La Juventus chiude il girone e il suo disastroso percorso in Champions League ospitando allo Stadium il Paris Saint Germain. Una partita che al momento del sorteggio avrebbe dovuto rappresentare, nelle aspettative dei tifosi e nei programmi della società, una sorta di spareggio per il primo posto è oggi, dopo quattro sconfitte raccolte nelle precedenti cinque partite, relegata a poco più di un’amichevole di lusso, valida soltanto per l’altissimo incasso portato da uno stadio comunque esaurito da tempo.
I continui, e ampiamente prevedibili, problemi muscolari aggiungono anche il nome di Moise Kean alla ormai infinita lista di giocatori infortunati. Per cercare di conquistare almeno la qualificazione all’Europa League e rendere la campagna europea appena un minimo meno fallimentare, Allegri, al momento delle convocazioni, suo malgrado è costretto a fare ampio ricorso ai ragazzi venuti fuori da un settore giovanile tornato, dopo tanti anni, a proporre di nuovo prospetti interessanti. 
Con il solito anticipo rispetto al fischio di inizio, la società, attraverso i suoi canali di comunicazione, svela le scelte del tecnico. In porta gioca Szczesny, protetto da una linea difensiva composta da Gatti, Bonucci e Alex Sandro. In mezzo al campo, Locatelli, assente a Lecce per problemi personali, riprende il suo posto in cabina di regia. Ai suoi lati si muoveranno Fagioli e Rabiot. Cuadrado e Kostic agiranno lungo le fasce, mentre, in avanti, spetta ancora a Miretti il compito di supportare Milik, unico riferimento centrale dell’attacco bianconero. In mezzo a tante brutte notizie sul fronte infortunati, un flebile raggio di luce è rappresentato dal ritorno in prima squadra di Chiesa. L’attaccante partirà dalla panchina.
I francesi guidati da Galtier rispondono con Donnarumma tra i pali. Hakimi, Sergio Ramos, Marquinhos e Bernat in difesa. A centrocampo, Vitinha avrà il compito di dettare i tempi della squadra, supportato ai due lati da Fabian Ruiz e Verratti. In avanti, assente Neymar per squalifica, tocca all’ex valenciano Soler affiancare Messi e Mbappé.
Guidate dall’arbitro spagnolo Del Cerro Grande, le due formazioni entrano in campo accolte da uno Stadium gremito come ancora non si era visto in stagione. Il costo esorbitante dei biglietti e la disaffezione crescente verso la Juventus da parte dei suoi sostenitori, porta l’impianto torinese a riempirsi di tanti tifosi occasionali che accettano di spendere le alte cifre richieste dalla società, attratti più dalle grandi stelle del calcio internazionale che dalla passione per le maglie bianconere. 

Esaurito il protocollo introduttivo l’ultima gara del girone può avere inizio. La nuvola causata dai tanti fumogeni accesi dai tifosi francesi, disturba parzialmente la visione dei primi minuti di gioco, nel corso dei quali la partita si fa già apprezzare per i ritmi di gioco fin da subito sostenuti. La Juventus prova a mettere da parte le incertezze esibite fino a questo punto e a guardare gli avversari negli  occhi, proponendo una pressione forte sul palleggio dei francesi e veloci ripartenze in verticale. Sono i bianconeri a presentarsi al tiro per primi, con Locatelli che al limite dell’area raccoglie una respinta imprecisa di Vitinha su cross dalla sinistra di Kostic. Il destro teso del centrocampista manca la porta di Donnarumma per questione di centimetri.
L’intensità messa in campo dalla squadra di Allegri è adeguata al livello richiesto dalla partita. La pressione sui portatori di palla avversari è costante ed immediata, con i quattro centrocampisti che si muovono con i giusti tempi di uscita. Quando il PSG riesce ad eludere i primi attacchi e a venire fuori da dietro con il pallone, allora la Juventus si abbassa raccogliendosi su due linee di difesa compatte. Cuadrado e Kostic si allineano ai tre centrali. Miretti scende sulla destra e Rabiot si allarga a sinistra per completare la linea di centrocampo.
