"Perché oggi è più bello essere italiani!" La prima cosa che mi è venuta in mente al fischio finale di Roma - Barcellona è stata la suddetta frase di Fabio Caressa gridata a squarciagola al terime di Italia - Francia, in cui la Nazionale azzurra diventava campione del mondo. Nel giro di meno di ventiquattro ore ho letto tantissimo circa l'impresa capitolina: dagli sfottò dei social che, come al solito, vedono in mezzo la poverina Virginia Raggi, perché probabilmente se il Barça è caduto all'Olimpico è merito della sindaca e delle buche irreparabili (secondo alcuni) agli slogan sui quotidiani sportivi: "Roma nel mito! Roma nella storia!" Verrebbe da dire: "In un'Italia dove mettersi d'accordo per la formazione di un governo pare (quasi) impossibile, l'unione del popolo italiano è avvenuta tramite il calcio e grazie alla Roma!" Per questo, se fossi nei partiti politici pronti al secondo giro di consultazioni, proporrei come futuro capo del governo Eusebio Di Francesco. L'allenatore giallorosso ha scritto una pagina indelebile nella storia del calcio italiano e ovviamente nella storia del club. 

La Roma si presentava alla sfida proibitiva contro il Barcellona sfavoritissima. Ad aggravare la situazione era anche il risultato pesantissimo dell'andata. Il sonoro e nettissimo 4 a 1 a favore dei blaugrana avevano spento ogni speranza in tutti gli appassionati di questo sport meraviglioso, tranne nei romanisti che sono accorsi numerosi allo stadio per sostenere in massa la propria squadra e trascinarla in una vera e propria impresa. Impresa che si è rivelata e e che ha preso forma all'82' con il colpo di testa vincente di Manolas. Il greco, visibilmente emozionato a fine partita, ha commentato: "Questa gente se lo merita!" Grande Kostas, grande Daniele che si è dimostrato un grande capitano, grande Edin che a gennaio era a un passo dal dire "addio" ai suoi compagni di squadra, salvo poi rimanere vicino alla sua squadra perché aveva un grande desiderio tramutatosi ora in obiettivo: "Voglio giocare a andare avanti il più possibile in Champions!" Tutto bello. Questa Roma ha dimostrato cosa può essere il calcio: il calcio è arte, è emozione, è spettacolo. Grandi ragazzi! 

Ma adesso, è  tempo di pensare ad un'altra gara che dopo la rimonta "pazza" di ieri dei capitolini sembra essere meno impossibile. Se la Roma era chiamata all'impresa, oggi la Juventus è chiamata al miracolo sportivo più difficile nella storia del calcio: nei 49 precedenti, nei quali la squadra di casa aveva rimediato in casa tre reti, nessuno mai è riuscito a ribaltare il risultato in trasferta! Insomma, è più che difficile la missione che affronteranno i bianconeri questa sera. Ciononostante, sono sicuro che la Juve offrirà una grande prestazione, ma al tempo stesso è questo che da tifoso juventino mi spaventa maggiormente. Le facce di Buffon e di Allegri nella conferenza stampa della vigilia erano da funerali. "Vorrei vedere dopo averne preso tre all'andata..." mi direte voi. Ma il DNA della società più vincente d'Italia e tra le più blasonate d'Europa non permette rese ancor prima di giocare novanta minuti. La Roma ha dato una grande dimostrazione e una grande lezione alla Spagna (era ora!) e ai rivali della Juventus: queste partite non si vincono con tatticisimi o strategia fittizie, ma con voglia, determinazione, cuore, carattere e personalità. Tutti questi ingredienti dovranno essere messi in campo questa sera in uno stadio bollente come il "Bernabeu". Ultimo messaggio agli anti-juventini: per cortesia tifate anche noi. Per una sera, mettete da parte i rancori e gli odi calcistici. Per vincere contro i più forti al mondo, abbiamo bisogno anche di voi! Immaginate che goduria potrebbe essere vedere due italiane nelle semifinali di C. League e le due spagnole a casa... Immaginate e sognate con noi questa notte!