PREMESSA

Lo sai per un gol io darei la vita, la mia vita. Che in fondo, lo so, sarà una partita infinita. È un sogno che ho, è un coro che sale a sognare. Su e giù dalla Nord, novanta minuti, per segnare nerazzurri noi saremo qui: nerazzurri pazzi, come te nerazzurri. Non fateci soffrire, ma va bene, vinceremo insieme! Amala! Pazza Inter amala! È una gioia infinita che dura una vita. Pazza Inter amala! Vivila! Questa storia vivila. Può durare una vita o una sola partita. Pazza Inter amala! E continuerò nel sole e nel vento, la mia festa. Per sempre vivrò con questi colori nella testa, nerazzurri io vi seguirò. Nerazzurri sempre lì vivrò. Nerazzurri questa mia speranza. E l'assenza io non vivo senza!!! Amala! Pazza Inter amala! È una gioia infinita che dura una vita. Pazza Inter amala! Seguila! in trasferta o giù in città. Può durare una vita o una sola partita. Pazza Inter amala!!! Là in mezzo al campo c’è un nuovo campione. È un tiro che parte da questa canzone. Forza non mollare mai!!! AMALA!!! Amala Pazza Inter amala! È una gioia infinita che dura una vita. Pazza Inter Amala!!! Pazza Inter Amala!! AMALA!!!!

Quanto proposto è il testo integrale di Pazza Inter, inno non ufficiale del Football Club Internazionale Milano. Con questa canzone i tifosi nerazzurri dichiarano amore, eterno, per la squadra del cuore, nonostante essa sia un po' pazza.

Tanto per fare l’avvocato del diavolo, voglio proporre al lettore un’alternativa valida al sentimento nobile dell’amore, per la propria squadra del cuore, attraverso una serie di concetti scientifici e psicologici.

Prima d'iniziare, per riscaldare l'ambiente, consentitemi di dedicare, a tutti voi,  una poesia sull’amore scritta da un poeta, sconosciuto, pugliese:

TU

Tu

Puoi sempre

Danza nuda e scalza

Sorridi della mia solitudine.

Tu

Puoi sempre

Sazia d’amore

Assettata di sangue

Tu

Prendimi, tagliami e mangiami

Tu puoi sempre

Musa, carezza e passione

Irraggiungibile

Tu puoi sempre

Ombra e forma

Ispirata e ispiratrice

Tu

Danza fino all’alba

Celebra la mia pazzia

Tu

Amore

Puoi sempre.

D.C.

 

“NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE, TUTTO SI TRASFORMA”

A seguito della sconfitta della Roma, mi sono svegliato con un pensiero fisso: “E se il mio rapporto con il calcio, nel tempo, si fosse trasformato da un sentimento di amore a un altro differente di affettività tipo simpatia o amicizia?”. Al fenomeno della trasformazione della massa c’è una spiegazione fisica, che può essere utilizzata per definire il processo di trasformazione dell’amore in un altro sentimento, seppure, meno nobile.

Per la legge della conservazione della massa: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Chiarito questo concetto fondamentale, possiamo ora domandarci: "Quali sono i disturbi che consentono di riconoscere l’insorgenza di una patologia di disinnamoramento per il calcio?".

 

I SINTOMI DELLA MALATTIA

Sonnolenza:

Disturbo che si manifesta nel tifoso di calcio subito dopo i quarant’anni, in concomitanza con l’ingrossamento benigno della prostata. Il soggetto, a prima vista, non presenta sintomi fisici evidenti fino a quando, poco prima del fischio d’inizio, tende a cadere esanime tra le braccia di Morfeo con una conseguenza, “gravissima per un tifoso”: perdere il momento cruciale, quello delle formazioni ufficiali. Dopo pochi minuti d'inutilizzo, sul risultato fermo sullo 0-0, il cervello va in standby e per ripartire ha bisogno di una password: “Cretino svegliati perché stai pagando inutilmente quaranta euro al mese per vedere le partire con Sky!”. Il cervello riparte a fatica con il comando sensi di colpa, al contrario il corpo resta in modalità di risparmio energetico. Senza dubbio, questa è la fase più critica perché può portate a una particolare condizione chiamata paralisi del sonno: sei sveglio e cosciente ma ti senti come paralizzato, anche sforzandoti non riesci ad alzarti dal divano per preparare un caffè, né a muovere un solo dito per alzare il volume della televisione. È un’esperienza davvero terrificante perché il soggetto colpito ha la sensazione di essere sveglio ma non lo è affatto, con la conseguenza “drammatica” di perdere goal e azioni di gioco della squadra del cuore. Talvolta, per i casi patologi gravi, si avvertono delle presenze minacciose come quella di Cesare Pompilio che parla, per ore, di letteratura e filosofia con Seneca e Platone. Per fortuna, nell’intervallo di gioco, tra il primo e il secondo tempo, il corpo esce dalla modalità di risparmio energetico o di paralisi del sonno. È il momento giusto, per perfezionare la soglia di attenzione e di concentrazione con la preparazione di un buon caffè: “Ah che bell’o cafè, pure in carcere ‘o sanno fa”.