La Juventus piace per l’approccio deciso alla gara ma, quando è da poco trascorso il decimo minuto, alla prima occasione nella quale il PSG riesce a lanciarlo, Mbappé impone alla partita la sua forza superiore. Locatelli riceve un passaggio scomodo da Rabiot e, stretto da Messi e Vitinha, finisce per perdere palla. La ripartenza dei parigini è micidiale. Messi verticalizza su Mbappé che salta con un tocco veloce Gatti, eludendo anche il tentativo del difensore di bloccarlo con un abbraccio, evita l’intervento in scivolata di Locatelli e, dal limite dell’area, con un destro preciso trova l’angolo alla sinistra di Szczesny. Il pallone tocca la base del palo e termina in rete. Il Paris Saint Germain passa in vantaggio. I vari replay proposti dalla regia di Sky evidenziano la facilità quasi irridente con la quale l’attaccante francese si è liberato di due avversari e poi ha trovato l’angolo. Impossibile per Szczesny intervenire. Prima della ripresa del gioco l’arbitro Del Cerro Grande ammonisce Gatti per il tentativo non riuscito di fermare Mbappé con le mani.
Il gol subito però questa volta non scoraggia e non piega una Juventus decisa a giocarsi la partita fino alla fine. La squadra di Allegri reagisce immediatamente. E’ ancora Locatelli, liberato al limite dell’area da una pregevole combinazione tra Miretti e Fagioli, ad impensierire Donnarumma con una conclusione ad effetto sul palo più lontano che si perde sul fondo, anche in questo caso, per una questione di centimetri. Il continuo movimento tra le linee proposto a centrocampo da Miretti, Fagioli e Rabiot offre ai giocatori in possesso del pallone diverse tracce di passaggio che favoriscono una fluidità di manovra che la squadra, in passato, ha spesso cercato senza mai trovarla. Locatelli, al di là dell’errore commesso in occasione della rete dei francesi, offre una prestazione pulita ed efficace da regista. Risalta inoltre la tranquillità e la personalità con la quale i due ragazzi affrontano la partita. Abituati fin da piccoli a vestire il bianconero sembrano non accusare la responsabilità di una maglia importante. Pare quasi che abbiano la capacità di acquisire sicurezza da essa, trasformando in una specie di corazza quella che per giocatori più esperti molto spesso ha rappresentato un peso.
Galtier è costretto ad operare il primo cambio dopo appena venti minuti. Un problema fisico toglie Fabian Ruiz dalla partita. Al suo posto il tecnico inserisce Renato Sanches, oggetto del desiderio del Milan per tutta l’estate. Mentre la Juventus cerca in ogni modo di raggiungere il pareggio, da Haifa arriva la notizia del vantaggio del Benfica. Nonostante la sconfitta, al momento la Juventus conserva il terzo posto e l’accesso all’Europa League. Miretti cerca zone di campo più congeniali arretrando il suo raggio d’azione. Milik, in alcuni momenti forse troppo isolato contro Sergio Ramos e Marquinhos, come sempre è il riferimento verticale per i passaggi diretti dalla difesa. Il polacco lavora diversi palloni come quello con cui offre a Cuadrado la possibilità di calciare verso la porta. Il tiro del colombiano si perde sul fondo.
Intorno alla mezz’ora il campo di Haifa torna a richiamare l’attenzione.
Il Maccabi è riuscito a riequilibrare il risultato. Un gol inatteso che fa scivolare temporaneamente la Juventus al quarto posto. L’eliminazione anche dall’Europa League sarebbe un risultato catastrofico per i bianconeri. Il PSG, forte delle notizie provenienti da Israele, che sembrano blindare la prima posizione, tenta di addormentare la partita proponendo lunghi momenti di palleggio che la Juventus continua a contrastare, anche in maniera efficace, con la pressione portata con insistenza dal centrocampo. La partita si mantiene equilibrata, combattuta, piacevole. Kostic libera Miretti al limite dell’area. La conclusione del giovane centrocampista termina fuori. Il tempo di ripartire e Mbappé e Messi danno vita ad una combinazione che porta alla conclusione il fuoriclasse argentino. Szczesny respinge in qualche modo. La Juventus continua a mostrarsi al livello degli avversari. Non si lascia irretire dal palleggio con cui i francesi tentano di congelare il risultato. Locatelli ruba palla a Verratti e innesca la ripartenza servendo Milik. Il polacco cerca subito Miretti, libero in posizione favorevole. Il tocco di Milik però risulta lento e leggermente arretrato. Miretti impiega qualche secondo di troppo per controllare e calciare, favorendo la chiusura da parte di Marquinhos.
