Nell’ultima sfida in programma per la quindicesima giornata, turno che chiude l’anno calcistico per lasciare spazio alla ormai imminente Coppa del Mondo, la Juventus ospita allo Stadium la Lazio di Sarri. Di fronte ai bianconeri si presenta una partita nella quale gli uomini di Allegri sono chiamati a consolidare con un’altra vittoria un periodo sicuramente positivo sotto l’aspetto dei risultati. Le cinque vittorie consecutive ottenute, hanno infatti riportato la Juventus in piena lotta per un piazzamento valido per accedere alla prossima Champions League. Considerato l’inizio di stagione disastroso, si può sicuramente parlare di una squadra in ripresa, anche se ancora poco convincente per la maniera con cui continua ad esprimersi sul terreno di gioco.
Con il solito anticipo sul fischio d’inizio, una notifica sul telefono richiama l’attenzione del tifoso che si accinge a prendere posto sulla scomoda sedia davanti alla tv per seguire la partita. I canali di comunicazione della società diffondono la formazione scelta da Allegri. Szczesny tra i pali. Gatti, Bremer e Danilo compongono il trio difensivo. A centrocampo, Locatelli mantiene il suo posto in regia, Fagioli e Rabiot si muoveranno accanto a lui. Cuadrado e Kostic, lungo le due fasce, avranno il compito di aiutare la fase difensiva e di supportare la coppia di attaccanti formata ancora una volta da Milik e Kean.
Sulla sponda biancoceleste, Sarri conferma il suo tradizionale 433. Provedel; Marusic, Casale, Romagnoli, Hysaj; Milinkovic, Cataldi, Basic; Romero, Anderson, Pedro; sono gli undici uomini scelti dal tecnico laziale, sempre alle prese con l’assenza di Immobile, per iniziare la sfida dello Stadium.
Condotte sul terreno di gioco dall’arbitro Massa, le due formazioni vengono accolte da uno stadio che anche in questa occasione presenta alcuni spazi vuoti di troppo.
La piccola Zoe entra nella stanza un momento prima del fischio di avvio. Scodinzolando, si affanna alla ricerca di una postazione
. Il divano le sembra troppo molle. La poltrona forse troppo calda. Un paio di giri della stanza e alla fine sceglie di stendersi sul pavimento, davanti ai suoi amici. L’attenzione di tutti adesso è per la partita che sta per cominciare.

E’ la Juventus a mostrare di avere le idee più chiare in avvio. La squadra di Allegri, approfittando della superiorità numerica della linea di centrocampo, cerca fin da subito di sfruttare l’intera ampiezza del terreno di gioco con aperture improvvise, mirate a cambiare lato all’azione cercando l’uomo più libero sull’esterno. In fase difensiva, i bianconeri si raccolgono invece nella loro metà campo, schierandosi su due linee che puntano a togliere agli avversari, saliti a Torino con un trio d’attacco rapido ma molto poco incisivo sul piano fisico, la possibilità di sfruttare la profondità. L’atteggiamento tattico dei padroni di casa crea diverse difficoltà alla Lazio, evidenziate da alcune imprecisioni nel palleggio, solitamente un punto di forza delle squadre di Sarri. I bianconeri si presentano per primi dalle parti di Provedel. Kean conclude con un diagonale a lato una veloce ripartenza avviata da Kostic. Pochi minuti più tardi, Fagioli, servito ancora da Kostic, impegna il portiere laziale con un sinistro dal limite dell’area.
La piccola Zoe si stufa presto di stare sdraiata sul pavimento. La poltrona snobbata pochi minuti prima, adesso le sembra più invitante. Con un balzo si sistema, accucciandosi accanto alla solita sedia scomoda, dove il suo amico osserva l’evolversi delle vicende del campo.
