L’Articolo 64 del Codice Penale specifica che chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei a tre anni con la multa da cinquantuno euro a milletrentadue euro.

Signori e signore, se non lo avete ancora capito, l’Articolo 64 del Codice Penale ha come titolo, una sostantivo femminile: Truffa!

Si ritiene che la parola truffa deriva dal francese truffe, che tradotto in italiano significa “tartufo”!

Alzi la mano, chi non ha mai pensato: “Si stava meglio, quando si stava peggio?”.

Eppure non è così, tutte le epoche hanno le loro buone o cattive contraddizioni. Pensate che nell’antichità c'era chi ingannava i golosi con la promessa di un tartufo, poi resa vana da un losco raggiro!

Ma il tartufo è in buona compagna, non è l’unico alimento commestibile da cui si pensa abbia avuto origine il sostantivo femminile truffa. Quante volte abbiamo utilizzato il termine “infinocchiare” per descrive una circostanza che, a torto o a ragione, ci ha penalizzato o favorito oltremodo? Gli antichi non erano, certo dei santi; infatti sembra che utilizzassero il finocchio come antipasto per ingannare il gusto del clienti nei confronti di un vino di scarsa qualità.

Altro che trattorie da incubo! Gli antichi, erano furbi e saggi, con un solo alimento imbrogliavano il palato, minimo sforzo massimo profitto, e soprattutto (beati loro) potevano fare a meno dell’inutile Cannavvaciulo!

Furtivamente, quando meno te lo aspetti, il sostantivo femminile “truffa” entra, a crudo, nella nostra “misera” vita: È soltanto una questione di tempo, prima o poi tutti prenderanno o daranno un bel finocchio su per la bocca o giù in quel posto! A voi la scelta; Per carità ce chi a chi piace, de gustibus non es disputandum.

Dovete sapere che la truffa, poco discreta, dimora in tutte le attività umane: dalla giurisprudenza alla letteratura, dal cinema al teatro, dalla musica allo sport! C'è solo l’imbarazzo, a voi la scelta!

Ci tengo, un aspetto deve essere chiaro: la signora truffa non si lascia intartufare e tantomeno infinocchiare da nessuno, perché Lei ci conosce meglio di chiunque altro! È una patologia congenita dell’essere umano!

Se avete ancora dei dubbi, fatevi sotto, chiedete a Nicolò Zaniolo che in una frazione di secondo ha dovuto, suo malgrado, fare i conti con la signora truffa.

Roma Vs Altetico Bilbao: 1-2

Nessun trofeo in ballo, il risultato favorisce gli spagnoli fino a quando la palla di gioco carambola, beffarda, sul braccio del giovane centrocampista giallorosso: l’arbitro fischia un calcio di rigore, a torto o a ragione, a favore di Zaniolo.

E allora cosa c'è di male? Quale sarebbe l’artifizio o il raggiro?

In questo caso, più che parlare di truffa, mi sento di scrivere con certezza assoluta, data la somma esperienza, che ce stato un tentativo “ingenuo” d’infinocchiamento di Zaniolo ai danni dei calciatori spagnoli;

Non mi sembra che il termine infinocchiamento sia citato dall’articolo 64 del codice penale o mi sbaglio?

Eppure tifosi, giornalisti e moralisti esperti nell’antica arte dell’infinocchiamento, ricevuto e dato, non lo hanno capito con la conseguenza che fiumi di inchiostro sono stati riversati nella vita di un povero diciannovenne;

Bufera su Zanilo: nega un tocco di mano in area in amichevole, indignazione sui social (TUTTONAPOLI);

Roma-Athletic club 2-2-La gara sui social: “Non una bella figura da parte di Zaniolo, ma non dimentichiamoci che è un ragazzo”; (VOCE GIALLOROSSA);

Zaniolo: “Ho commesso un errore, mi scuso” (Corriere dello Sport);

Roma-Athletic, valanga di insulti a Zaniolo sui social: il calciatore inganna l’arbitro Maresca (Area Napoli.IT)

Le scuse di Zaniolo per l’autofallo di mano: "Non ho avuto la lucidità per capire cos’era accaduto" (il Messaggero);

Zaniolo si scusa: Athletic ringrazia (www.Ansa.it);

 

E’ proprio vero che si stava meglio, quando si stava peggio!

Gli antichi avevano sempre ragione, a torto o a ragione, tu chiamala se vuoi: l’arte dell’infinocchiamento! 

Mr. Oronzo Canà