Prima dell’intervallo, i bianconeri raccolgono i frutti della loro azione. Locatelli vede l'inserimento dalla destra di Cuadrado e lo cerca con un lancio che taglia fuori l’intera retroguardia dei parigini. Partito in posizione regolare, il colombiano di testa serve un pallone invitante al centro dell’area, dove irrompe Bonucci che in scivolata deposita in rete. La Juventus raggiunge il pareggio, meritato per quanto si è visto in campo, prima dell’intervallo. Il gol di Bonucci, che nella dinamica ricorda molto da vicino una classica combinazione proposta per diversi anni dall’asse Pirlo - Lichtsteiner, riporta momentaneamente i bianconeri al terzo posto nel girone.
Lo Stadium vive la partita con grande partecipazione, come se in palio ci fosse un traguardo più ambizioso rispetto alla semplice qualificazione in Europa League. Una Juventus, che finalmente affronta la sfida ponendosi sullo stesso livello contro un avversario di prestigio, riaccende la passione dei tifosi da troppi mesi assopita. Assordante il boato con il quale il pubblico accoglie un contrasto vincente di Gatti su Mbappé.
Esaurito l’unico minuto di recupero concesso, l’arbitro Del Cerro Grande manda le due squadre al riposo. Moderata soddisfazione si registra tra gli amici presenti sui gruppi whatsapp che anche in questa occasione accompagnano l’intervallo. I commenti sono quasi unanimi nell’esprimere parole di apprezzamento verso l’atteggiamento mostrato dalla squadra che, incassato il gol di Mbappé, ha ripreso a giocare come se niente fosse accaduto fino a raggiungere il meritato pareggio. Avanza qualche nota di rammarico per il troppo tempo perso durante la stagione prima di concedere fiducia ai ragazzi. La partita conferma ancora una volta le qualità di Fagioli e Miretti e soprattutto il valore aggiunto che portano alla squadra in termini di qualità e movimento. Difficile, arrivati a questo punto, immaginarli fuori squadra se non per normali periodi di riposo.

Veloce come era già trascorso il primo tempo, il quarto d’ora di intervallo finisce. Le due formazioni si ripresentano sul terreno di gioco con gli stessi uomini con cui avevano concluso la prima parte di gara. La partita riprende su un binario di grande equilibrio. Comincia a notarsi però un leggero calo nella pressione esercitata dai bianconeri sul possesso di palla avversario. Gli uomini di Allegri adesso restano qualche metro più indietro, in posizione di attesa, mentre gli ospiti danno vita ad un palleggio in alcuni momenti insistente e prolungato, dal quale però non ricavano nessuna significativa occasione per riportarsi in vantaggio.
Da Haifa arriva la notizia del gol del nuovo vantaggio del Benfica.
La strada verso l’Europa League appare adesso in comoda discesa per la Juventus, mentre il PSG, scivolato momentaneamente al secondo posto, cerca di riprendere la vetta del girone
. Mbappé, servito da una verticalizzazione di Messi, si libera per il tiro. Il pallone risulta però debole e centrale e viene facilmente controllato da Szczesny. Qualche minuto più tardi, ancora il portiere polacco ribatte con qualche difficoltà una conclusione di Sergio Ramos dal limite dell’area. Galtier cerca dalla panchina le soluzioni per riprendere la vittoria e il primo posto nel girone. Il tecnico francese propone due sostituzioni nello stesso momento. Entrano in campo Ekitike al posto di un impalpabile Soler e Nuno Mendes al posto di Bernat. La scelta del tecnico viene premiata dopo nemmeno un minuto. Il PSG sfrutta uno dei rari momenti in cui la Juventus si fa trovare allungata per colpire con un contropiede micidiale. Mbappé verticalizza per la corsa di Nuno Mendes. Il terzino appena entrato aggira Cuadrado alle spalle e riceve il pallone libro in area di rigore. Il diagonale di sinistro non lascia scampo a Szczesny. Quando il cronometro è ormai a ridosso del settantesimo minuto di gioco, il PSG torna a condurre nel punteggio.
