Essere o non essere? Un tempo l'espressione apparteneva al modello amletico di Shakespeare, oggi invece può essere traslata all'interno dell'ambiente Inter, dove si è appena consumato il tradimento perfetto. Il gruppo Suning, osannato qualche giorno fa per la vittoria del suo primo scudetto, si è macchiato adesso di un opportunismo studiato nei minimi dettagli: a farne le spese proprio Antonio Conte, messo alla porta e tradito dallo stesso Marotta in nome di un ridimensionamento che dovrebbe portare l'Inter a cedere almeno un big (si parla di Hakimi), risanare il bilancio e cercare di mantenersi da un punto di vista agonistico nelle prime posizioni in classifica. Simone Inzaghi, che sarà il nuovo allenatore nerazzurro, è già entrato in contatto con i giocatori e presto detterà le linee da tenere in considerazione per il mercato. Peccato per lui che a Milano è veramente difficile creare un qualcosa di serio, soprattutto con una proprietà del genere. Che cosa avranno architettato a questo giro?
Proviamo a dire la nostra.

CONTE MESSO ALLA PORTA: Che Antonio Conte sia un grande allenatore è fuori dubbio. Il problema è che quando decidi di organizzare un progetto con lui devi essere in grado di soddisfarlo nei minimi dettagli, perchè Conte porta trofei se lo accontenti, altrimenti la corda si spezza, come avvenuto qualche giorno fa. A questo giro l'ex tecnico di Chelsea e Juventus è stato messo alla porta non solo da Suning, ma anche da Marotta, il quale non ha fatto niente per difenderlo, esattamente come accadde qualche estate fa a Torino. Che sarebbe stato impossibile attuare un progetto ben saldo e a lungo tempo Zhang lo sapeva già dal patto di Villa Bellini, quando Conte sposò nuovamente la causa nerazzurra perchè credeva davvero in qualcosa di importante: invece lo hanno tradito e lui, da personalità forte, ha abbandonato la scialuppa dopo aver riportato l'Inter allo scudetto ed essersi vendicato sulla Juve.

LA CONTINUITA': Cosa fare a quel punto? Semplice, scegliere un allenatore simile a Conte almeno sotto l'aspetto del modulo messo in campo. Sarri non poteva essere la giusta via perchè avrebbe richiesto determinati giocatori e con gli Europei di mezzo sarebbe stato difficile accontentarlo in breve tempo; discorso diverso invece per il tecnico del Porto Conceicao, il quale non ha mai allenato in Italia e sarebbe stata una scommessa rischiosa; oppure era stato fatto il nome di Mihajlovic, che però non stuzzicava particolarmente l'ambiente nerazzurro. L'unica carta possibile a quel punto è passata tra le mani di Marotta, che ha scelto Simone Inzaghi per la continuità e perchè comunque in questi anni ha dimostrato di essere un ottimo allenatore alla Lazio, vincendo addirittura una coppa Italia e due supercoppe italiana. Il rischio è alto perchè non si tratta di un allenatore che ha il giusto appeal e soprattutto nessuno sa come potrà ambientarsi in una società che ha da sempre la stampa contro e i tifosi pronti a criticare dopo due partite senza vittorie. 

SOLUZIONE CONTRATTO: Un biennale, con opzione per il terzo anno. Questo al fine di preservare un minimo di fiducia per il futuro operato del tecnico e sperare che la situazione economica possa comunque migliorare, magari facendo tornare i tifosi allo stadio che portano introiti vitali per le casse di ogni club. L'opzione per il terzo anno, anche quella, è stata studiata nei minimi dettagli: due stagioni per valutare l'andamento della squadra e il percorso in Italia e in Europa, per poi decidere all'unisono se prolungare almeno di un anno il contratto di Inzaghi. Significa toccare il 2024.

OCCHI A MADRID: Già, il 2024. Anno importante per l'Atletico Madrid, visto che il contratto di Simeone salvo sorprese dovrebbe scadere proprio in quel periodo. Il Cholo, amato da tutti gli interisti come giocatore e allenatore, ha più volte dichiarato nelle passate stagioni che il suo futuro sarà a Milano, dove ha lasciato un bel ricordo e dove ritroverebbe il suo vero club italiano per eccellenza. Acquistare Simeone però vorrebbe dire mettergli a disposizione una squadra competitiva e, soprattutto, un progetto ambizioso, pluriennale, vincente: al momento l'Inter non può permetterselo, conoscendo Suning e il blocco imposto dal partito comunista cinese.
Un domani però nessuno può saperlo. E se adesso sembrerà un'utopia, ricordiamoci che nessuno dei tifosi avrebbe mai immaginato dopo lo scudetto un così drastico ridimensionamento. Suning non darà mai certezze, ma l'Inter ne ha bisogno, soprattutto la Curva Nord, che dall'addio di Conte adesso non perdonerà nessuno.