Difficoltà nel camminare:

Dopo i primi quarantacinque minuti di gioco, il tifoso alzandosi di scatto, per la prima volta dal divano, presenta un forte dolore alle articolazioni di anca, ginocchia e piede e ai muscoli della coscia, dei glutei e della gamba. L’uomo, in modalità bradipo, deambula a fatica verso il bagno. Tra sbadigli disumani, peti puzzolenti e grattini nelle zone basse del corpo (glutei e pube), dopo pochi metri percorsi, il caso patologico raggiunge la destinazione finale dove egli può, finalmente, esplicare i naturali fabbisogni fisiologici; il soggetto patologico, anche se sollecitato dal partner, non manifesta nessuna volontà di tirare lo scarico e, tanto meno, di lavarsi le mani con il sapone: meglio non sprecare energie preziose per l’inizio del secondo tempo della partita.

Disturbo della concentrazione:

Il soggetto patologico, durante la partita di calcio, si distrae molto facilmente intensificando l’utilizzo del proprio smartphone. Nello specifico, egli guarda la partita e contemporaneamente controlla lo stato, su WhatsApp, di amici e parenti. La situazione è molto grave, quando il soggetto decide di spiare lo stato WhatsApp di contatti telefonici, inserirti e mai cancellati, utilizzati saltuariamente per comunicazioni di servizio con i fornitori: il titolare rumeno di una ditta di ristrutturazione, il broker lombardo che ti ha concesso il mutuo, l’imbianchino marocchino e il rider africano che ti consegna la pizza a domicilio. Non appagato dall’azione di spionaggio internazionale, il soggetto controlla con frequenza compulsiva gli ultimi aggiornamenti dei social network installati sullo smartphone (Facebook, Twitter, Instagram e LinkedIn). Il disturbo della concentrazione tende ad aggravarsi per il tifoso medio italiano per via del campionato di Seria A, il più noioso torneo d’Europa. La malattia raggiunge uno stadio terminare quando, durante una partita di calcio, il soggetto preferisce seguire l’intervista di Barbara D’Urso a favore di un “coraggioso” Matteo Salvini.

Perdita di memoria:

Il soggetto presenta sintomi, di disfunzione celebrare, che si manifestano con difficoltà di memoria e di linguaggio. Lo stato di vuoto celebrale si aggrava, soprattutto quando il soggetto colpito deve ricordare, pronunciare o scrivere i nominativi dei seguenti calciatori: Hakan Çalhanoğlu, Wojciech Szczęsny, Cengiz Ünder, Kalidou Koulibaly, Henrix Mxit'aryan, Kwadwo Asamoh, Krzysztof Piątek, Eljif Elmas, Elsed Hysaj, Bartłomiej Drągowski e Szymon Żurkowski.

Disturbo della personalità:

Nelle prime settimane di campionato il tifoso di  calcio, soprattutto quello che non vince mai, presenta una variazione nel comportamento e nella personalità che si manifesta in:

  • Ipocondria: ai primi risultati negativi, il soggetto vive il campionato di calcio con la preoccupazione morbosa che la squadra del cuore possa essere gravemente malata con nessuna possibilità di guarigione. Questa condizione è basata sull’errata interpretazione delle caratteristiche tecniche dei nuovi calciatori, quest’ultimi sono “sempre” più scarsi di quelli della passata stagione. Un nuovo allenatore può aggravare la situazione d'ipocondria del tifoso scontento.

