L'anno più difficile da quando Silvio Berlusconi ha preso il Milan probabilmente: squadra che veniva da anni deludenti, con cambi di allenatore ad alta frequenza manco ci fosse Zamparini a gestire la squadra, e continue voci, dal 2014 al 2017, di una cessione del club che sembrava sempre ad un passo, e che mai avveniva. Difficile il lavoro di mantenere tutti concentrati; difficile mettere l'anima in campo se ci sono continue destabilizzazioni e nessuna idea di quello che effettivamente c'è intorno; eppure, tutti hanno svolto bene il loro lavoro, dalla Vecchia Dirigenza, che comunque non ha fatto sentire sola la parte tecnica della società, all'allenatore che ha saputo dare carattere alla squadra, ai tifosi che sono sempre stati vicini ai giocatori, alla nuova dirigenza, che da quando si è insediata è stata presente, mostrando ambizione e competenza e sostenendo l'allenatore fin da subito cercando di dare tranquillità all'ambiente, fino ad arrivare ai calciatori, che, nonostante non avessero un valore tecnico medio al top, hanno messo sempre l'anima in campo togliendosi anche qualche soddisfazione e facendo urlare di gioia i tifosi in più occasioni. Vista la storia di questo club, pare veramente strano e ridicolo oltre che paradossale che si festeggi un sesto posto, ma in realtà non è questo che si sta festeggiando. Bisogna prendere in considerazione da dove si è partiti quest'anno, con chi si è partito, come si è svolta la stagione, dove si è arrivati. Il Milan veniva da 5 anni deludenti, in cui gli ultimi 2 sono stati passati nel buio più totale, ma la stagione era iniziata bene, poi è iniziato il calo e la mancanza di risultati che ha portato a critiche e allo scontento verso questa squadra. Ma Si è dimostrato che la base per il futuro c'è, apriamo gli occhi e siamo sinceri: il Milan aveva 7-8 giocatori di buon livello per affrontare la stagione; fin quando li ha avuti tutti a disposizione, compensando le ovvie lacune individuali (si gioca in 11 e non in 7/8) con un gioco ben definito e mettendo l'anima in campo, Il Milan si è trovato meritatamente nella zona alta di classifica per buona parte della stagione, vincendo una Supercoppa contro la squadra che poi ha vinto il campionato e che si trova in finale di Champions, (e in riposta a chi dice che è stata una vittoria fortunosa perché ai rigori tutto può succedere, la risposta è che la Juventus è stata battuta anche in campionato con un'ottima prestazione) ma quando di quei 7/8 giocatori alcuni sono stati buttati fuori dal fato, col mezzo dell'infortunio, allora è stato più che normale e fisiologico accusare il calo e perdere posizioni. Se la fortuna avesse dato una mano, con meno infortuni, il risultato molto probabilmente sarebbe stato migliore, ma la rosa era veramente corta, e i miracoli si possono fare fino ad un certo punto, ed è stato fatto. Detto questo onore ai Ragazzi, onore a Montella, e grazie a tutti per le emozioni che avete regalato, con ottime vittorie, e con gol negli ultimi minuti che facevano capire che eravate presenti, che magari mancava un po' di qualità, (e di questo non si poteva poi incolpare voi) ma di sicuro non mancava il cuore, l'anima e la voglia di non deludere, rispettando la maglia che si indossava, giocando sempre fino al fischio finale, e questo è da premiare. L'esempio di rinascita, la storia della Fenice Araba applicata al calcio, ce lo da La Juventus che dopo un anno di B e 2 settimi posti vinse uno scudetto e non si è più fermata fino ad oggi, collezionando scudetti su scudetti, coppe italia su coppe italia e 2 finali di Champions; Il Milan da oggi può dare la svolta che a Giugno 2011 diede la Juventus, riportando nell'ambiente Rossonero quell'ambizione che da molto tempo ormai si è assopita. La grande svolta serve a livello societario quindi, lavorando bene e portando in questo Glorioso Club non giocatori forti, ma UOMINI forti, che con professionalità, passione e rispetto per la maglia completino questo gruppo, e tutti inseme portino l'AC MILAN nel posto che gli compete. Al Milan manca la Champions, come alla Champions manca il Milan: è un binomio indivisibile, ed è arrivato il momento di unirli di nuovo.