Quando al termine di Psg-Atalanta il "simpatico" personaggio di Raymond Domenech affermò che la leggenda degli allenatori italiani come grandi tattici resterà soltanto una leggenda si prese sul groppone una miriade di critiche. Tutte giuste, considerando che il bersaglio del francese, ossia Gian Piero Gasperini, aveva appena perso una partita all'ultimo minuto di recupero contro un corazzata il cui valore è pari al triplo di quello dell'Atalanta. Il sorriso beffardo di Domenech ebbe la meglio, eppure il Karma colpisce tutti, non guarda in faccia a nessuno.

Quattro pareggi e tre sconfitte in sette partite. Questo il macabro tabellino del "fenomeno" al suo ritorno in panchina, precisamente alla guida del Nantes. Era stato ingaggiato il 26 dicembre scorso dopo un'inattività pari a 10 anni (chiediamoci il perchè) e così come è stato chiamato lo hanno subito esonerato, giustamente. Aveva come incarico quello di risollevare la squadra francese dai bassifondi della classifica, invece è prontamente rimasto nel limbo dell'insuccesso, sospeso tra la rabbia per l'occasione persa e l'ennesimo suo fallimento personale. Il Nantes adesso è terzultimo in classifica, con 19 punti e con un digiuno di vittorie che dura ormai da 16 partite, comprese le sette di Domenech. Capolavoro assoluto.

Come gli eroi dei romanzi epistolari, l'ex ct della Francia, positivo al Covid ma poi negativizzato negli ultimi giorni, ha fallito ancora alla guida di un club. Lui che doveva essere il maestro della tattica, dell'equilibrio e delle conquiste a differenza degli allenatori italiani non è riuscito a durare in panchina neanche per dieci giornate di campionato: chissà che cosa sarà avvenuto, colpa della sfortuna o dell'incompetenza? Sicuramente il nostro bel Paese, almeno per una volta, non ci combina niente. 

Ci combina invece la sua solita "leggenda sul tatticismo italiano", ripetuta sicuramente dal caro Domenech più e più volte nelle varie televisioni francesi. Probabilmente i nostri allenatori non saranno invincibili, avranno i loro pregi e i loro difetti, come tutti. La loro preziosa cura sulla tattica però ha regalato enormi soddisfazioni, da Sacchi a Capello, passando per Ancelotti. Il fatto invece che Domenech si sia dimostrato un perdente in panchina non può essere considerata una leggenda, è la pura verità.
Alla fine aveva ragione Condò, l'Italia lo ringrazia ancora per aver allenato la Francia in quel famoso mondiale del 2006. Con un allenatore diverso, forse quella finale potevamo pure perderla.