Nella storia del calcio uno dei capitoli più discussi da sociologi e psicologi è la comprensione del legame che esiste tra i club e i loro supporters. Francamente però appare sorprendente è unica l'amore e la trascinante passione che i tifosi milanisti manifestano verso la loro squadra del cuore.
Non vogliamo, cercheremo di evitarlo in ogni modo, cadere nella retorica e quindi tralasciamo quello che si trasformerebbe in una sorta di cronistoria degli eventi più rilevanti che hanno caratterizzato il club meneghino dalla sua nascita a oggi, anche se è indubbio che il fenomeno era palpabile già all'inizio degli anni '80, quando per un Milan-Cavese, valido per il Campionato di serie B, si riempi San Siro con 70.000 spettatori!
L'unicità di questo legame è stata ribadita ad esempio quando nel maggio 1989 si verificò il più straordinario esodo di una popolazione nella finale di Coppa dei Campioni (ora Champions League) contro lo Steaua Bucarest, quando i milanisti invasero Barcellona con oltre 200.000 presenze.
Molti altri episodi di questo grande legame vengono alla mente, come in periodo di loackdown, le migliaia di persone che si presentavano a Milanello per scortare con ogni mezzo il pullman della squadra fino allo stadio per giocare una partita importante; oppure la moltitudine che sfidava la calura estiva per presenziare ai raduni della squadra.
Insomma, il tifo per il Milan da studiare come fenomeno di massa, per cercarne le origini e le motivazioni; legame assolutamente imparagonabile a quello più snob ad esempio dei tifosi di Inter o Juventus, più disinteressato quello milanista, più opportunista quello delle altre due "grandi" collegato com'è al risultato sportivo.
Questa riteniamo possa essere la PRIMA E PIU' RILEVANTE DIFFERENZA; il tifoso rossonero è vicino alla sua squadra sempre e comunque, nella buona o nella cattiva sorte, INDIPENDENTEMENTE DAL RISULTATO SPORTIVO.
E' ovvio che in caso di una vittoria -come sta avvenendo in questi giorni- l'entusiasmo di massa travalica e si manifesti nella sua MASSIMA ESPRESSIONE, ma è comprovato altresì che il milanista non TRASFORMA LA SCONFITTA IN CONTESTAZIONE.

L'altro aspetto di questo straordinario legame è la sua CONTINUITA' e CORRISPONDENZA; il trascorrere del tempo non influisce nel DNA delle nuove generazioni del tifo rossonero, sempre passionale e straordinario nella vicinanza alla squadra al PUNTO DA SUSCITARE UNA INCREDIBILE RECIPROCITA' AFFETTIVA CON LA SQUADRA E PERSINO CON LA SOCIETA'.
Se l'amore del tifoso è viscerale, ebbene esso è incredibilmente corrisposto dal Club; molto facile a titolo esemplificativo fare i nomi di chi - e non solo italiani - ha dimostrato un attaccamento inusuale ai colori sociali, tralasciando CHI AL MILAN CI E' NATO E ADDIRITTURA CHI HA FORMATO INTERE DINASTIE; ogni riferimento alla Famiglia Maldini NON e' casuale...
Ma da Liedholm una vita per il Milan, alle lacrime di Van Bommel, da Futre che pur non giocando mai ancora oggi manda telegrammi di felicitazione a Redondo che rinuncia all'ingaggio perchè infortunato e fino ai giorni nostri all'esempio più illuminante Zlatan Ibrahimovic; un atleta che ha girato il mondo, che ha vinto dappertutto, osannato da decine di tifoserie, ma che con il MILAN E I SUOI TIFOSI HA INSTAURATO UN LEGAME ASSOLUTO, UN SECONDO CORDONE OMBELICALE.
Atleta, Ultras, Capopopolo, Trascinatore, Condottiero, Esortatore, Allenatore e non so cos'altro dire di IBRA MILANISTA ASSOLUTO. Strana coincidenza: svedese come Liedholm... GRE-NO-LI...BRA, TANTO PER ATTUALIZZARE IL LEGGENDARIO TRIO DEGLI ANNI '50!

Il terzo anello della catena che unisce indissolubilmente il Milan ai suoi tifosi è l'invisibile fil rouge (...et noir aggiungeremmo) determinato dalla condivisione dalla UNITA' DI INTENTI.
Sono stati rari, quasi inesistenti, i momenti di divisione o peggio di CONTRASTO DI VEDUTE della pianificazione gestionale societaria; persino in un momento critico successivo alla interminabile epopea vincente berlusconiana, il tifoso rossonero è rimasto nella trepidante attesa del ritorno ai fasti.
Non una contestazione mentre la sua squadra cadeva nell'anonimato e soffriva dei successi delle storiche rivali; non una dimostrazione di disamore nello scostamento di investimenti rispetto alle rivali; anzi-appena possibile, stadio pieno e vicinanza alla squadra.
Perchè Amare vuol dire NON DOVER MAI DIRE MI SPIACE (cit. Love Story- 1970).