  • Delirio di onnipotenza: il soggetto è convito di essere in grado “da solo” d'invertire il trend di risultati negativi della sua squadra. Per questo motivo, egli comincia a dispensare suggerimenti per il nuovo modulo di gioco da adottare e sulla migliore formazione titolare da mettere in campo. Inoltre il soggetto patologico non è capace di provare empatia verso allenatore, calciatori, dirigenti e presidente della squadra perdente. Il soggetto tende a creare continue relazioni sulle pagine di www.calciomercato.com allo scopo di specchiare, in maniera grandiosa, il proprio sé attraverso commenti deliranti e di onnipotenza: “Perché io so io e voi non siete un ca(zzo)”.
  • Eloquio o comportamento disorganizzato: prima, durante e subito dopo una partita di calcio, il soggetto “tifoso” utilizza, con il partner, un modo di esprimersi che non segue connessioni logiche previste tra i pensieri o tra le domande e le risposte. Ad esempio durante un calcio di rigore a favore della squadra avversaria, il soggetto interferisce con il partner in maniera confusa, saltando da un argomento all’altro, senza neppure concludere un pensiero:

    Il partner:Amore, domani andiamo al cinema?”;

    Il soggetto:Va bene! Cosa c’è di bello da vedere? Nooo cavolo! Hanno assegnato un rigore a sfavore della Roma! Scandalo, il rigore non c’era proprio! Vedi, Vedi anche tu! (lei sta lavando i piatti). Dai su, muoviti vedi! Lo vedi? (lei si sta asciugando le mani). Quando ti chiamo, non ci sei mai! Sei proprio come tua madre! Ma nooo! Dai il rigore non c’è proprio! Che scandalo! Come è possibile che non sia stato visto dal VAR? Solo in Italia succedono queste cose! Scusa, amore cosa dicevi per domani? Devo comprare uno o due litri di latte? I sacchetti della plastica?”.

  • Allucinazioni: Soprattutto quando la squadra del cuore è in svantaggio, il soggetto vede un fallo da rigore, a favore, ogni volta che uno dei suoi beniamini cade o inciampa in prossimità dell’aria piccola del campo di gioco: “Dai su Arbitro, quello è rigore grande come una casa! Cosa fai non vedi? Che scandalo!”. Il soggetto percepisce il contrasto di gioco come un atto gravissimo d'intimidazione ai danni del suo beniamino. Lesa maestà che l’arbitro deve sanzionare in modo esemplare, sistematicamente con un cartellino rosso e con una squalifica di minimo sei giornate: “Dai Arbitro che fai non vedi? Buttalo fuori, quel………..”.

  • Estrema variazione del tono dell’umore (come la depressione): il soggetto è predisposto a cadere in uno stato di depressione profonda a seguito della sconfitta della propria squadra del cuore. I sintomi della malattia sono quelli comuni: perdita di energia, senso di fatica, disturbi della concentrazione, agitazione motoria e nervosismo, disturbi del sonno, mancanza di desiderio sessuale e ascolto compulsivo e ripetitivo della canzone, la Verità, di Brunori Sas: “Te ne sei accorto, sì che parti per scalare le montagne e poi ti fermi al primo ristorante e non ci pensi più. Te ne sei accorto, sì che tutto questo rischio calcolato toglie il sapore pure al cioccolato e non ti basta più. Ma l'hai capito che non serve a niente mostrarti sorridente agli occhi della gente e che il dolore serve proprio come serve la felicità. Te ne sei accorto, sì che passi tutto il giorno a disegnare quella barchetta ferma in mezzo al mare e non ti butti mai. Te ne sei accorto o no che non c'hai più le palle per rischiare di diventare quello che ti pare e non ci credi più. Ma l'hai capito che non ti serve a niente sembrare intelligente agli occhi della gente e che morire serve anche a rinascere. La verità è che ti fa paura l'idea di scomparire, l'idea che tutto quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà finire. La verità è che non vuoi cambiare che non sai rinunciare a quelle quattro, cinque cose a cui non credi neanche più. La verità è che ti fa paura l'idea di scomparire, l'idea che tutto quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà morire. La verità è che non vuoi cambiare che non sai rinunciare a quelle quattro, cinque cose a cui non credi neanche più”.

Cari lettori, se avete almeno uno di questi sintomi, correte di corsa dal dottore perché potreste essere affetti dalla sindrome di disinnamoramento precoce da calcio, malattia che colpisce i tifosi di tutto il mondo.

Orozo Canà vi vuole bene e per questo, solo per diletto, mi permetto di darvi un umile consiglio: “Non disperdete la vostra energia vitale pensando a quello che in futuro potreste fare o avere, non ne vale la pena!  Quello che oggi, ora e adesso noi abbiamo è molto più prezioso!".

 


La vita è fatta di piccole cose! La mia cura è la vostra felicità, perchè io caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'………..

Dedicato a mio fratello: Andrea

 

Oronzo Canà