Ad Haifa il Benfica consolida la sua vittoria segnando ancora. La differenza reti premia ancora i parigini.
La Juventus non molla, Kostic al volo cerca la porta. Il pallone si perde sul fondo. Dopo essere rimasto fuori quasi un anno per l’infortunio al ginocchio subito a Roma, arriva per Chiesa il momento di rientrare in campo accolto da un’esplosione di entusiasmo dello stadio. Lascia il campo Miretti, autore dell’ennesima prestazione convincente da quando si è affacciato sulla scena della prima squadra. La sostituzione del giovane Miretti offre lo spunto a Marocchi, in telecronaca, per una riflessione sull’utilizzo di questi ragazzi. 
“Sono giocatori ormai pronti. Basta con la storia dei giovani. Allegri se ne faccia una ragione”.
Ed effettivamente non si notano particolari dislivelli rispetto agli altri giocatori in campo. Anzi, rispetto ad un elemento come Renato Sanches, i nostri ragazzi hanno forse già adesso addirittura qualcosa in più. Da quanto esibito nella notte torinese, il mancato acquisto del centrocampista portoghese non dovrebbe rappresentare per il Milan particolare motivo di rimpianto.
La partita scivola verso il novantesimo con la Juventus che non vuole rassegnarsi ad incassare la quinta sconfitta della sua orribile campagna europea e, per quanto visto in campo, la squadra nemmeno meriterebbe di uscire battuta. L’intensità e il ritmo calano con il passare dei minuti. Il PSG riesce a pilotare la partita fino alla conclusione senza correre particolari rischi. Ad Haifa intanto il Benfica continua a segnare. Il vantaggio in termini di differenza reti sembra però rassicurare ancora i parigini.

Allegri sfrutta i minuti che restano per offrire una vetrina prestigiosa ad altri ragazzi saliti dalle giovanili. Soulé prende il posto di Locatelli, autore finalmente di una bella prestazione. Ad un passo dal recupero, il tecnico bianconero manda in campo anche Barbieri e Barrenechea. Il terzino rileva Cuadrado, mentre il centrocampista argentino, che nella sua esperienza con la Primavera aveva messo in mostra doti notevoli prima di un infortunio al ginocchio che lo ha fermato per una stagione intera, sostituisce Fagioli, salutato dall’applauso di tutto lo stadio. Decisamente la presenza di questi ragazzi sembra riavvicinare la Juventus ai suoi tifosi.
Il recupero scorre via con il Psg che amministra gli ultimi scampoli di partita, convinto di avere ormai in pugno il primo posto nel girone. Quando tutto sembra deciso, da Haifa arriva la notizia del gol di Joao Mario. La sesta rete dei portoghesi ribalta la differenza reti fin lì favorevole ai francesi e permette al Benfica di spodestare la squadra di Galtier.
Il PSG adesso sembra avere fretta.
Tenta un ultimo lancio verso il cuore dell’area bianconera. Il tentativo si perde in un nulla di fatto. La partita finisce.
Il Benfica passa come primo, il PSG deve accontentarsi del secondo posto. 

Il triplice fischio di Del Cerro Grande mette anche, almeno per questa stagione, la parola fine all’avventura bianconera in Champions League. Difficile ipotizzare ad inizio anno un percorso tanto deludente. Cinque sconfitte non lasciano spazio ad alcun tipo di alibi. Il cammino europeo della Juventus riprenderà nel prossimo febbraio dall’Europa League, competizione che torna ad accogliere i bianconeri dopo quasi dieci anni, soprattutto per la pochezza del Maccabi. Con una squadra maggiormente competitiva rispetto agli israeliani, difficilmente i soli tre punti raccolti avrebbero portato al terzo posto la squadra di Allegri.
Nel fare i conti con quello che a tutti gli effetti rappresenta un fallimento, un timido raggio di sole si affaccia ad illuminare, ancora in maniera flebile ma comunque insistente, la strada che potrebbe portare la Juventus al punto di partenza di un percorso nuovo, del quale i ragazzi saliti dal settore giovanile devono rappresentare una fondamentale risorsa.
