La chiamavano la "Villa del Vate", e avevano i loro motivi per farlo. Si trattava di una costruzione più unica che rara, ormeggiata sulla punta estrema del golfo di Castiglioncello (Livorno), resa magica dal dolce frastuono del mare, intervallato da quella brezza che in estate accarezza i volti dei turisti e allontana le tenebre dell'inverno. Da essere un luogo di festa e di accoglienza, purtroppo anche lui è stato costretto all'isolamento da molti anni, popolato dal degrado e dalla corsa al profitto degli uomini. L'Hotel Godilonda, nonostante il tormento della pandemia continua ancora a dominare il mare, avvolto dal silenzio e dalla storia, che da quel maledetto 2007 (anno in cui è stato abbandonato) sembra avergli voltato le spalle, eppure chi lo ama non lo dimentica. Secondo numerose fonti il nome venne dato proprio da Gabriele D'Annunzio, il quale a seguito di una sua tipica  "notte folle" all'interno della struttura decise di comporre qui la sua poesia intitolata "L'onda", contenuta oggi nell'Alcione. Ci aveva visto bene il Vate, perchè da quella posizione strategica e unica nell'intera Toscana si potevano osservare magnificamente i movimenti delle onde che si infrangono sullo scoglio come da nessun'altra parte.  

Poi, il degrado.
In quel dannato 2007 tutto si fermò. Addio agli aperitivi che permettevano di affacciarsi sul mare. Niente più auto di lusso che oltrepassano il cancello della villa. Niente più luci, spettacoli, musica e intrattenimento. Sarebbe mancato tutto questo, ma alla fine per una serie di problemi economici e giudiziari ancora oggi poco chiari la struttura fu costretta alla chiusura, congelando di fatto tutti i beni interni, quasi a voler lasciare un'eredità ai fantasmi che hanno contribuito ad innalzare il prestigio del caro Godilonda. Poteva diventare anche un hotel infestato, ma non sarebbe cambiato nulla perchè i vivi hanno più potere e cattiveria dei morti. E allora subentrò il degrado, quello che fa riflettere; scritte offensive sui muri interni ed esterni, vetri rotti, bottiglie di whisky sui davanzali, porte staccate nell'ex parcheggio, antenne barcollanti e sacchi di immondizia lanciati nella vecchia scalinata che portava al primo piano. Un orrore tipico delle discariche, per un pezzo di storia da conservare e tutelare. Persino i resti del famoso bagno turco vagano per la pineta circostante, come ombre che gridano vendetta per un trattamento immeritato e spiacevole. 

Subentrano la rabbia e la delusione, mostrata prima dagli abitanti di Castiglioncello e poi anche dal bis-nipote di D'Annunzio. "Potrebbe essere un pezzo di memoria italiana, ma dovrebbe essere trattata con più dignità", così ha dichiarato quando si è reso conto della situazione precaria e delirante che oggi purtroppo circonda l'Hotel. Negli ultimi anni sono venute fuori presunte trattative di acquisto, con promesse di ristrutturazione e di ritorno all'ordine ma nessuna di queste è stata rispettata. Adesso sono i ragazzi a recarsi nella vecchia struttura, non solo per accedere al mare, purtroppo. Una brutta fine che poteva e doveva essere evitata, ma pure all'interno della tempesta i vecchi gioielli del passato si confermano sempre come immortali, in una location come Castiglioncello che negli anni '80 e '90 ha ospitato personalità celebri del mondo della musica e del cinema italiano, come Ornella Vanoni, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassmann e Walter Chiari. Soggiornavano tutti nella Villa, a ridosso sul mare. Ora, in quelle camere domina il silenzio. Ma l'onda continua a infrangersi sullo scoglio, seguendo il ricordo del Vate che ancora una volta aveva capito tutto.