La Juventus continua a cercare la via della rete. La strada verso l’area laziale passa sempre lungo la fascia sinistra. Kostic questa volta offre a Milik il pallone per la battuta verso la porta. Il tiro del polacco viene respinto da Casale. Dopo un avvio convincente, la Juventus però inizia a dare la sensazione di un rallentamento nella sua azione, testimoniato dall’alto numero di passaggi in orizzontale e all’indietro che privano la manovra bianconera della necessaria incisività. All’ennesimo appoggio arretrato di Cuadrado, nel piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv si levano le prime proteste. La gara adesso si svolge su un binario di equilibrio, con la Lazio che nella parte centrale del primo tempo assume il controllo del pallone. La squadra di Sarri si muove con le consuete triangolazioni che caratterizzano il modo di giocare dell’ex tecnico napoletano. La Juventus sceglie di lasciar palleggiare la Lazio, raccogliendosi compatta davanti all’area di rigore. Privata di qualsiasi possibilità di sfruttare la profondità, l’azione biancoceleste non raggiunge mai l’efficacia necessaria per arrivare ad impensierire Szczesny, ma si infrange come una placida onda contro lo scoglio difensivo bianconero. Pedro prova dalla distanza senza fortuna. La partita, che mette in confronto le due migliori difese del campionato, vive un momento non particolarmente esaltante. Le squadre sembrano quasi annullarsi a vicenda. Allo sterile palleggio laziale, fa da contraltare una manovra bianconera diventata in questa fase di gara troppo banale e conservativa. La piccola Zoe, forse annoiata, si addormenta.
Il primo tempo è ormai ad un passo dalla sua conclusione, quando Rabiot rompe l’inerzia della gara sradicando in mezzo al campo il pallone dai piedi di Milinkovic. Il centrocampista francese verticalizza immediatamente per Kean, liberando l’attaccante oltre la linea difensiva avversaria. Kean controlla un pallone difficile e con un pallonetto scavalca Provedel, uscito fuori dalla sua area nel tentativo di fermare l’attaccante. La parabola del pallone si spegne dentro la rete. La Juventus passa in vantaggio. Lo Stadium celebra Kean che balla felice sotto la curva sud. La sensazione immediata è che la parte più difficile, sbloccare il risultato, sia stata fatta.
La rete di Kean conclude di fatto il primo tempo. Esaurito il minuto di recupero, l’arbitro Massa manda le due squadre al riposo. I quindici minuti di intervallo scorrono veloci. Il tempo di fare qualche passo, di dare un’occhiata ai messaggi inviati dagli amici, che esprimono soddisfazione per il primo tempo concluso in vantaggio, e il tifoso riprende posto sulla solita scomoda sedia davanti alla tv. Accanto a lui, sempre la piccola Zoe, placidamente addormentata sopra la poltrona.

Le due formazioni rientrano in campo con gli stessi uomini con cui avevano aperto la sfida. La Juventus conferma la sensazione, trasmessa nei pochissimi minuti immediatamente successivi alla rete di Kean, di essere in pieno controllo della partita. La squadra di Allegri riparte andando subito in cerca del secondo gol. E’ sempre la fascia sinistra la zona di campo dalla quale i bianconeri ricavano le situazioni migliori. Kostic evita Hysaj e serve Milik in area. Il sinistro del polacco costringe Provedel ad una complicata deviazione. La Juventus, adesso determinata a chiudere la gara, sembra non accontentarsi più di attendere la Lazio e ripartire, ma propone con maggiore decisione una pressione a centrocampo per recuperare il pallone. L’atteggiamento dei bianconeri porta immediatamente i risultati sperati. Milik ruba palla a Cataldi, a centrocampo, favorendo l’intervento di Locatelli che, di prima intenzione, apre verso Kostic. Il serbo, dalla stessa posizione dalla quale aveva colpito il palo contro l’Inter, con un diagonale impegna Provedel in una complicata deviazione. Sul pallone, respinto corto dal portiere, arriva più veloce di tutti Kean che segna la sua doppietta personale. La Juventus allunga. Lo Stadium esulta per una rete che, nonostante manchi più di mezz’ora al termine della gara, lascia la sensazione di un risultato orientato in maniera definitiva verso i colori bianconeri.
Dalla panchina laziale, Sarri prova a cambiare l’inerzia della gara proponendo una doppia sostituzione. Entrano in campo Vecino e Luis Alberto in sostituzione di Cataldi e Basic. Il fantasista spagnolo, appena entrato, ha subito sul destro la possibilità di accorciare le distanze. Servito da Pedro, Luis Alberto cerca la battuta immediata verso la porta. Il tiro, contenuto dall’intervento di Bremer e Gatti, si spegne innocuo tra le braccia di Szczesny.
