Il 2 settembre è alle porte: data oltre la quale non saranno più consentite trattative di calciomercato per le squadre di Serie A.

Non solo il trasferimento di calciatori da un club all’altro, il calciomercato estivo ha raccontato, come ogni anno, soprattutto storie di vita vissuta con un significato più o meno profondo.

Come quelle di El Shaarawy, Barella, Dzeko, Nainggolan e Balotelli che hanno scelto il proprio futuro calcistico attraverso differenti parametri di valutazione: 

DENARO
Stephan El Shaarawy, ex attaccante della Roma, ha preferito una “vagonata industriale” di renminbi cinese a un campionato più competitivo, come quello della Serie A. Il tempo di un caffè, l’italiano di origini egiziane è emigrato “volontariamente” in Cina per uno stipendio base di sedici milioni netti a stagione. Niente male per un calciatore che non ha vinto nulla in carriera, valutato semplicemente da tifosi e giornalisti come l'eterna promessa del calcio italiano. 
Il Faraone, in questo caso Zio Peperone, è diventato il calciatore italiano più pagato nella storia.  Paradosso del calcio moderno.

OPPORTUNISMO
Appena un anno fa Aleksandar Kolarov, forte terzino serbo, aveva preso la decisione di lasciare definitivamente la fredda e piovosa città di Manchester per fare ritorno in un ambiente più caldo e passionale come quello della Capitale, sponda giallorossa.
Pep Guardiola, dispiaciuto, dichiarò: "È stato lui chiedere di andare via e a me dispiace perché ci avrebbe dato una mano. Ma non posso trattenere giocatori che non sono contenti e la Roma per Kola è una grande opportunità".
Spesso ciò che conviene fa dimenticare ciò che è giusto: Il Manchester City del dopo Kolarov ha vinto due Premier League di seguito, al contrario la squadra romana ha portato a casa zero titoli.

AMBIZIONE
Nella storia del calcio ci sono stati calciatori, per fortuna, che non hanno avuto come obiettivo principale unicamente il denaro, soprattutto quello di vincere qualcosa d'importante durante la propria carriera.
Come il giovane Nicolò Barrella che, in questa sessione di mercato, ha rifiutato perentoriamente il trasferimento alla Roma di Petrachi nonostante il presidente del Cagliari avesse raggiunto da settimane un accordo importante con il club giallorosso. 
Denaro e stile di vita sono stati messi in secondo piano dal forte centrocampista cagliaritano, con la prospettiva di vincere qualcosa d’importante con i colori nerazzurri.

“Spes ultima dea”, la speranza è l’ultima dea che risiede dal capezzale di Antonio Conte e Giuseppe Marotta? Prossimamente, la risposta sul rettangolo verde: a calcio si gioca, per fortuna, undici contro undici! Le chiacchiere non portano punti. 

SENTIMENTO
Episodio singolare è stato quello che ha visto come protagonista Raja Nainggolan, costretto a lasciare la grande Milano nonostante fosse considerato a unanimità il migliore centrocampista della rosa nerazzurra. Gli episodi negativi, fuori dal campo, hanno inciso in maggior misura rispetto alle prestazioni sportive comunque non di altissimo livello dello scorso campionato.

"Avevo sempre pensato di tornare in futuro a Cagliari, magari non pensavo che questo momento sarebbe arrivato quest’anno!" sono state le parole "sobrie" rilasciate dal centrocampista belga, dopo il trasferimento dalla metropoli del Nord Italia alla città Sarda. 
Non è mancata la stoccatina polemica alla sua ex squadra: "Forse non stavo simpatico a qualcuno!"

Conte e Marotta sono stati avvisati, Raja nuoce gravemente alla salute!

FAMIGLIA
Il lungo corteggiamento dell’Inter, iniziato alla fine dello scorso campionato, non è stato convincente: il forte centravanti bosniaco, Edin Dzeko, cogliendo tutti di sorpresa ha deciso di prolungare per altri due anni il contratto con la magica Roma.
La moglie Amra Siljdzic, ha prontamente elogiato, via social, la scelta “difficile” del marito.

"La Roma è casa nostra!"

Non è da escludere in un momento di litigo della coppia, una frase della signora del tipo: "La famiglia viene prima di tutto… E cosa ti ha promesso Marotta perché tu vendessi la nostra?"

RISCATTO
Infine, come ogni storia a lieto fine che si rispetta, la PARABOLA DEL FIGLIO PRODIGO che racconta la storia di riscatto del solito calciatore “sfigato” che ritorna a casa dopo aver sperperato ricchezze e talento in giro per il mondo.
Quest’anno è toccato al “povero” Mario Balotelli che grazie alla sua determinazione ed entusiasmo è stato acquistato dal Brescia, città dove è cresciuto.  Meno male che Mario Balotelli potrà usufruire del Decreto Crescita, che gli consentirà di guadagnare tre milioni di euro netti (più bonus) che al club costeranno solo 4,56 milioni di euro per il primo anno. 

Intanto il governo gialloblu è caduto, Conte ha rassegnato le dimissioni! Tutto questo non poteva accadere prima del 29 Giugno del 2019? Non avremmo avuto sia il testo di legge di conversione del Decreto Crescita che il ritorno in serie A di "super Mario",  eroe soprattutto  di marachelle e scherzi stupidi. 

Per fortuna l'articolo continua! 

Ci sono calciatori, in realtà pochi, che non rientrano in nessuno di questi parametri; se non quello di avere stabilito con il proprio club d’origine un legame molto forte, epidermico. 

AFFINITÀ
In questo requisito ci sono tutti i calciatori entrati dalla porta principale nella storia del calcio mondiale, diventando sia simboli che leggende per i rispettivi tifosi e club di appartenenza; semplicemente attraverso un legame chimico tra maglia ed epidermide che ha prodotto come risultato, una seconda pelle.

Paolo Maldini, Giuseppe Bergomi, Francesco Totti, Giacinto Facchetti, Franco Baresi, Giampiero Boniperti, Tony Adams, Jamie Carragher, Sepp Maier, Michael Zorc, Julen Guerrero e Ryan Giggs è la lista di pochi eletti che hanno indossato solo una maglia, dall’apertura alla conclusione della propria carriera nel grande calcio. 

 

Aspettando Messi…
Come ogni anno, anche quest’anno il calciomercato ha raccontato storie di vita di ordinaria routine!

 

 

Mr. Oronzo Canà