Ottenuta in trasferta contro lo Spezia, nel turno infrasettimanale, la prima vittoria in campionato, la Juventus è ora chiamata a superare anche la Sampdoria e prendersi quei tre punti necessari per aprire una striscia di risultati positivi e iniziare a scalare una classifica che si presenta ancora decisamente deficitaria. Si gioca alle 12,30, nella fascia oraria più distante possibile dalla tradizione italiana e decisamente ostile anche nei confronti del tifoso bianconero, costretto a rinunciare al pranzo domenicale per prendere posto davanti alla tv. La diretta dell’incontro, prevista anche su Sky, almeno per questa volta solleva il telespettatore da tutte le necessarie verifiche alla linea internet, all’app di Dazn e alle varie chiavette diventate ormai routine nella nuova era iper tecnologica del calcio televisivo. Basterà accendere la televisione e sintonizzare il canale desiderato. Una semplicità verso la quale si sta perdendo l’abitudine.

Con il consueto anticipo rispetto all’orario d’inizio, la Juventus, attraverso i suoi canali di comunicazione, annuncia le formazioni con cui le due squadre si affronteranno sul prato dello Stadium. Allegri opera un cambiamento importante nella struttura del suo sistema di gioco. Mette da parte il 442 “impuro” con un mediano allargato sull’ala sinistra e sceglie questa volta di utilizzare due veri esterni. L’undici iniziale bianconero presenta dunque Perin tra i pali, Cuadrado, Bonucci, De Ligt e Alex Sandro sulla linea difensiva. Locatelli e Bentancur agiranno in mezzo al campo, mentre le due ali Chiesa e Bernardeschi avranno il compito di supportare la coppia offensiva composta da Morata e Dybala.

La Sampdoria di D’Aversa, sconfitta nettamente in casa dal Napoli nel turno infrasettimanale, scende in campo schierandosi a sua volta con un 442 che vede davanti al portiere Audero, una linea di difesa formata da Bereszynski, Yoshida, Colley e Murru. Il centrocampo presenta Ekdal e Thorsby al centro, con Candreva e Depaoli ad agire sulle due fasce. La coppia offensiva composta da Quagliarella e Caputo completa lo schieramento sampdoriano.

Un cielo umido e una leggera pioggia accoglie sul terreno di gioco dello Stadium le due formazioni. La Juventus in bianconero, la Samp con un’insolita divisa rossa. Lo stadio, soprattutto nelle due tribune principali presenta qualche seggiolino vuoto in più rispetto ai limiti imposti dalle norme anti covid. E’ forse il segnale più tangibile della necessità di ricalibrare la politica dei prezzi dei biglietti, ormai fuori portata per la maggior parte dei tifosi. 

L’inno della lega calcio, i saluti tra arbitri e capitani, l’immancabile brutto super spot e finalmente la partita, diretta dall’arbitro Ayroldi, può cominciare. L’incontro parte su buoni ritmi, con la Juventus che prova fin da subito a prendere in mano la gara e la Sampdoria che, nel rispetto delle idee del suo allenatore D’Aversa, non rinuncia alla pressione alta in fase di non possesso, accettando di lasciare i due centrali di difesa, Yoshida e Colley, stabilmente in uno contro uno con Dybala e Morata.

L’avvio di gara è tutto del capitano della Juventus che intorno al decimo minuto porta i bianconeri in vantaggio. Locatelli apre il gioco sulla sinistra per Alex Sandro che dal fondo lascia partire un cross insidioso respinto dalla difesa. Il pallone è raccolto ancora da Locatelli che, da posizione favorevole, tenta la conclusione personale incontrando una nuova ribattuta da parte della retroguardia blucerchiata che non riesce però ad allontanare del tutto la minaccia. E’ ancora Locatelli infatti a raccogliere il pallone al limite dell’area a a servire Dybala con un tocco morbido con il destro. La rasoiata di prima intenzione dell’argentino è letale. La palla viaggia veloce a filo d’erba e termina la sua corsa nell’angolo basso. 

