Ieri sono stati cento giorni da quando Antonio Conte ha avuto il suo esordio ufficiale da allenatore dell'Inter.

La sera del 26 agosto a San Siro che il destino vollè che fù proprio contro la squadra che lo aveva lanciato in Serie A a soli 18 anni. La squadra della sua città. Una cosa non tanto comune prima, come può apparire adesso.

Quando nel 1985 il Lecce si affacciava per la prima volta nella massima serie. Retrocedendo come poteva già sembrare chiaro. Ma Lecce aveva dimostrato di poter essere una piazza speciale, con un Via del mare sempre gremito e restaurato proprio per l'occasione. E' infatti quella è stata la prima di tante apparizioni nel primo campionato nazionale. E' voleva farlo capire. Dopo un campionato non entusiasmante l'ultima apparizione stagionale lo vedeva di scena a Roma. Contro una Roma ad un solo passo da quello che poteva essere il suo 3° scudetto (che poi arrivò nel 2001). Non si aspettavano sorprese da parte di tutti. La vittoria dei giallorossi era solo una formalità. I giallorossi vincevano tre a zero alla fine del primo tempo. Il problema era che i giallorossi avanti di 3 gol erano quelli salentini.

La partita finì 2-3 per il Lecce e La Magica perse all'ultima giornata quello che per me possiamo definire come il più clamoroso degli scudetti persi all'ultima giornata a memoria d'uomo.

Ora torniamo ai giorni nostri. Quelli che vedono Conte come un allenatore incredibile e vincente.

Non è facile ritornare in Serie A ed avere queste aspettative da parte di tutti. E' riuscire nei primi cento giorni a trovarsi in testa alla classifica ai danni della juventus vittoriosa di altri 5 campionati vinti da quando Conte la lasciò al primo giorno di ritiro in favore della nazionale. Nazionale che con lui riuscì ad eliminare la Spagna Campione d'Europa in carica proprio grazie alla vittoria in finale contro gli azzurri per 4-1.

Con una rosa continuamente soggetta ad infortuni i neroazzurri sono in testa con 37pt in 14 partite. Grazie a Lautaro Martìnez che il neo-allenatore dell'Inter non vedeva l'ora di allenare e Lukaku. Il giocatore che Conte voleva a tutti i costi. E una rosa che già con Spalletti aveva dimostrato di poter essere capace di grandi cose. Almeno nelle prime 15 partite... Ed è anche per questo che Antonio Conte è all'Inter. Per dare la mentalità che serve per vincere. Per ora lo ha fatto. Ma adesso viene il bello. Perchè è da questo momento in poi che per l'Inter di Conte le cose si fanno serie. Riuscire a confermarsi in campionato e a superare il girone di Champions. Entrambi obbiettivi che l'Inter di Spalletti non è riuscita a centrare. Conte è arrivato a toccare il punto nevralgico dell'Inter Post-Triplete. Dover superare se stessa prima degli altri. Perchè gli altri (juventus e borussia dtm) sono stati superati. Le prossime due partite, quelle che arrivano a seguito dei suoi cento giorni all'Inter, sono quelle che decideranno la stagione dell'Inter. Quelle contro Roma (è quì di nuovo il destino si fà sentire, visto che parliamo di nuovo della Roma dopo il sunto della sua prima stagione in Serie A) e contro il Barcellona.

Il tecnico neroazzurro è chiamato a rispondere. Perchè quando il gioco si fà duro, solo i duri possono giocare...

Parole e Musica per Conte, che di esserlo ha puntualmente dimostrato. Ed ora è venuto il tempo di dimostrarlo ancora. Questa volta in neroazzurro, dopo averlo fatto in azzurro, blues e bianconero.

Ma ora ha un sapore tutto speciale. Riuscire nell'impresa che nessuno è riuscito a fare dopo il primo campionato vinto proprio da lui stesso... Conte deve incominciare a battere se stesso, proprio come l'Inter...