In attesa dello scontro di domenica sera a San Siro, la Juventus debutta in Coppa Italia. Nel freddo dello Stadium di Torino, affronta il Genoa in una gara ad eliminazione diretta valevole per gli ottavi di finale. La squadra bianconera è chiamata a raggiungere ai quarti Milan, qualificato ai rigori contro il Torino, Inter, passata a Firenze, all’ultimo minuto dei tempi supplementari, con un gol di Lukaku e il Napoli che ha avuto la meglio sull’Empoli.
Per l’esordio stagionale nella manifestazione, Pirlo attinge a piene mani dal serbatoio dell’under 23. Con un calendario senza soste è necessario risparmiare qualche minuto ai titolari. Inoltre è arrivato anche il momento di testare l’efficacia dell’esperimento seconda squadra, iniziando quando possibile a provare i ragazzi in incontri di livello superiore a quelli giocati abitualmente in serie C. La scelta dell’allenatore bianconero cade su un 352 più marcato rispetto al sistema di gioco solitamente utilizzato. Davanti a Buffon, il trio dei centrali è composto dal giovane Dragusin, elemento che aveva ben impressionato già nella formazione primavera, Demiral e Chiellini, che torna titolare a distanza di qualche mese. Ad un altro giovane, il brasiliano Wesley, è affidato il ruolo di esterno destro, con Bernardeschi ad occupare la fascia sinistra. Bentancur e Arthur formano la linea mediana, con Portanova chiamato ad agire come elemento di raccordo tra il centrocampo e l’attacco formato da Morata e Kulusevski. In panchina, il tifo di Pinsoglio può contare in via eccezionale anche sul contributo di Cristiano Ronaldo. 

La Juventus parte subito forte e passa in vantaggio alla prima occasione. Chiellini porta palla nella metà campo genoana e con il sinistro trova, tra le maglie allentate della retroguardia avversaria, il corridoio giusto per mettere Kulusevski davanti al portiere Paleari. Lo svedese con freddezza controlla a seguire il pallone e lo piazza con il sinistro nell’angolo. La partita nemmeno è iniziata e la Juventus è già avanti. La telecamera coglie l’entusiasmo di Pinsoglio, unico della panchina in piedi a celebrare la rete. L’immediato svantaggio stordisce il Genoa che per un lungo periodo di gioco appare completamente in balia degli avversari. La ricerca della palla lunga per Scamacca e Pjaca, abbandonati al loro triste destino, sembra l’unica inefficace arma a disposizione dei rossoblu per opporsi alla Juventus. I giovani si muovono con disinvoltura. Wesley è molto intraprendente sulla fascia destra, dove si mette in mostra con un paio di spunti importanti e una conclusione rasoterra che chiama Paleari alla parata. I bianconeri producono gioco e occasioni da gol. Il Genoa sembra assistere impotente. Poco dopo il decimo minuto di gioco Kulusevski, servito in verticale da un filtrante di Bentancur, ha una palla enorme per il raddoppio. Solo davanti a Paleari, lo svedese apre il sinistro alla ricerca del palo lontano. Il portiere genoano lo aspetta proprio lì e si distende deviando con il braccio in angolo. Morata e Kulusevski imperversano su tutto il fronte d’attacco. Si cercano e si trovano con un’intesa che appare molto naturale. Da un loro scambio in area nasce una nuova palla gol per Kulusevski, chiuso in angolo da Bani al momento di concludere a rete. Il raddoppio però non tarda ad arrivare. Bentancur verticalizza su Kulusevski, lo svedese di prima intenzione, con la naturalezza che appartiene ai predestinati, con un tocco di sinistro traccia un corridoio per l'inserimento di Morata che si presenta davanti a Paleari e con freddezza lo batte sul primo palo. Un gol bellissimo, Pinsoglio applaude convinto. Non sono trascorsi neppure venticinque minuti e la partita sembra saldamente nelle mani della Juventus, troppo grande la differenza vista in campo fino ad ora per immaginare una reazione efficace da parte del Genoa.
Invece, dopo il solito giallo rimediato da Bentancur, al primo tentativo i rossoblu trovano la via della rete. Goldaniga scende sulla destra e mette un lungo traversone che attraversa l’intera area per ricadere sul secondo palo. Dragusin è attirato verso il centro dal movimento di Pjaca, sul pallone arriva Czyborra, completamente dimenticato da Wesley, libero di colpire di testa e di battere Buffon che nella circostanza non appare molto reattivo. Il gol genoano non sembra però cambiare l’inerzia della partita, costantemente in mano alla Juventus che continua a produrre un buon numero di occasioni. Bernardeschi dalla sinistra calcia addosso a Paleari, bravo a coprire il suo palo, poi ancora l’esterno si accentra dalla fascia sinistra ma con il destro calcia molto male da buona posizione. Infine un bel gol di Portanova, servito in verticale da Bernardeschi, viene cancellato da un ginocchio in fuorigioco del giovane centrocampista.

Il primo tempo si conclude con la Juventus avanti di un gol, un bel gioco espresso, una buona risposta da parte dei giovani chiamati in causa e, soprattutto, un Kulusevski capace di illuminare il campo e gli occhi di chi lo guarda. Giocatore totale che lascia immaginare margini di crescita che sembrano infiniti. Nei suoi movimenti e nella sua capacità di svariare su tutto il fronte d’attacco si ritrovano frammenti dei grandi giocatori che prima di lui hanno calcato questo palcoscenico. I suoi vent’anni lasciano sognare. 

