Sette giornate sono bastate per capire come proseguirà il campionato.
Non sarà una novità, ma sempre la stessa storia che vediamo da sette anni: la Juventus è la squadra da battere, ma stavolta sembra ancora più difficile e non per la presenza di Cristiano Ronaldo, valore aggiunto ma non fondamentale.
Abbiamo passato i tre mesi estivi ipotizzando quanti gol avrebbe messo a segno il numero 7, chi diceva più di venti e chi meno, ma in pochi (forse nessuno) ha provato ad immaginare, come sarebbe cambiata la squadra bianconera. Ecco, la Juve non è CR7 dipendente ed è una notizia positiva. Il portoghese fa parte della manovra che porta alle reti, cercando sempre di essere utile alla causa, senza mai cercare con ossessione la rete personale.
I frutti si sono visti contro il Napoli. Allo Stadium Ronaldo è stato la spalla di Mandzukic (l'uomo fondamentale) e questo ha portato ad un successo che, oltre al risultato in se per se, lancia un messaggio ben chiaro: l'anti-Juve non esiste. I partenopei, che sulla carta sembrano quelli più accreditati, alla prima difficoltà non hanno opposto la resistenza di squadra che può contrastare i bianconeri. Forse, l'Inter delle ultime settimane, potrebbe essere una valida sostituta, ma 8 punti di distacco, a meno di cali paurosi della capolista, sembrano tanti da recuperare, aggiungendo anche che i nerazzurri così come la Juve, hanno la Champions da disputare con due gironi totalmente diversi tra loro. 

La Roma non è tornata, ha vinto solo il derby che è una partita a se nell'arco del campionato. Monchi ha fallito per cui giustamente è messo sul banco degli imputati. Se cedi le tre colonne portanti della rosa e non le sostituisci a dovere, è normale che i risultati siano questi. Olsen non è Alisson e forse non lo sarà mai; Pastore (costantemente infortunato) non è Nainggolan così come N'Zonzi non è Strootman. I giovani faranno bene quando si ambienteranno, ma non si può parlare di "continuità del progetto" iniziato lo scorso anno. Le prossime settimane diranno se i giallorossi hanno recuperato il gioco spumeggiante che li ha contraddistinti. La Lazio come ogni campionato farà il compitino, ma niente di più.

A regalarci qualche soddisfazione sarà la lotta tra le medio-piccole. Genoa, Samp, Udinese, Parma, Cagliari, Torino ed Empoli giocano un calcio molto divertente che rende gli incontri imprevedibili (da vedere Parma-Empoli di ieri che è stato uno dei match più combattuti di giornata con azioni da entrambe le parti). Leggermente indietro Bologna e Chievo, che quest'anno più che mai, rischiano grosso. Il Frosinone è il Benevento dello scorso campionato e questo la dice lunga sul livello della serie B e sull'utilità dei playoff.