Allegri richiama in panchina Kean, finalmente salutato da un grande applauso da parte di tutto lo stadio, per inserire Di Maria. Evidente lo scopo di ricercare un maggiore controllo del possesso palla nella parte finale di gara. Pochi minuti più tardi è Kostic a chiedere il cambio. Applaudito da un pubblico che mostra di apprezzare la dedizione dell’esterno in ogni partita, il serbo lascia il posto a Chiesa che ne rileva posizione e mansioni schierandosi come esterno di sinistra nella linea di centrocampo. La sfida scorre verso la sua conclusione senza che la Lazio dia mai l’impressione di poterla riaprire. La formazione ospite, minuto dopo minuto, scivola ai margini della partita. Come ad inizio gara, alcuni errori banali intervengono ad inquinare il palleggio dei biancocelesti. E’ ancora la Juventus a presentarsi pericolosamente nell’area avversaria. Cuadrado in diagonale impegna Provedel. Pochi minuti più tardi, Milik, raggiunto da un pallone uscito da un contrasto vinto da Di Maria contro un paio di difensori laziali, sceglie di concludere con il destro ignorando Fagioli, libero nel cuore dell’area. La conclusione del polacco viene deviata da Romagnoli in calcio d’angolo.
Sarri si arrende poco prima dell’ottantesimo minuto. Il tecnico richiama in panchina Milinkovic per inserire Marcos Antonio. L’uscita dal campo del centrocampista serbo viene salutata dagli applausi di tutto lo stadio. Gran parte del pubblico bianconero vorrebbe vedere il centrocampista serbo a Torino nella prossima stagione. In questo momento però, pensare di rinunciare a Rabiot, oltretutto senza ricavare nulla dalla cessione, per investire su di lui un ingaggio simile, pagando in aggiunta il cartellino a Lotito, non sembra la migliore delle mosse possibili.
La Juventus gestisce i minuti che mancano con grande sicurezza. La squadra di Allegri tiene la Lazio lontana dalla sua area e, in possesso del pallone, cerca rapide ripartenze negli spazi che la squadra di Sarri è costretta a concedere. I bianconeri controllano e, nei minuti finali, passano ancora. Di Maria lancia Chiesa lungo la fascia sinistra. L’esterno lascia partire un cross radente verso il cuore dell’area che trova Milik pronto a girare in rete. E’ il gol che suggella una superiorità bianconera manifestatasi già nel primo tempo ma divenuta nettamente evidente nella ripresa.
I minuti di recupero trascorrono con lo stadio in festa che non perde l’occasione di lasciarsi andare ad alcuni cori sarcastici all’indirizzo di Sarri, mentre prima Vecino e poi Anderson, entrambi dalla distanza, cercano senza successo di accorciare le distanze. Più che la Lazio, è la piccola Zoe, adesso decisamente sveglia, a creare qualche preoccupazione al piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv. La cagnolina, sicuramente vispa e felice per il bel successo della Juventus, pretende le meritate attenzioni da parte dei suoi amici. Gli ultimi istanti di gara trascorrono con il tifoso impegnato a respingere gli assalti della cucciola alle buffe pantofole di Costanza.
Esauriti i quattro minuti di recupero, l’arbitro Massa chiude la partita.

La Juventus ottiene tre punti meritati che le consentono di scavalcare la squadra di Sarri e di issarsi in solitaria al terzo posto a soli due punti dal Milan, mentre il Napoli continua ad apparire lontano ed irraggiungibile.
Dopo averla attesa quasi come una liberazione, durante il disastroso periodo iniziale della stagione, adesso la lunga pausa per la Coppa del Mondo sembra arrivare nel momento meno opportuno. Le sei vittorie consecutive, tutte senza subire reti, hanno rilanciato la squadra di Allegri verso posizioni di classifica che maggiormente le competono. Una rimonta iniziata quando gli infortuni hanno costretto il tecnico a rivedere alcune convinzioni, spingendolo a concedere maggiore fiducia ai ragazzi saliti dalle giovanili.
