"Ah, se avessimo giocato così 12 mesi fa..." Lo pensavo ieri sera durante la partita e lo penso anche stamattina. A San Siro, lo stesso stadio in cui 1 anno fa abbiamo toccato il punto più basso della storia, l'Italia è ritornata ad essere bella, ma non bellissima. Rispetto al 13 novembre 2017 sono cambiate un pò di cose, adesso gli azzurri hanno un allenatore, uno stile di gioco e soprattutto uno zoccolo duro da cui poter ripartire. Tre fattori utilissimi per poter sperare in risultati migliori.

Contro la Svezia in panchina sedeva Giampiero Ventura, contro il Portogallo Roberto Mancini. Tra i due c'è un abisso (e non lo dico per i fatti accaduti). Il primo in carriera può vantarsi di aver portato il Torino in Europa League e di aver vinto 3-2 in casa dell' Atletico Bilbao; il secondo ha conquistato campionati di serie A e la sontuosa Premier League, disputando inoltre la Champions League. E in questo caso cade il primo pensiero comune secondo il quale, per fare il commissario tecnico, non serve l'esperienza internazionale. 

Continuando a mettere in contrapposizione le due sfide, un dato rilevante consiste nella presenza di 7 giocatori su 11 (Insigne e Donnarumma tra le riseve con gli svedesi) in entrambe le occasioni. Adesso capite bene, o in 12 mesi sono diventati tutti fenomeni oppure il problema di fondo stava nel gioco. L' Italia di oggi ha un'identità ben definita, 4-3-3 che varia nei componenti da partita in partita (con la presenza o meno del cosiddetto "numero 9" di cui parleremo in seguito). Nell'anno horribilis siamo passati dal 4-2-4 al 3-5-2, senza mai trovare continuità.

Adesso possiamo dire di avere un vero fantasista "il numero 10" ossia Lorenzo Insigne (lo stesso che contro la Svezia ha guardato la partita dalla panchina e nella girandola delle sostituzioni non è stato preso in considerazione al contrario di De Rossi). Il talento napoletano sta raccogliendo i frutti del lavoro con Sarri e Ancelotti. Gli ultimi 25 metri sono il suo territorio e da lì finalmente non si muove. Forse, analizzando la partita di ieri, ha sbagliato solo in un'occasione, quando ha preferito tirare in porta piuttosto che passare la palla a Chiesa, libero a pochi passi dall'area di rigore.
Manca invece un centravanti. Immobile nella Lazio è un fenomeno, nell'Italia si trasforma in  uno dei tanti. E' inutile negarlo, la punta che ti risolve la partita serve come il pane, altrimenti il bel gioco resta fine a se stesso. Con Belotti in ripresa, ma non ancora al top, darei una possibilità a Cutrone. Non è ancora un campione, ma i numeri dicono che, al momento, ha tutte le carte in regola per dare il proprio contributo alla causa.

Parlando della rosa in generale è presente un gruppo solido composto da Donnarumma, Chiellini, Bonucci, Florenzi, Jorginho, Insigne. E' vero per il Qatar nel 2022 saranno forse troppo avanti con l'età (a parte Gigio), ma i cambi non mancano (Finalmente!). Barella, Chiesa, Pellegrini, Romagnoli (indisponibile per infortunio), Palmieri, Rugani e Berardi  sono "i giovani che avanzano". Poi ci sono Sensi, Tonali e Grifo da valutare. Contro gli USA (in amichevole) spero di vederli all'opera così come i sopra citati. Se Mancini riesce a trovare il giusto mix tra giovani e "vecchi", il divertimento fino all'Europeo sarà assicurato.

Purtroppo indietro non si può tornare, la Russia è sfumata e resteremo col dubbio di quello che sarebbe potuto accadere con decisioni tecniche diverse, ma possiamo guardare al futuro con un timido sorriso. Bentornata Italia!