Pressing alto, contropiede e voglia di attaccare. Le armi efficaci per fare male, soprattutto quando hai davanti una squadra ormeggiata sul tiki taka spagnolo; lo ha capito Ole Gunnar Solskjaer, protagonista assieme al suo Manchester di una prestazione onnipotente, rivolta all'attacco e capace di emozionare tutto lo stadio. I Red Devils, che fino a qualche tempo fa galleggiavano nel purgatorio della classifica, non solo sconfiggono i cugini del City, ma rimagono ancorati sempre più alla qualificazione in Champions.

Lo si è capito sin da subito, questo derby di Manchester sarebbe stato totalmente diverso da quelli visti negli ultimi precedenti. E forse il destino e l'orgoglio hanno voluto così, grazie anche alla magia tattica di Solskjaer, capace di tessere la tela della compagine di Pep Guardiola; un 3-4-1-2 molto stretto, poggiato sulla fisicità a centrocampo di Matic e sulla tecnica sopraffina di Bruno Fernandes, vero acquisto top del mercato di gennaio. Guardiola invece ha peccato sin dal primo minuto di superbia, preferendo lasciare a riposo Mahrez e Gabriel Jesus per avanzare Foden e dare spazio a Sterling, mai in gol nel derby. I primi minuti non sono stati semplici per gli uomini di Solskjaer, la tecnica del City ha portato gli ospiti a prendersi l'onere del fare la partita, come i marinai in mare aperto; chi è riuscito a tracciare la rotta è stato Gundogan, vero regista di una squadra in grado di far male in qualunque momento. La prima occasione del match arriva al minuto 10, con un'azione al limite dell'area di Sterling che non sorprende all'angolino un attento De Gea; i fantasmi della semifinale di Fa Cup forse saranno volati sulla testa dei tifosi presenti ad Old Trafford, ma questa volta è diverso e, nonostante due clamorosi contropiedi sbagliati da Martial, è stato proprio il francese a portare in vantaggio i Red Devils: calcio di punizione, tocco sotto di Bruno Fernandes, tiro dell'ex Monaco e papera assoluta di Ederson.

Un grande della musica italiana parlava della dura legge del gol, ma questa volta è stata proprio la difesa del Manchester United a dettare legge. Ottima la prestazione di Harry Maguire, sempre più al centro del progetto e vero leader di questa squadra; infallibile nelle palle alte, il centralone inglese, assieme a Lindelof e Shaw ha concesso pochissime palle gol all'avversario, improntando la sfida su una fisicità che però non ha evitato, o meglio scavalcato, la qualità e l'esperienza del centrocampo.
Implacabile come non mai Nemanja Matic, protagonista assoluto nell'aver imprigionato il buon Rodri, così come Fred, unico forse in grado di far respirare la sua squadra grazie a percussioni in solitario e ottima resistenza durante il corso dei novanta minuti. Se proprio vogliamo parlare di concentrazione, questa volta non ha deluso De Gea, colpevole a Goodison Park di un errore grossolano, ma protagonista assoluto nel secondo tempo di un'ottima parata su Foden al minuto 56. 

Qui cambia la partita. Guardiola annusa la sfida come un rapace in cerca della sua preda e percepisce un calo fisico dell'avversario. Dentro Gabriel Jesus per Aguero e Mahrez per Silva; il City aumenta sempre di più la pressione nella metà campo avversaria, ma i Red Devils non mollano, anche se dai piedi del brasiliano parte un missile rasoterra che solo il miglior De Gea ha potuto neutralizzare. Certo, per l'ultima mezzora i Citizens avrebbero meritato il pareggio, ma se la frittata è stata fatta per metà ci pensa di nuovo Ederson a completare la cottura; lancio lungo con le mani per smarcare il proprio compagno, palla persa e gol strepitoso di Mc Tominay. Game over all'Old Trafford, con lo United che sogna e Pep Guardiola che rosica.

La domanda che tutti si pongono è: dov'è finito il vero City? Nonostante la splendida vittoria ottenuta al Bernabeu, la squadra blu di Manchester continua a cadere in quella discontinuità che se prima ricopriva una buona fetta delle prestazioni in Champions ora è diventata protagonista anche in Premier League. Per quanto il Liverpool sia virtualmente campione d'Inghilterra, ogni gara per i Citizens diventa fondamentale per prepararsi al meglio alla cavalcata europea; è ovvio ormai a tutti che se le cose stanno così, il Real Madrid potrà veramente rimontare all'Ethiad nonostante l'assenza pesante del capitano Sergio Ramos. Per adesso si sono chiusi i verdetti e si apriranno in seguito le discussioni, ma se Solskjaer se la ride alzando lo sguardo sotto la pioggia incessante britannica, il suo collega Pep Guardiola avrà molto da pensare. Non me ne voglia il celebre Gallagher, ma questa volta le decisioni della Uefa ci combinano ben poco.