Non ci sono parole o citazioni per descrivere il contorno snervante e umiliante che circonda il mondo nerazzurro. L'Inter, così come la conoscevamo, si è dileguata dall'universo calcistico in quel fatidico giorno nel quale ha osato affidare la sua panchina ad Antonio Conte. Certo, nessuno si sarebbe mai aspettato un epilogo del genere, ma per capire quanto tale scelta sia stata folle e priva di ogni fondamento logico basti pensare che in quel periodo un certo Mourinho era senza squadra, proprio colui che avrebbe potuto risollevare il suo club preferito. Invece, Marotta, Ausilio, Zhang e probabilmente anche Zanetti (suddito di Suning) hanno optato per Conte, stigmatizzando un blasone che aveva sempre portato avanti altri valori, così come varie squadre. Il passato juventino non ci combina niente, se si è veri allenatori. Ma i video di quel famoso 5 maggio che vedeva l'attuale tecnico nerazzurro saltare e cantare a squarciagola insieme ai bianconeri (di cui era il capitano) ci sono ancora sul web, e probabilmente non se ne andranno. Forse questo piccolo aspetto a Milano se lo sono dimenticati, eppure adesso Marotta e soci pagheranno, come giusto che sia.

Sì, perchè dietro l'umiliazione subita contro il Real Madrid c'è un oceano pieno di errori societari, più travagliato dell'Odissea di Omero. Perdere con il peggior Real della storia non è da tutti, così come uscire dai gironi di Champions con due turni di anticipo, quando il povero e martoriato Spalletti veniva attaccato per essersela giocata fino in fondo in un gruppo di ferro capeggiato da Tottenham e Barcellona. Conte vuole godersi il percorso, cercando di ricreare la sua prima Juventus all'interno dell'Inter. E allora spazio al suo ostinato e perdente 3-5-2, quell'evoluzione del calcio (a suo parere) che lo ha portato di fatto a vincere solo due partite di Champions con i nerazzurri e a subire un'incresciosa quantità di gol in ogni competizione. Era colpa di Godin, ricordiamolo. Per non parlare di Eriksen, letteralmente umiliato anche ieri sera quando è stato messo in campo a quattro minuti dalla fine, con un risultato già compromesso. Infine, il giocatore per eccellenza di Antonio Conte: Vidal. Arrivato a San Siro dopo essere stato inseguito per due sessioni di mercato, il cileno ha contribuito con la sua condotta antisportiva ad annebbiare ancora di più la storia dell'Inter, omaggiata da campioni in quel reparto dal calibro di Simeone, Sneijder, Cambiasso e Stankovic, senza tralasciare le vecchie glorie. La parentesi tra Vidal e l'arbitro Taylor è un pessimo esempio per tutto l'intero panorama calcistico, soprattutto per le scuole calcio. Un calciatore che dopo essere stato ammonito per proteste decide di andare sul muso al direttore di gara è solo un esaltato, o semplicemente, non è degno di giocare ad alti livelli. Conte aveva giocato carte false per riaverlo in squadra, ma il suo "tradimento" ha colpito violentemente anche lui e lo costringerà ad alzare bandiera bianca, se non lo ha già fatto.

Con una Champions ormai compromessa e un campionato aperto, ma impossibile da vincere, la società Inter dovrebbe chiedere scusa ai tifosi, i quali non perdono mai la speranza e non vedono l'ora di tornare allo stadio. A tutto c'è un limite, e questa volta capiamo le lamentele dei supporters nerazzurri che scrivono "Conte-out". Non sarà possibile, perchè l'ex tecnico del Chelsea percepisce uno stipendio annuo di 11 milioni ed esonerarlo obbligherebbe di fatto a mettere sotto contratto un terzo allenatore, a meno che non torni Spalletti. Da una parentesi come questa si è capito che l'Inter per vincere ha bisogno dei veri interisti e i risultati lo dimostrano. Adesso il filo è tirato al massimo, nonostante una stagione che ha ancora molto da dire. Ma Conte e Vidal hanno umiliato i nerazzurri.
Se la società è seria e non gestisce un circo almeno abbia la correttezza di chiedere scusa, perché i tifosi non si meritano questo.