Il parere dei tifosi per una volta viaggia unanime.
“Tocca a loro. Sono pronti!”


PAGELLE
SZCZESNY 6
Non ha margine di intervento in occasione delle due reti parigine. Gestisce con sicurezza e, in occasione del tiro deviato di Sergio Ramos, con un pizzico di fortuna le altre circostanze nelle quali viene chiamato in causa.
GATTI 6 Mbappé lo salta con irrisoria facilità in occasione del primo gol del PSG. Il difensore mostra carattere, non si lascia scoraggiare e offre una prestazione dignitosa condita da due chiusure decise su Messi e sullo stesso Mbappé.
BONUCCI 6,5 Prova di orgoglio per il capitano della Juventus che, contro l’avversario più difficile, offre una prestazione sicura, impreziosita dal tocco che permette alla Juventus di raggiungere il momentaneo pareggio. 
ALEX SANDRO 6,5 Si conferma a suo agio da terzo di difesa. Attento in copertura, aiuta la manovra offrendo un tocco di qualità in avvio di azione e cercando quando possibile la verticalizzazione.
CUADRADO 6 Conferma i leggeri segnali di crescita esibiti di recente. In avanti si rende protagonista di diverse iniziative interessanti tra cui spicca il movimento che lo porta a confezionare il passaggio decisivo per il gol di Bonucci. La sua gara è però macchiata dalla disattenzione in occasione del secondo gol francese, quando si lascia sfilare alle spalle Nuno Mendes.
(BARBIERI SV Una manciata di minuti che gli valgono il debutto in Champions League)
FAGIOLI 6,5 Testa alta, tocchi rapidi e precisi. Dopo il gol di Lecce, conferma di essere un giocatore che fin da subito può prendersi un posto di rilievo in questa squadra. Palla al piede ha la capacità di fare sempre la cosa giusta. Non si tira indietro quando si tratta di combattere.
(BARRENECHEA SV Anche per lui, pochi minuti per firmare il suo esordio in prima squadra)
LOCATELLI 6,5 Una prova finalmente all’altezza per uno dei giocatori più criticati di questa prima parte di stagione. Perde il pallone da cui origina il gol di Mbappé ma offre alla squadra una prestazione piena e determinata. Tiri, recuperi e l’apertura da cui nasce il gol di Bonucci. Lascia il campo tra gli applausi.
(SOULE’ SV Pochi minuti per lui. Si mette in mostra con un’iniziativa personale non sfruttata dai compagni)
RABIOT 6,5 Regge l’urto con il centrocampo avversario. Recupera diversi palloni e si sacrifica molto in un lavoro da diga tra difesa e centrocampo che taglia ai parigini la strada verso la porta.
KOSTIC 6 Inizia bene, proponendosi con la solita continuità lungo la fascia sinistra. Cala però alla distanza, risultando piuttosto impreciso soprattutto sul primo controllo di palla, con il quale compromette in più occasioni la possibilità di eseguire una giocata efficace. Merita la sufficienza per un impegno mai in discussione.
MIRETTI 6,5 La sua mobilità permette di creare nuove linee di passaggio in una manovra che si era sempre mostrata piatta e sterile. Non gli mancano coraggio e personalità. Tenta in diverse circostanze il tiro senza però riuscire mai ad impensierire Donnarumma.
(CHIESA SV Un quarto d’ora per testare il ginocchio appena guarito)
MILIK 6 Riferimento centrale dell’attacco, si ritrova in tante occasioni a fronteggiare Sergio Ramos e Marquinhos. Combatte ma in alcune circostanza non trova la pulizia nel passaggio esibita in tante altre circostanze.

ALLEGRI SV Esistono i livelli. Esistono le categorie. Vincono sempre gli stessi.
Esistono però dei giocatori che sono pronti per giocare nella Juventus senza dover fare necessariamente tutta la trafila di prestiti per la squadrette delle varie categorie. Ha avuto per le mani per oltre un anno un potenziale patrimonio di talento, senza mai rendersene completamente conto. La Juventus di oggi (e di domani) ha più bisogno di Fagioli che di McKennie. Riuscirà a capirlo?