La Sampdoria fatica a riassestarsi dopo la rete incassata, mentre la Juventus insiste nel suo gioco fatto di pressing e scambi veloci. Ispirata dal piede di Dybala, la squadra di Allegri, con alcune ripartenze brucianti, crea nel giro di pochissimi minuti altre opportunità nitide per andare in rete. Prima Chiesa, con un destro rasoterra sul primo palo, non riesce ad inquadrare lo specchio della porta da buona posizione, poi è la volta di Morata, liberato davanti ad Audero da un tocco di esterno sinistro del capitano bianconero, sprecare una grande occasione calciando in maniera poco angolata e permettendo al portiere di salvare la sua squadra dal raddoppio. Ancora il centravanti spagnolo, dopo uno scambio veloce con Dybala, impegna l’estremo difensore della Samp con un diagonale di sinistro da posizione defilata che costringe Audero alla parata a terra.

Dopo venti minuti di giocate preziose e carezze al pallone, Dybala si ferma. Un problema muscolare lo costringe ad abbandonare la partita. Al suo posto entra Kulusevski. Le lacrime dell’argentino, mentre abbandona il campo consolato dai compagni e confortato dall’applauso del pubblico, preoccupano i tifosi bianconeri circa l’entità di un infortunio che potrebbe tenerlo fuori per diverse partite. La Juventus accusa il colpo. Privata della classe e dell’inventiva del suo uomo migliore, la manovra bianconera si appesantisce. Pur mantenendo il pieno controllo della partita, la squadra di Allegri sembra faticare ad esibire la stessa velocità di esecuzione e a percorrere quei binari che, nella parte iniziale della sfida, avevano aperto varchi pericolosi nella difesa avversaria. Arriva comunque, poco prima della mezz’ora, una nuova potenziale opportunità con un cross di Cuadrado non sfruttato a dovere da Kulusevski. Lasciato senza marcatura al centro dell’area, lo svedese si produce in un incerto colpo di testa che si perde sul fondo senza creare particolari problemi ad Audero.

Nonostante il vantaggio e la buona partita disputata fino a questo punto, non si avverte però una sensazione di assoluta sicurezza. Nedved, a lungo inquadrato dalle telecamere, guarda la partita in piedi dalla cima della scalinata della Tribuna dedicata a Gianni ed Umberto Agnelli. L’espressione del viso del vice presidente tradisce una certa preoccupazione. Il brutto avvio di campionato ha evidentemente lasciato delle scorie che non aiutano l’ambiente a ritrovare la serenità necessaria.

Per tutto il primo tempo, la Sampdoria non si vede quasi mai nella metà campo avversaria. Tolto un tiro di Caputo, finito lontano dalla porta di Perin, non si registrano particolari occasioni per i liguri. E’ la Juventus invece a cercare con maggiore convinzione la strada del raddoppio. Chiesa punta l’area da destra e calcia forte verso la porta. Il tiro incontra la deviazione di Murru. L’arbitro Ayroldi vede un tocco con il braccio da parte del difensore e concede il calcio di rigore. Il secondo replay proposto dalla regia di Sky, evidenzia l’intervento del terzino con il braccio sinistro largo, togliendo qualsiasi dubbio circa la bontà della decisione di concedere il tiro dal dischetto. Bonucci, diventato capitano dopo l’uscita dal campo di Dybala, si assume la responsabilità della trasformazione. L’esecuzione è perfetta. Un destro incrociato nell’angolo basso che spiazza Audero e porta la Juventus sul due a zero quando la partita sta ormai scivolando verso l’intervallo.