La prima parte dell’annata si è conclusa e, nonostante la rimonta in corso, la valutazione non può essere positiva. Il girone fallimentare di Champions League, i punti buttati contro avversari ampiamente alla portata, hanno estromesso fin da subito la Juventus dalla corsa verso i principali traguardi. Le ultime vittorie lasciano la sensazione di una squadra in crescita. Il livello del campionato, sicuramente non eccelso, permette ai bianconeri di coltivare concrete aspettative circa un piazzamento nelle primissime posizioni. La sfida al Milan, secondo in classifica, è stata lanciata. La Juventus passerà la lunga pausa in maniera tutto sommato serena. Nelle migliori condizioni per cercare di migliorare ulteriormente e raggiungere i traguardi che rimangono alla portata della squadra.

Le PAGELLE di Carlo e Zoe
SZCZESNY 6
Mai impegnato in maniera severa dagli avversari, svolge senza sbavature l’ordinaria amministrazione.
GATTI 6 Qualche incertezza in fase di impostazione compensata con un’attenta prestazione difensiva. 
BREMER 6,5 Si occupa di Felipe Anderson e non permette in nessun momento al suo diretto avversario di rendersi pericoloso. 
DANILO 7 Il giovane Romero è un avversario ancora troppo fragile per un giocatore del suo livello. Partecipa molto alla fase di impostazione. Sembra arrivare alla Coppa del Mondo nelle migliori condizioni possibili.
CUADRADO 5,5 Ennesima prestazione da giocatore ormai avviato al declino. Largo sulla destra, dovrebbe creare la superiorità numerica sfruttando lo spazio che le squadre di Sarri generalmente concedono nelle zone esterne del campo. Si nota soltanto per un numero elevato di passaggi indietro.
FAGIOLI 6,5 Una realtà più che una giovane promessa. Il suo inserimento è coinciso con la crescita della Juventus che ha portato i bianconeri a chiudere l’anno al terzo posto. Esibisce qualità e senso del gioco. Difficile capire perchè non gli sia stata data fiducia prima.
LOCATELLI 6,5 Bravo in fase di contrasto e di impostazione. Si distingue con l’apertura per Kostic in occasione del raddoppio. Presente in quasi tutte le azioni proposte dalla squadra, offre la migliore prestazione stagionale.
(PAREDES SV Entra nei minuti finali)
RABIOT 7 Dominatore del centrocampo. Esce nettamente vincitore dal confronto con Milinkovic che in tanti vorrebbero a Torino nella prossima stagione al posto suo. Determinante in occasione del gol che apre la strada alla vittoria bianconera. Vince ogni duello in mezzo al campo.
KOSTIC 6 Punto di riferimento sulla fascia sinistra, nella prima parte di gara compromette diverse situazioni potenzialmente interessanti con errori tecnici anche banali. Cresce alla distanza, partecipando alla costruzione di diverse occasioni. Lascia dopo un’ora per un problema muscolare.
(CHIESA 6 Mezz’ora da esterno a tutta fascia. Offre a Milik il pallone del 3-0)
MILIK 6,5 Impegna la difesa laziale proponendosi come punto di riferimento della manovra offensiva bianconera. Cerca il gol con insistenza, a volte peccando di egoismo come quando sceglie di tirare ignorando Fagioli libero in area. Trova nel finale una rete meritata. Giocatore che si conferma un acquisto prezioso.
KEAN 7,5 Un paio di mesi fa, avevamo notato uno sguardo diverso negli occhi di questo giocatore. Attento, determinato, serio. Kean sta dimostrando di poter far parte di una rosa come quella della Juventus. Apre la sfida con un pallonetto preciso, chiude con un gol di rapina da centravanti d’area. In coppia con Milik sembra funzionare bene.
(DI MARIA 6 Entra per aiutare la squadra a gestire il pallone e il risultato. Regala alcuni spunti di qualità) 

ALLEGRI 6,5 Nell’ultima partita dell’anno propone la Juventus migliore della stagione. Batte Sarri togliendo profondità al palleggio laziale, come in passato aveva già fatto quando il tecnico toscano sedeva sulla panchina del Napoli. Gli va riconosciuto il merito di non aver perso la testa nel momento più complicato della stagione, quando sembrava ad un passo dall’esonero.