Premessa

Durante il derby di Torino, nonostante l’ausilio del VAR, dall’arbitro DOVERI Daniele non è stato sanzionato, incomprensibilmente, un fallo di mano “clamoroso” di DE LIGT con la conseguenza, negativa, che il risultato finale è stato, palesemente, condizionato a sfavore dei granata. Inoltre l’episodio potrebbe, in futuro, influenzare l’esito finale del campionato di calcio. Sulla vicenda, come c’era d’aspettarsi, è sceso un alone, tetro, di sospetto.

Ho pensato di scrivere, dure righe, in merito all’increscioso episodio ma pensandoci, bene, ho ritenuto che un argomento, così complesso, possa essere trattato, soltanto, attraverso una rivisitazione, in chiave moderna, di una delle tragedie shakespeariane più conosciute: L’Amleto. 

Buona lettura

 

Atto terzo, scena prima dell’AMLETO di Oronzo Canà 

VAR, o non VAR, questo è il dilemma: Se sia più nobile soffrire da, possibili, errori arbitrali causati da un freddo, cinico, strumento come il VAR o, semplicemente, affliggersi da svista arbitrare dovuta, per natura umana, all’imperfezione dell’essere umano?”. Ancora, oggi, mi arrovello, confuso, nel seguente quesito: “E’ più accettabile soffrire per uno sbaglio dovuto, per esempio, alla possibilità che gli eventi negativi possano, malgrado, capitare per la legge della statistica o tormentarsi, dunque, per una possibile svista del VAR che, al contrario, dovrebbe ridurre drasticamente, sempre in modo statistico, la probabilità di un errore di natura umana?”.

“Var, o non Var, questo è il dilemma: Se sia più nobile per un tifoso di calcio soffrire per un ordinario, naturale, errore arbitrale o prendere armi, con fermezza, contro il VAR, talvolta così macchinoso, freddo, calcolatore, cinico e, per sino, occulto da lasciare, profonde, cicatrici di diffidenza nell’animo umano che, spesso, grida opponendosi per la sua fine?”.

In realtà sarebbe, per tutti, più semplice tollerare, accettare e fidarsi, a cuor sereno, del prossimo…nient'altro, e solo con una decisione - sia quella della VAR sia quella dell’arbitro - dire che poniamo fine al dolore del cuore e alle mille sofferenze, naturali, di cui è erede la carne: è una conclusione da desiderarsi devotamente.

Quanto sopra è stato scritto, seppur degno di lode, non è possibile, affatto, da realizzare a causa della natura, sospettosa, dell’essere umano; per questo motivo, mi domando: “E’ giusto tollerare, accettare, per sino, infine, fidarsi di tutte quelle scelte sbagliate o giuste che siano?”.

“Sì, questo è il vero ostacolo perché in quella fiducia, ingenuamente risposta, quali pensieri possano venire in mente dopo un possibile torto a sfavore?” Deve, almeno, farci riflettere.

È questo, secondo il sottoscritto, lo scrupolo che dà al tifoso una possibile scelta sia a favore che a sfavore del VAR.

Perché chi, tra tifosi, ingiustamente defraudati da un possibile torto a causa del VAR sopporterebbe, a cuor sereno, una decisione così ambigua che potrebbe, addirittura, condizionare per sino volutamente, secondo un disegno predefinito, il proprio o altrui destino? In questo fardello dell’intelletto, in esso, si aggroviglia l’insolenza, muta, delle cariche ufficiali che non fanno chiarezza neppure davanti a un episodio definibile ambiguo, pascolando come, muti, agnellini e dimenticando, a torto, che la parte offesa (il tifoso) potrebbe darsi quietanza, egli stesso, con un semplice stiletto: il disamore per il calcio.

Inoltre, ciechi, sottovalutiamo che il calcio è soltanto un gioco che ha tra le sue funzioni, principali, quella di allontanarci - aimè solo per poco - dalla triste routine, quotidiana, alla quale siamo, involontariamente, schiavi e assuefatti, per sino, mortalmente: “E’ questo che ci fa sopportare i mali che abbiamo piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?”

Così la coscienza ci rende tutti codardi……………...

 

Riflessioni

A parte la Tragedia, magistralmente, narrata dal sottoscritto, l’episodio negativo di Torino deve fare riflettere, subito, tutto il mondo del pallone compreso i tifosi, amici, bianconeri. Attraverso questo articolo, Il sottoscritto non vuole, affatto, sottintendere la cattiva fede da parte degli arbitri che, comunque, ponderano il loro giudizio, da sempre, a favore dei potenti penalizzando i più deboli. È un fattore oggettivo, spero incontestabile, la seguente considerazione: “L’ausilio della tecnologia, il VAR, non ha portato, a oggi, l’atteso valore aggiunto anzi essa ha fatto più danni che virtù!”.

Secondo il mio modesto parere, il VAR dovrebbe essere utilizzato il meno possibile perché il pericolo, concreto, è quello di trasformare un episodio, quantomeno, dubbioso in un fatto intenzionale con l’aggravante della premeditazione.

Sarebbe bello, come ho scritto nella mia personale tragedia, vivere in un mondo dove, in realtà, sarebbe più semplice tollerare, accettare e fidarsi, a cuor sereno, del prossimo…nient'altro, e solo con una decisione dire che poniamo fine al dolore del cuore e alle mille sofferenze, naturali, di cui è erede la carne……….ma come tutti sanno, data l’età, questo non è possibile, perché la coscienza ci rende tutti codardi……….

Oronzo Canà