Costretta da un risultato che a questo punto sembra compromesso, nel finale di tempo la Sampdoria si affaccia per la prima volta in maniera concreta nell’area avversaria. E’ Quagliarella, con un tiro velenoso dal limite, a disturbare la domenica di Perin. L’intervento in tuffo del portiere è completato dalla chiusura di Bonucci in calcio d’angolo. Sul tiro dalla bandierina successivo, si infrange l’illusione del tifoso juventino di andare all'intervallo avanti di due reti. Candreva scambia con Murru che gli restituisce il pallone. Dal vertice sinistro dell’area di rigore, l’esterno blucerchiato lascia partire un cross teso, perfetto, che trova Yoshida solo al centro dell’area, libero di colpire di testa. Perin è battuto. La Sampdoria accorcia le distanze. Ancora una volta, dopo quanto accaduto in occasione della rete subita da Rebic contro il Milan, la scelta di marcare a zona sui calci piazzati costa alla Juventus un gol evitabile. 

La delusione per il gol incassato nel finale di tempo, spegne in parte la soddisfazione per una partita giocata sicuramente bene dalla Juventus. Una partita che avrebbe potuto essere già al sicuro se Morata e Chiesa avessero capitalizzato le occasioni avute poco dopo il vantaggio segnato da Dybala ma che, nonostante il raddoppio comunque trovato con Bonucci, è ancora in bilico a causa dell’ennesimo gol subito alla prima azione pericolosa proposta dai nostri avversari. L’infortunio occorso all’attaccante argentino rappresenta un’ulteriore nuvola nera nei pensieri del tifoso bianconero mentre consuma il suo velocissimo pranzo. Tacciono le varie chat di whatsapp che solitamente accompagnano con i loro commenti l’intervallo delle partite. L’orario delle 12,30 impone ritmi troppo serrati per perdersi in chiacchiere.

Le due squadre rientrano dagli spogliatoi con gli stessi uomini con cui hanno concluso il primo tempo. La pioggia, fino a quel momento leggera, sembra cadere in maniera più consistente quando Ayroldi fischia l’inizio del secondo tempo. La partita continua a seguire lo stesso copione andato in scena fino a questo punto. Il pallino del gioco è in mano alla Juventus. La Sampdoria, nonostante il tifoso continui ad avvertire in maniera insistente quella fastidiosa sensazione di non essere al sicuro, non sembra in grado di portare pericoli veri alla porta di Perin. La squadra di Allegri, senza più il riferimento che offriva Dybala sulla trequarti, muove prevalentemente il pallone sulle corsie laterali, dove Chiesa e Bernardeschi si scambiano frequentemente la posizione.

Chiesa dalla sinistra punta verso il centro e serve Locatelli che, dal vertice dell’area, con un tocco di esterno a scavalcare il diretto avversario, restituisce il pallone allo stesso Chiesa lanciato all’interno dell’area. Sembra di rivivere l’azione del secondo gol contro lo Spezia, con l’attaccante bianconero che travolge l’intera difesa avversaria nel tentativo di aprirsi un varco per la conclusione. La giocata questa volta non riesce e la Sampdoria, anche se con un certo affanno, riesce a chiudere lo juventino. Il pallone rimane però all’interno dell’area blucerchiata. Colley, forse con eccessiva leggerezza, lo gioca all’indirizzo di Thorsby con un passaggio orizzontale fuori misura. Kulusevski, fino a questo punto autore di una prova abbastanza anonima nel ruolo di vice Dybala in cui lo vede Allegri, è bravo a leggere l'errore del difensore e a riconquistare il pallone. Ancora più bravo è ad intuire l'inserimento in area di Locatelli e a servirgli indietro un pallone da spingere in porta. Il centrocampista non sbaglia, segnando il suo primo gol in maglia bianconera e portando nuovamente la sua squadra sul doppio vantaggio. Al decimo minuto di gioco del secondo tempo, la Juventus trova dunque il terzo gol che ristabilisce il doppio vantaggio. In panchina, un entusiasta Padoin esulta insieme a Chiellini. 

Incassata la rete, D’Aversa tenta di cambiare il destino della partita con una triplice sostituzione. Finisce la gara di Murru, Ekdal e Depaoli. Entrano in campo Augello, Adrien Silva e soprattutto Damsgaard, chiamato ad offrire alla squadra blucerchiata soluzioni alternative al cross di Candreva, che fino a questo punto ha rappresentato l’unica arma a disposizione della Sampdoria. 

