Inutile stare a sottolinearlo, il marchio di fabbrica di Antonio Conte è sempre stato uno: la difesa a 3. Uno stile di gioco unico, un solo modulo, meccanismi rodati e tanta intensità, sia in allenamento che in campo. Così è stato alla Juventus, al Chelsea e purtroppo anche all'Inter. Purtroppo, perché in casa nerazzurra il 3-5-2 contiano non è stato mai amato nel corso della storia; ne sanno qualcosa Gasperini e Mazzarri, silurati in pochissimo tempo perchè non in linea con le aspettative dell'allora dirigenza. Le cose non sono cambiate, anzi, stanno peggiorando. Questa volta però non c'è un uomo qualsiasi a guidare l'armata interista. C'è Antonio Conte, il comandante supremo della difesa a tre, il quale continuerà a seguire la sua strada con le unghie e con i denti, a patto pure di essere esonerato. 

Un accordo tra il tecnico e il suo meccanismo di gioco che non si scioglierà neanche sotto i colpi di un cannone. Persino le ultime critiche non lo hanno scomposto. Quel che è certo però è che dietro ai risultati negativi dell'Inter c'è tanto di Antonio Conte, con scelte scellerate e prive di fondamento. E così, è stato ceduto Godin al Cagliari per acquistare Kolarov e schierarlo come terzo di difesa quando in realtà è nato ed è sempre stato terzino; è stato tenuto Ivan Perisic per farlo correre a caso in mezzo al terreno di gioco tra quinto di centrocampo e seconda punta; è stato letteralmente umiliato Eriksen perchè all'Inter non hanno ancora capito quale sia il vero ruolo del danese; per concludere, è arrivato il tanto osannato Vidal che non è neanche un lontano parente di quello che abbiamo apprezzato alla Juventus. Insomma, scelte pesanti e deliranti che hanno portato ad un bottino misero che alimenta il ricordo tenebroso di Frank de Boer. Tre sole vittorie in campionato, tre pareggi e una sconfitta nel derby con il Milan, che tutti sanno quanto sia pesante a Milano.

Ma Antonio Conte è questo, e tralasciando il fatto che in caso di non successo contro il Real Madrid sarà fuori ai gironi di Champions per la sua seconda stagione consecutiva, l'importante è non sapersi adattare ai giocatori che ha a disposizione, perchè il suo unico schema di gioco vincerà contro tutto e tutti, è l'evoluzione del calcio e come tale non può essere messo in discussione. La sua unica fortuna, se così si può dire, è che le altre (Juventus, Napoli e Milan) stanno rallentando e non poco, perchè se la classifica di questa stagione non fosse stata così incerta e capace di farti ritrovare in testa al campionato inanellando due o tre vittorie consecutive a quest'ora il giudizio su Conte sarebbe stato ancora più negativo.

Resta il rammarico per la rosa nerazzurra perchè con i giocatori che sono arrivati dal mercato estivo l'Inter avrebbe potuto fare di più, se Conte avesse fatto l'allenatore e non il semplice filosofo che vuole godersi il percorso. Quale percoso? Quello che lo porterà fuori dalla Champions? Oppure quello che lo sta portando a subire una media di due gol a partita? La sua fortuna è che le altre contendenti rallentano e c'è ancora tempo per salvare la stagione, magari alzando anche un trofeo. La strada però è ristretta, perchè con un cambio modulo Conte darebbe ragione a stampa e tifosi. Conoscendolo, non lo farà mai. Eppure il rischio di fallire l'ennesima stagione comincia ad essere alto. Ad Appiano la paura comincia a diffondersi, con l'ombra di Allegri che incombe. Tutto questo però potrebbe essere evitato se tutti remassero dalla stessa parte e se lo stesso Conte cominciasse a far vedere di essere un po' meno ottuso e più aperto tatticamente. I passi falsi degli altri alimentano le speranze nerazzurre, ma ad oggi le amare certezze sono un inizio di stagione deludente e snervante.
Altro che evoluzione, la difesa a tre di Conte rappresenta una spiccata provincialità.