Io ritengo che l'Epica abbia sempre avuto un fascino e un richiamo particolare agli occhi di chi, come me, ricerca le virtù eroiche e le gesta imperiture. Gesta che verranno tramandate ai posteri, i quali a loro volta le racconteranno alle generazioni future. Gesta che si confonderanno col mito.

Parlando di Epica non si può non parlare di Iliade. E parlando di Iliade non si può fare a meno di soffermarsi sul duello principe del poema: Achille vs Ettore. I due più valorosi guerrieri dei rispettivi eserciti, ovvero quello acheo e quello troiano.

Non mi interessa soffermarmi sul duello in sé, vinto come tutti sappiamo da Achille, ma sulla loro morte.
Perché è la Morte che dà un senso all'Epica.

Partiamo da Ettore. Dopo essere perito per mano di Achille, i nemici si avvicinarono con molta cautela: benché fosse morto incuteva ancora terrore allo stato puro. E proprio per vincere quel terrore che ogni singolo acheo, spinto da una sete di insaziabile vendetta per tutti i compagni uccisi da Ettore, colpì ripetutamente le spoglie mortali del comandante troiano fino a renderlo irriconoscibile.
Lo stesso Achille fu assalito dall'ira funesta e per vendicare l'amico Patroclo legò il corpo di Ettore al carro trascinandolo davanti alle mura di Troia, di fronte ai genitori atterriti. Tornato in sé, Achille avrebbe poi restituito il cadavere al padre Priamo.
La stessa sorte toccò poco dopo ad Achille. Raggiunto da una freccia avvelenata scagliata da Paride, l'eroe acheo morì sul campo di battaglia. I troiani fecero a gara per strappare il suo corpo ai nemici, i quali però resistettero con il coltello tra i denti e alla fine la ebbero vinta. 

Cosa ci insegna tutto ciò?
Anzitutto, sia Achille che Ettore erano e rimangono due grandissimi personaggi, vivi o morti non fa differenza.
Secondo: benché nemici giurati, si rispettavano profondamente.
Terzo: gli achei che infieriscono sul corpo senza vita di Ettore dimostra la pochezza, la frustrazione, la rabbia repressa, la codardia, la viltà di quel gesto. E altrettanto avrebbero fatto i troiani alle spoglie mortali di Achille se solo ne fossero entrati in possesso.

Offendere chi giace esanime è il gesto ultimo dei figli di Troia (ovviamente intendo la città...) che sono consapevoli della propria inferiorità manifesta dinanzi a un Eroe.
E' il gesto dei figli di Troia (di nuovo la città...) che a parole dicono di essere tranquillamente in grado di uccidere Ettore o Achille, ma che poi fuggono con la coda tra le gambe. Figli di Troia che hanno paura della loro stessa ombra e che si permettono di dire come Achille ed Ettore avrebbero dovuto combattere.

Perché alla fine la Storia ricorda gli Achille e gli Ettore. Dei figli di Troia non frega niente a nessuno. Relegati a una note in calce in fondo a un libro ammuffito.

Una cosa mi stavo dimenticando... anche Achille per battere Ettore ha avuto bisogno dell'intervento degli dei.
Però attenzione: il fato ha memoria lunga, e prima o dopo arriverà anche il suo turno.