In vantaggio di due reti, la Juventus abbassa nettamente il ritmo nel tentativo di addormentare la partita. La manovra si sviluppa in maniera conservativa, la squadra, in diverse situazioni di gioco, sceglie un comodo passaggio indietro piuttosto che rischiare di perdere la palla con una giocata offensiva. La partita in alcuni momenti pare quasi fermarsi. Complice anche l’arbitro Ayroldi, che interrompe spesso il gioco non aiutando l’incontro a prendere ritmo, la gara sembra avviarsi alla conclusione senza ulteriori emozioni. A venti minuti dal termine, Allegri chiarisce ulteriormente la sua intenzione di portare a termine la sfida senza concedere più niente. Toglie Bernardeschi, vivo ma come al solito confusionario, e Chiesa, mandando in campo Ramsey e soprattutto Chiellini. La Juventus si sistema adesso sul campo con un evidente 532. L’allenatore bianconero ripropone quindi, per l’ennesima volta, quello che pare essere uno dei suoi principi inderogabili. Con la squadra in vantaggio, aggiunge un difensore esperto. Un tempo era Barzagli, oggi tocca a Chiellini. Il baricentro si abbassa ulteriormente. La linea difensiva gioca praticamente a ridosso dell’area di porta. Il possesso palla, in questa fase della partita, passa stabilmente nei piedi dei giocatori della Sampdoria. D’Aversa si gioca la carta Torregrossa al posto di Caputo, con l’intenzione di trovare nel nuovo entrato la fisicità necessaria per impensierire il muro juventino. 

Il tifoso bianconero continua ad avvertire sensazioni non particolarmente favorevoli. Vedere tutte quelle maglie rosse dentro l’area di rigore, lascia una sensazione di inquietudine. In questo avvio di campionato, la Juventus ha sempre evidenziato una certa fragilità difensiva, aggravata anche da un pizzico di sfortuna, che forse non è il caso di provocare concedendo all’avversario la possibilità di giocare costantemente nella nostra trequarti difensiva. Nonostante i timori del tifoso, giustificati anche dal finale della partita di La Spezia, i blucerchiati non sembrano però in grado trovare soluzioni alternative ai cross di Candreva, il migliore dei suoi, che si infrangono contro la difesa predisposta da Allegri.

Mentre dalle parti di Perin non si registrano quindi azioni pericolose, la Juventus, poco prima della mezz’ora, ha ancora una buona opportunità per andare in rete. Bonucci verticalizza su Bentancur, bravo a farsi trovare smarcato tra le linee. All’altezza della trequarti avversaria, l’uruguaiano punta l’area di rigore, salta Colley e dal limite lascia partire un tiro potente ma troppo centrale deviato in angolo da Audero con qualche difficoltà. Ancora i bianconeri si rendono pericolosi pochi minuti più tardi con un contropiede condotto da Ramsey e concluso da Morata con un diagonale di sinistro che termina non lontano dal palo. Per il centravanti spagnolo si tratta dell’ultima giocata. Le telecamere lo inquadrano mentre si tocca una coscia e chiede il cambio. L’espressione sul volto del giocatore non induce ottimismo nel tifoso già colpito dall’infortunio capitato a Dybala. Kean prende il posto di Morata. Nella stessa finestra di sostituzioni, l’ultima disponibile per la Juventus, Allegri richiama in panchina anche Bentancur, autore di una buona prova per intensità, palloni recuperati e presenza costante dentro la partita, mandando in campo McKennie per i dieci minuti conclusivi.

Il tifoso davanti alla tv sta appena iniziando a pensare che forse l’inquietudine che lo accompagna sia dettata soltanto dal brutto inizio di stagione della sua squadra e che, per quanto visto fino a questo punto, non ci sia molto da temere nei minuti che rimangono da giocare quando, a poco più di cinque minuti al termine della gara, Cuadrado decide di regalare un finale dai brividi perdendo inopinatamente un pallone sanguinoso nella trequarti difensiva della Juventus. Dal pallone riconquistato, la Sampdoria, con la difesa juventina messa in difficoltà dall’improvvisa ripartenza, confeziona la rete del tre a due, grazie a uno scambio veloce sulla sinistra tra Adrien Silva e Damsgaard che libera il centrocampista portoghese verso la linea di fondo. Il passaggio all’indietro di Adrien Silva trova libero nel cuore dell’area di rigore Candreva, rapido a scagliare verso la porta un tiro potente che non lascia scampo a Perin. 

