Ei fu siccome immobile (tifoso dell'inter),dato il mortal sospiro,stette la spoglia immemore,orba di tanto spiro,cosi percossa,attonita l'Inter al nunzio sta muta pensando all'ultima ora dell'uom (Gresko) fatale;ne' sa quando una simile orma di (Poborsky) pie' mortale la sua crunta polvere a calpestar verra' .Lui folgorante in solio,vide il mio genio (Del Piero) e tacque,quando con vece assidua,cadde (Cuper) risorse e giacque di mille voci al sonito ( "Juve Juve") mista la sua non ha:Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio,sorge or commosso dal pubblico tutto nerazzurro al subito sparir di tanto raggio al 4-2 e sciolse all'urna un cantico( "Ladri Ladri") che forse non morra'.Dall'Alpi alle Piramidi,dal Manzanarre al Reno,di quel securo il fulmine (Poborsky) tenea dietro al baleno;scoppio' da Scilla al Tanai d'uno (stadio)all'altro mar.Fu vera gloria? (Juventina) Ai Posteri l'ardua senteza;nui chiniam la fronte al Massimo (Moratti) Fattor,che volle in lui del creator (di quella partita) suo spirito piu' vasta orma stampar (il risultato).La procellosa e trepida,gioia (Juve) d'un gran disegno,l'ansia (al fischio finale) d'un cor che indocile serve,pensando al regno (che cade a pezzi);e il giunge,e tiene un premio (Scudetto) ch'era follia sperar; tutto ei provo' (facendo lo stadio tutto nerazzurro):la gloria maggior periglio,la fuga e la vittoria (vista con il quasi),la reggia e il triste esiglio (chiuso in casa);due volte nella polvere,due volte sull'altar (si della Patria a Roma).Ei si nomo'(denti gialli da Milano):due secoli,l'uno contro l'altro (Agnelli) armato,sommersi a lui si volsero,come aspettando il fato (pianto) ei (Moratti) fe' silenzio ed arbitro s'assise in mezzo lor........