Per capire l'inizio di stagione drammatico e distopico del Manchester United basta analizzare alcuni dati che ci vengono forniti dall'evidenza del campo; nelle quattro giornate di Premier League disputate dai Red Devils sono stati raccolti solo 6 punti, con due pesanti ko casalinghi ad opera di Crystal Palace e Tottenham, costretti a passare inevitabilmente alla storia. Le altre due sfide, quelle vinte, sono state gare turbolente, piene di emozioni. A Brighton i ragazzi di Solskjaer hanno gioito e respirato in extremis per un calcio di rigore assegnato con il Var a gara conclusa, mentre nella trasferta di Newcastle di ieri sera è successo il finimondo; prima un autogol da paperissima di Luke Shaw, poi il pareggio del discutissimo Maguire e infine, dopo il clamoroso penalty fallito da Bruno Fernandes sono arrivate le stesse reti del portoghese e i sigilli di Wan Bissaka e Rashford, a chiudere una gara che iniziava a diventare pesante e nauseante per tutti.

Insomma, un inizio di stagione rocambolesco in stile Playstation,  peccato però che siamo nella vita reale e il peso delle sconfitte o dei mezzi passi falsi si fa sentire come un macigno sulla schiena. Il primo a finire sul banco degli imputati è sempre lui, Ole Gunnar Solskjaer, considerato ogni anno come il primo tecnico a rischio esonero. Anche in questa stagione le probabilità di vederlo lontano da Old Trafford sono altissime, con le ombre di Pochettino e Allegri che giorno dopo giorno avanzano sul cielo industriale di Manchester. A condannare il lavoro del norvegese sono proprio i risultati altalenanti della squadra, troppo spesso vittima di leziosismi e poca cattiveria agonistica in fase offensiva e difensiva. I problemi ci sono e rimarrano, anche se la vittoria ottenuta al St. James Park ai danni di un Newcastle caparbio sotto ogni aspetto darà un sospiro di allievo allo stesso Solskjaer almeno per una notte, nell'attesa dell'inizio della Champions che vedrà contrapposti martedì prossimo i Red Devils al Psg.

Una gara che potrà dire molto, se non tutto, sul futuro di Ole. Onestamente noi che vediamo ogni partita facciamo fatica a capire le sue scelte iniziali di formazione, che ad ogni giornata sorprendono tutti. L'ultimo capitolo è andato in scena proprio nella serata di ieri, quando il norvegese per vendicare il 6-1 patito contro gli Spurs ha dato fiducia a mezze riserve o a calciatori che non sono dei titolari fissi; davanti al solito De Gea la difesa per fortuna non è cambiata, ma a centrocampo dentro Fred e McTominay, con Mata schierato in attacco dal primo minuto al sostegno di Bruno, Rashford e James. Scelte assai discutibili che non tengono conto del vero acquisto effettuato dai Red Devils nel mercato estivo, Donny Van de Beek.

Colui che aveva fatto innamorare i tifosi dell'Ajax con il suo tocco di palla cristallino e la sua abilità nel segnare gol decisivi è stato letteralmente sbattuto in panchina. E' così adesso ed è stato così fino ad ora. Che sia diventato scarso tutto insieme? I numeri non lo dimostrano, ed è per questo che non riusciamo a comprendere il motivo di tale scelta, anche perchè i risultati dei Red Devils sono stati altalenanti e non avere il coraggio di mettere in campo l'olandese in un periodo storico come questo è un errore da matita rossa. Un vero peccato, dicevamo, perchè Van De Beek merita molto di più.

L'augurio più grande è che l'olandese possa scendere in campo nella sfida ad altissima tensione di martedì sera. Quella Champions che lo ha reso grande e che potrà farlo diventare titolare indiscusso del Manchester United, se Solskjaer vorrà. Insomma, si apre una strada in cui le possibilità di sbagliare sono pressochè nulle, perchè da ora fino alla prossima sosta si giocherà ogni tre giorni e per non avere cali fisici e di tensione la figura dell'allenatore sarà determinante. Forse il periodo più delicato per Solskjaer, ma anche quello che potrebbe permettergli di salvare la panchina, magari grazie alla Champions League. A lui sarà affidato il compito di scegliere i giocatori, sapendo che se mai lo desidererà in panchina c'è un nuovo arrivato, un ragazzo biondo e con gli occhi azzurri. Lo chiamavano Van De Beek, ed era uno dei migliori centrocampisti al mondo.