A questo punto, le nuvole nere si addensano nei pensieri dei tifosi juventini. Il timore di vedere sfumare una vittoria che sembrava ormai già acquisita diventa forte. Nedved, sempre in piedi in tribuna, cerca conforto allentando il nodo della cravatta mentre il tifoso davanti alla tv, abbandona la sua sedia, divenuta improvvisamente scomoda. Segue il finale di partita in piedi, cercando in qualche passo in giro per la stanza lo sfogo per una tensione crescente. Il tempo scorre lentissimo, ogni minuto sembra durare un’eternità, ogni pallone calciato verso l’area juventina è un respiro represso. Il timore di una beffa proprio all’ultimo diventa molto forte. 

Nonostante le ansie da tifoso e una squadra ormai completamente a protezione della propria area, i minuti finali di partita trascorrono senza rischi per la Juventus. Lo Stadium accoglie con un boato liberatorio il triplice fischio di Ayroldi che consegna ai bianconeri una vittoria importante e meritata. Un’affermazione forse addirittura più netta di quanto non dica il punteggio se consideriamo il numero di occasioni nitide da gol capitate alle due squadre. Una vittoria però che, per i minuti finali di partita, trascorsi in difesa con il timore di subire un pareggio che sarebbe stato difficile da digerire, lascia una sensazione di grande fatica. 

Le chat di whatsapp, rimaste silenziose durante l’intervallo, tornano a farsi sentire. A caldo, non sembra esserci grande soddisfazione nonostante una vittoria comunque importante. Finisce “sotto accusa” in particolar modo la consueta scelta di Allegri di inserire, con la squadra in vantaggio, un difensore in più, abbassando di conseguenza il baricentro della squadra fin troppo a ridosso della propria area e rinunciando di fatto a continuare a giocare in maniera propositiva una partita che aveva comunque visto la Juventus creare numerose palle gol e subire soltanto due tiri verso la propria porta Fino ad ora, la mossa tattica nella quale ama rifugiarsi il mister bianconero, non ha mai portato fino in fondo i frutti sperati. Dall’inizio del campionato, una volta passata a tre in difesa, ma sarebbe meglio dire a cinque, la Juventus ha sempre incassato gol. Prima della Sampdoria, infatti, già l’Udinese e il Napoli avevano trovato la via della rete, togliendo punti importanti ai bianconeri. Tre volte in sei partite inizia ad essere una statistica da tenere in considerazione e che invita a studiare soluzioni alternative più adatte alla squadra attuale, senza continuare a riesumare ricordi nostalgici dal passato. Le cinque sostituzioni offrono la possibilità di mantenere l’assetto tattico iniziale, conservando la necessaria brillantezza nei ruoli che comportano un maggiore dispendio di energie. Abbiamo visto nel corso della partita tra Inter e Atalanta, andata in scena sabato pomeriggio, Inzaghi e Gasperini fornire con le sostituzioni nuovo vigore fisico alle rispettive squadre senza mai snaturare i principi di gioco. 

La Juventus è adesso attesa da due importanti partite contro Chelsea e Torino prima della sosta per le nazionali. Incontri che potrebbero segnare una svolta decisiva nella stagione e che, per stessa ammissione di Allegri nel corso delle consuete interviste del dopo partita, affronteremo senza Dybala e Morata, entrambi indisponibili a causa degli infortuni subiti nel corso della partita. Squadra e tecnico, con il supporto dei tifosi, sono adesso chiamati a superare anche questo nuovo ostacolo piazzato sul loro cammino da un destino fin qui non particolarmente benevolo verso i colori bianconeri.