Sorridere sì, ma non troppo.
L'urna di Nyon è stata abbastanza "benevola" con l'Inter, evitando agli uomini di Inzaghi sfide proibitive come quelle contro Manchester City o Real Madrid. A Milano arriverà il Porto, la stessa squadra che due anni fa era stata sbeffeggiata dalla Juventus e che invece eliminò proprio i bianconeri negli ottavi di Champions. Un parallelismo che rischia di proseguire se i nerazzurri sottovaluteranno l'avversario: il bilancio sorride all'Inter, visto e considerato che negli ultimi precedenti abbiamo due vittorie, un pari e un solo ko, eppure alla Pinetina sapranno bene che ogni sfida è preziosa e le trappole sono sempre dietro l'angolo. 

Vero è che al momento il Porto non è più quella squadra che lo scorso anno festeggiava il suo 30esimo campionato. I Dragoes soffrono infatti un distacco importante dal Benfica e anche in Champions se l'Atletico Madrid non avesse buttato via la qualificazione i portoghesi sarebbero quantomeno in Europa League. Poco importa, sono arrivati agli ottavi e giustamente se la giocheranno. Con l'iraniano Taremi, autore di ben 5 reti fino ad ora e con l'esperienza romantica e brutale dell'ex Real Pepe, vera guida difensiva in un reparto che assieme a Cardozo difende la porta di Diogo Costa, uno dei più promettenti portieri in giro dell'Europa e già titolare della nazionale portoghese.
Perchè se gli interpreti cambiano, la sostanza del Porto è sempre quella: antico 4-4-2, prima la difesa e poi il contropiede. Certo, c'è anche la qualità degli Otavio e degli Uribe di torno, però l'Inter si troverà di fronte una banda di lottatori che pur essendo consapevoli dei limiti tecnici cercherà di organizzare la partita "sporca", nervosa e incerta fino alla fine. Motivo per cui i nerazzurri dovranno prestare attenzione agli uomini in campo, ma anche al tizio seduto in panchina.
Quella vecchia conoscenza di San Siro, Sergio Conceicao, compagno di squadra di Simone Inzaghi nella Lazio dell'ultimo scudetto. I due si stimano a vicenda e si conoscono molto bene, ma c'è un fattore che nessuno considera: il portoghese Conceicao come allenatore è migliore di Inzaghi, essendo più aperto nella mentalità nonché più predisposto nel portare a casa la partita anche se questa si trasforma in una lotta senza quartiere. E ritorniamo dunque al famoso discorso sugli "episodi a sfavore" che tanto piacciono a Inzaghi: con il Porto è doveroso lottare e non piagnucolare davanti alle telecamere. Perché anche la Juve aveva esultato al sorteggio, e poi tutti conoscono come andò a finire.
Sorridere sì, ma non troppo.