Non si placano le voci intorno alla proprietà del Milan. Ma allora ci si chiede: cosa ci sarà di vero in questa storia?

Cerchiamo di separare le notizie e fantasie. Tutto parte dalla venuta di Yonghong Li a Milano in incognito: quattro giorni in un hotel a 5 stelle nella nostra capitale del Nord, durante i quali Il Presidente ha ignorato completamente la “sua” creatura. Evidentemente in tutt’altre faccende affaccendato. Nello stesso periodo, veniva assolto un impegno economico di 10 milioni di euro da parte del Presidente per l’aumento di capitale deliberato dal CDA.

Queste le notizie certe, da cui sono derivate una serie di deduzioni più o meno credibili e fondate.
La prima, benché non verificabile, la notizia che il Presidente abbia potuto incontrare e concordare (?) l’ingresso in Società di un nuovo socio.
Un socio di minoranza disposto ad acquisire in un primo tempo una quota minoritaria, avendo però già contrattualmente concordato il successivo acquisto delle quote mancanti per assicurarsi il 51% delle azioni e quindi il controllo della Società.
Tale nuovo socio è stato in un primo tempo identificato in Enrico Preziosi, attualmente proprietario del Genoa calcio; questi avrebbe effettuato un primo versamento di 50 milioni per acquisire il 5% delle azioni e successivamente versato la differenza necessaria per arrivare al 51% delle azioni onde acquisire il controllo societario. Ora se il 5% delle azioni corrisponde a un investimento di 50 milioni è chiaro ed evidente che il 51% corrisponderebbe a un versamento di capitale pari a 510 milioni; ovvia quindi la decisa smentita dell’interessato: l’operazione “Milan” sarebbe al di sopra delle possibilità economiche del soggetto.
Si è quindi passati ad un’ altra indiscrezione che avrebbe nel magnate arabo Saeed Al-Falasi, il futuro azionista di riferimento della  Società milanese; ma anche in questo caso si è ottenuta una secca smentita del soggetto individuato, anche se in questo caso la capacità patrimoniale sarebbe stata più che appropriata.

Le indiscrezioni anzidette, benché errate, ci portano comunque a dimensionare la portata economica dell’operazione; che utilità avrebbe per Yonghong LI far entrare un socio al 5% e introitare 50 milioni? sicuramente questa cifra coprirebbe l’impegno di versare entro fine mese gli ulteriori 30 milioni di aumento capitale. Ma poi? il 15 ottobre scadono circa 370 milioni di debiti verso Elliot, che ad oggi non risultano ancora  rifinanziati.
Ergo, nell’ipotesi tutt’altro che certa che Yonghong Li non disponga in proprio della copertura finanziaria come invece sinora ha sempre dimostrato di possedere, indispensabile sarebbe poter contare su una liquidità di circa 400 milioni: i 30 dell’aumento di capitali e i 370 del debito verso Elliot; dunque un ingresso di un socio minoritario con quota di almeno il 40%, se ci rifacciamo ai conteggi fatti nella ipotesi Preziosi di cui sopra.

A questo punto l’AC Milan sarebbe l’unica società al mondo a non avere debiti!
Scenario molto suggestivo, ma su cui siamo molto scettici; Yonghong Li sta lottando con tutte le sue forze (che non ci sono note, ma potrebbero anche stupire….) per tenersi il Milan e questa è una cosa certa perché chi già sa di dover andar via, non ha più alcun interesse a continuare a versare denaro.
Tenersi il Milan vuol dire non accettare l’ingresso di nuovi soci intenzionati a sottrarne la proprietà né nel presente, né nel prossimo futuro. E allora?
Non abbiamo elementi certi, ma i comportamenti del Presidente ci inducono alle seguenti riflessioni:

  • Il Milan resterà nelle mani di Yonghong Li per molti anni;
  • Il Presidente troverà i capitali necessari rispettare gli impegni;
  • Uno o più soci che entrassero nel Milan lo farebbero solo per quote di minoranza e senza future pretese;

Infine La UEFA:  dovrà farsene una ragione,  la sua intromissione nella proprietà di una società è incompatibile con la vigente normativa, che ne limita la giurisdizione esclusivamente agli aspetti economici e sportivi del club, che ricordiamolo è una SPA.