Storie di calcio - III stagione - IX episodio

"L'unico vero rischio nella vita è non voler correre alcun rischio."

Per la primissima volta, ho il piacere di raccontare la storia di una calciatrice, che ha combattuto ogni giorno per raggiungere gli obiettivi che sembravano impossibili, ma addirittura impensabili attraverso il mondo del calcio. Un viaggio che l'ha portata a essere una delle voci più fresche, competenti e autorevoli del panorama televisivo calcistico italiano.

La nona puntata la dedichiamo a Katia Serra.
Nata a Bologna il 5 aprile 1973, sin da piccola aveva una forte passione per il pallone. Era un'amica inseperabile, la compagna di giochi preferita nei divertimenti insieme al fratello. Un impulso forte e radicato fino alle scuole elementari: due calci a un pallone, in palestra o in cortile non fanno differenza, l’importante è giocare.
La carriera calcistica parte dalla serie cadetta femminile, precisamente nel Bologna, che fino a poco tempo fa si chiamava Bazzano, dove vi rimase fino alla stagione 1991-92.
Nella stagione seguente, Katia si trasferisce al Lugo con la quale vince al primo tentativo il campionato di B. Debutta così in serie A nell'annata 1993-94. Nel 1995 conquista il suo primo trofeo, la Coppa Italia, decisa proprio con una sua tripletta. Ben presto, nel 1997 si trasferisce al Modena. La giovane avrà la possibilità di giocare con tante brave atlete dalle quali imparare i segreti di questo sport. Arrivano altre due affermazioni: lo scudetto e la Supercoppa.
Successivamente, subisce due infortuni gravi che la terrano fuori dal campo per molto tempo. Ripartirà dal Foroni appena promosso in Serie A. Saranno tre annate splendide, perchè i biancoverdi ottengono due secondi posti consecutivi e perdono lo spareggio scudetto sul campo neutro di Pisa, perso ai rigori dopo un campionato alquanto imbattuto. Dopo questa beffa, la Serra si consolerà con la sua seconda Coppa Italia vinta (la prima con il Foroni).
A quel punto, la giovane riceverà un doppio incarico sia da giocatrice, che da allenatrice nella seconda squadra. Si laurea Campione d'Italia come selezionatrice dell'Under 14 dell'Emilia Romagna.

Il futuro per lei diventerà sempre più rosa. Oltre a ricevere la convocazione della nazionale italiana femminile in Spagna per una gara di qualificazione mondiale, avrà la chance di giocare nella Lazio dove esordisce in Champions League e poi alzerà al cielo la sua terza Coppa Italia e l'Italy Women’s Cup.
Nel 2003 passa al Bergamo e nonostante ci sia la voglia di costruire dopo i risultati storici mai raggiunti prima, la società chiude i battenti. Per una sola stagione, vestirà la maglia dell'Atletico Oristano. Nemmeno qui le cose vanno bene e la causa sono i problemi finanziari che vanificheranno alcuni buoni risultati di squadra.

Prova a riscattarsi sia nell'Agliana e poi a gennaio al Cervia nella serie cadetta. L'obiettivo era quello di vincere il campionato e la Coppa Italia, ma entrambi i traguardi sono solo sfiorati. La Serie A si faceva sentire, tanto meno che la giovane decide di vestire la maglia della Reggiana. Disputa una buona annata che si concluderà con un quinto posto, con la giovane che assumerà il ruolo di rigorista della squadra. 
Purtroppo per Katia arriverà un'altro grave infortunio, questa volta ai legamenti del ginocchio sinistro. E’ una tegola pesante e in pochi credevano al suo recupero. Rimasta senza squadra a soli 34 anni, lei non demorde e lotterà in tutti i modi per rientrare. Nel 2008 ritorna in campo per l'ennesima volta e la scelta ricade sul Trento che cercava disperatamente dei punti per la salvezza. Intravede la possibilità di aiutare il gruppo, con la squadra che piano piano comincia a racimolare punti fondamentali e a due giornate dal termine, i gialloblù ottengono la salvezza.

Allo spareggio contro il Chiasellis, realizza una doppietta, ma la squadra formata solo da giovanissime calciatrici, non poteva reggere questo vantaggio e perderà per 4-2.
Per restare al Trento, la Serra riceve una proposta economica, ma era scettica, perchè mancava un progetto importante e concreto. Alla fine rifiutò e dopo una sola stagione, la squadra sparisce, non per problemi economici.
Dalle ceneri di questa delusione sportiva, risponde con grande entusiasmo alla chiamata della Roma che sogna lo scudetto. La stagione parte benissimo, la sua forma fisica gli garantisce goal e prestazioni di livello, ma anche un gruppo forte e compatto. Però, lo spettro dell'infortunio era sempre dietro l'angolo, infatti la centrocampista, subirà un'altro lungo stop per tutto il 2009 a causa della rottura del tendine d'Achille.
Una nuova proposta calcistica arriva dalla Spagna nel Levante. E’ l'ultima squadra dove giocherà la centrocampista. S’informa costantemente sui progressi e gli permette di vivere un’esperienza vera di calcio: giocare in un club professionistico. Un'esperienza piacevole con un grande arricchimento in campo e fuori.

Una volta appesi gli scarpini al chiodo, la giovane ricopre le cariche di rappresentanza delle calciatrici e Consigliere in seno all'Associazione Italiana Calciatori (AIC) e nel 2017 diventa la responsabile del settore femminile dell'AIC.
Un ruolo di fondamentale importanza, arriva nella Rai come commentatrice di alcune partite di Lega Pro e di calcio femminile. È stata tra i principali opinionisti degli europei di calcio 2016 nel programma Il grande match. L'anno successivo ha commentato alcune partite degli europei Under 21 disputato in Polonia, e due anni più tardi verrà selezionata tra le voci tecniche per commentare i mondiali femminili francesi.
Nel 2021, a sorpresa, diventerà la prima donna a commentare una finale della nazionale calcistica italiana, insieme a Stefano Bizzotto. Tutti quanti noi la ricorderemo, quando al rigore sbagliato di Saka, disse che eravamo campioni d'Europa nell'anno d'oro dello sport italiano.

Come ben sapete il titolo di questa puntata l'ho preso dal suo libro, che ripercorre le tappe della sua carriera e della sua vita. 
Una donna che ha sudato tantissimo nel raggiungere i suoi obiettivi, anche per via dalle scelte obbligate, che le hanno cambiato la vita alle lotte sindacali per i diritti delle calciatrici.

Un abbraccio Pasqui