadra sei? Juventus. Ma come fai a tifare per quella squadra di Ladri?

Ecco questo è quello che ogni volta che andavamo a giocare a calcio o incontravamo dei nuovi amici. Nascendo o crescendo a Roma, per un non tifoso di Roma o Lazio è davvero difficile vivere in tranquillità, soprattutto se la tua squadra del cuore si chiama: Juventus. Così ricordo che già nell'avere molti amici romanisti e alcuni laziali, ogni domenica che arrivasse si parlava di calcio nel dopo partite, e quando arrivavo mi dicevano sempre "Ecco il Ladro, anche oggi avete fatto un furto. Vi comprate gli arbitri, che schifo!". Questo è andato avanti per ben 15/20 anni, già perché fin quando la Juventus nel 2006 andando in B ruppe le convinzioni di tutti i tifosi non juventini, di vincere solo rubando, e purtroppo nessuno potè dire di non essere contrario ai movimenti loschi di Moggi e Giraudo. Posso dire che da quel giorno, non ci furono più queste illazioni verso la Juventus, anzi per ben sei anni, la Juventus era una squadra normale, sempre di medio-alta classifica ma non vincente, quindi una squadra normale. Ma andiamo a vedere quegli anni dai 7 ai 20 anni, come un tifoso juventino si trovava in mezzo ad una città che non aveva altro tifo se non per Roma e Lazio. 

Ricordo che un giorno mentre stavamo andando a giocare in una zona fuori dalla nostra, io avevo indosso la maglia della Juventus della finale del 1996, quella blu con le stelle gialle, comprata alla bancarella per 10 mila Lire, così mentre sto per entrare in campo, mi si avvicina un ragazzino e mi dice "No, tu non puoi giocare. Se sei juventino, noi non giochiamo con i ladri". Poi alla fine, arrivò il papà di questo ragazzino e gli disse "Qui si gioca tutti insieme, non conta che squadra lui tifi...anche se sono Ladri, si gioca tutti insieme". Poi girandosi verso di me disse "Certo, pure te, ma poi tifa la Juve? Dai, rubano come scimmie". Così giocammo la partita, ma vedevo che ogni volta che la palla arrivava a me, arrivavano a entrare molto duramente, calcioni a gogò, e entrate in scivolata, e se non fosse stato per il mio fisico molto robusto, le gambe avrebbero fatto crack. Ma decisi di non mettermi al loro pari, anzi, continuavo a giocare in tranquillità, tanto i calci non li sentivo neanche.

Così un giorno, la partita si giocò nella nostra zona, e proprio sull'entrata del campo, all'arrivo di quel ragazzino che si era opposto all'entrata in campo, gli dissi "Qui, con quella maglia indosso non puoi giocare" ostruendo l'entrata in campo, poi dopo avergli fatto uno sguardo cagnesco, mi feci una grassa risata e gli dissi "Se diventi mio amico, allora ti faccio entrare, altrimenti ti lascio fuori dal campo". Lui tentennò e mi disse "Io non sarò mai amico di uno che tifa Juve, ma voglio giocare. Pf....Ok accetto, ma non dirlo a nessuno, altrimenti i miei amici mi deridono". Io gli dissi "No, se entri in campo lo devi dire a tutti ad alta voce". Così decise di non entrare, non poteva dire di essere amico di uno juventino. Ma il caso volle, che alla fine lo fecero giocare lo stesso, così mi mentre era intento a farmi una brutta entrata dopo avermi detto "Ti spezzerò le gambe", mandandolo a liscio, gli rifilai un calcione sul fianco, ma fu accidentale, visto che stavo per calciare il pallone, che in quell'istante spostò con la mano. Rimase per pochi secondi senza fiato, tanto da mettermi subito a tenergli le gambe alte, almeno così mi avevano detto nella mia scuola calcio di fare, quando vedevo un giocatore a terra senza fiato. Ecco che il papà del ragazzino, dopo averlo rincuorato, si alzò e mi diede una pacca sulla spalla e disse al figlio "Hai visto che non serve essere juventino, per non diventare un amico. Devi ringraziarlo, perché ti ha salvato la vita", anche se poi la cosa fù leggermente ingigantita da papà, così si alzò e disse "Papà, io non posso essere amico di uno juventino,  miei amici mi deriderebbero". Il papà s'infuriò molto, tanto da dirgli "Lo sai che saresti morto se non ti alzava le gambe? Lui si è dimostrato un amico e non ha fatto distinguenza di maglia, altrimenti ti avrebbe lasciato in terra fregandosene". Ma questo non gli fece cambiare idea. La partita continuò, e i calci continuarono ad arrivare, anche se molte volte ne davo parecchi, ed essendo grosso fisicamente si sentivano anche parecchio, visto che miravo sulle caviglie, per difendermi dalle entrate brutte. Così tutto filò liscio, con tanto di un gol, che ancora oggi pensandoci mi dico "Ma come ho fatto?". Dalla mia metà campo feci partire una botta, e come un missile (rapportata ad un bambino di 7 anni che ero), s'infilò sotto la traversa dopo aver toccato la traversa. La partita terminò, tanto a poco, e mentre sudato marcio, stavo per uscire dal campo, mi sentii una mano sulla spalla, mi voltai ed era quel ragazzino, che mi disse "Voglio chiederti scusa. Vuoi diventare un mio amico?", al quale risposi senza pensare "Certo, sarò un tuo amico", tanto che arrivammo a scambiarci la maglia, lui mi diede quella della Roma e io gli diedi la maglia della Juventus. Da quel giorno non vidi più quel ragazzino, anche perché eravamo sempre in giro in tutte le borgate vicine, ma quel gesto lo ricordo spesso quando mi trovo in famiglia o tra amici, perché alla fine la maglia conta poco o nulla, la fede calcistica anche, quel che conta è lo sfottersi per una gara di calcio, ma arrivare alla fine ad una stretta di mano, visto che una squadra non può dividere bambini, adolescenti o adulti, altrimenti non si può chiamare sport, ma si chiamerebbe soltanto 'odio', parola che dovrebbe essere cancellata da tutte le menti delle persone nel mondo, mentre sarebbe da inserire la parola 'cordialità' sempre e comunque in quei casi. Per questo ogni volta che si presenta davanti una persona pronta a dare o dire parole contro la squadra per cui si tifa, non si deve far altro che ignorare, farci una bella risata, girarsi e andare via, visto che rispondere vi porta al livello della persona che sta tentando di innervosirvi. Forza tutto il calcio, che sia maglia, bandiera, fede calcistica, o altro, stringete sempre la mano anche se dall'altra parte c'è qualcuno che indossa la maglia bianconera o altra, perché dietro quella maglia c'è sempre una persona che possa essere simpatica o antipatica, con molta tranquillità.

Buona vita e buon calcio a tutti i tifosi e sportivi del mondo.