Al rientro in campo, la prima sostituzione di Pirlo. Esce Bentancur ed entra Rabiot. Sembra un cambio programmato per dosare le energie in vista della partita di domenica sera. La prima azione della ripresa è ancora di marca bianconera con Morata che salta Bani e, da posizione defilata, impegna Paleari. Poi la partita cambia. Il primo avviso arriva da Pjaca che dopo essersi liberato facilmente di Arthur, dal limite dell’area lascia partire un destro che, con Buffon battuto, colpisce la traversa non molto lontano dall’incrocio dei pali. Il Genoa prende coraggio, la Juve sembra subire la ritrovata aggressività dei suoi avversari. Fatica a riconquistare il pallone. L’uscita di Bentancur sembra pesare più del previsto. Tolto lui non c’è più nessuno in grado di riequilibrare l’intensità ora messa in campo dalla formazione di Ballardini. Arthur e Rabiot sono due giocatori da possesso, bravi con il pallone tra i piedi, meno quando si tratta di accorciare sui portatori di palla avversari. Kulusevski cala la sua prestazione, collezionando qualche errore di troppo. Il giovane Wesley invece sembra sparire dal campo. Non si vede più in nessuna delle due fasi di gioco, al punto che una sua sostituzione sarebbe auspicabile. Pirlo invece opera diversamente. Toglie Demiral e Chiellini per mandare in campo Bonucci e Danilo. Se per Chiellini si poteva ipotizzare un impiego limitato per preservarlo da possibili ricadute, il cambio di Demiral resta invece di difficile comprensione. Non era in quelle zone che stavamo soffrendo. L’intervento di Pirlo, come spesso accade, rimane difficile da comprendere. Resta a volte l’impressione che il nostro allenatore sia sempre più attento alla partita preparata nella sua testa piuttosto che a quella che invece si svolge in campo. I cambi operati non spostano la situazione. Il Genoa non produce palle gol importanti ma la sensazione forte è che faremo fatica a portare fino alla fine il 2-1. Le possibilità di chiudere la partita vengono vanificate da diversi contropiedi gestiti male, una nostra caratteristica che ormai ci trasciniamo da alcuni anni e per la quale è francamente difficile trovare una spiegazione.
Il Genoa pareggia quando manca poco più di un quarto d’ora al novantesimo. Melegoni riceve palla all’altezza del vertice sinistro dell’area di rigore e, affrontato con poca convinzione da Wesley, lascia partire un destro a giro che termina la sua corsa nell’angolo lontano. Anche in questo caso il replay evidenzia una risposta non troppo reattiva da parte di Buffon. I supplementari che sarebbe stato meglio evitare sembrano invece molto vicini. 
Pirlo interviene ancora e, quando mancano poco più di dieci minuti alla fine della partita, sostituisce Portanova con un altro giovane dell’under 23. Entra Rafia, trequartista franco tunisino. Il nuovo entrato si piazza a centrocampo assieme ad Arthur e Rabiot. E’ chiamato ad offrire spunti e verticalità ad una manovra che è diventata stagnante. Ormai a ridosso del novantesimo l’allenatore bianconero gioca anche la carta Ronaldo che rileva Wesley. Un cambio quello dell’esterno brasiliano effettuato in colpevole ritardo. La storia della partita però non cambia. L’ultima occasione è una punizione da posizione defilata calciata alta proprio da Ronaldo. Al fischio finale il risultato è fermo sul 2-2, si va ai supplementari. Un epilogo certamente inaspettato al termine del primo tempo.

Il gioco riprende dopo la consueta breve pausa. La Juventus sembra essersi scrollata di dosso un secondo tempo certamente non all’altezza delle aspettative, mentre il Genoa da la sensazione, dopo lo sforzo profuso alla ricerca del pareggio, di non avere molte altre risorse da giocare in questo prolungamento. La partita torna nella metà campo rossoblu, con la Juventus decisa a chiuderla prima dei calci di rigore. Soluzione dal dischetto che invece appare chiaramente l’obiettivo dei nostri avversari, attenti a chiudere gli spazi e a non sbilanciarsi. La qualificazione si decide allo scadere dei primi quindici minuti. Morata affonda prepotente dal lato sinistro dell’area di rigore e dal fondo tocca al centro verso Rafia. Il giovane trequartista è bravissimo e reattivo a vincere il duello con il suo diretto avversario e a girare in rete. E’ il gol che manda la Juventus ai quarti, bello e di buon auspicio che sia arrivato da uno dei ragazzi chiamati forse ad essere parte del futuro della società. Il Genoa non ha più la forza per tentare di recuperare di nuovo la partita. I bianconeri gestiscono il resto del tempo senza  correre rischi, anche se non perdono l’occasione di vanificare l’ennesimo contropiede, questa volta con Ronaldo che sceglie di servire Kulusevski invece del più libero Arthur.

L’incontro si chiude sul 3-2. La Juventus ottiene la qualificazione ai quarti, dove incontrerà la vincente di Sassuolo - Spal. La nota negativa è data sicuramente dal prolungamento della partita. Tempi supplementari che si sarebbero potuti evitare con una gestione più accorta dei cambi e di alcune buone occasioni avute in contropiede. In vista della partita contro l’Inter, preoccupano i centoventi minuti disputati da Morata e Kulusevski, due che sicuramente saranno chiamati in causa a San Siro. Tra i ragazzi impiegati, discreta la prova di Dragusin che sembra essere l’elemento più pronto tra i giovani a disposizione, da tenere in considerazione se le esigenze di rotazione imporranno qualche cambiamento nella linea difensiva. Bravo, dopo un impatto difficile con la partita, anche Rafia, soprattutto per il gol ma anche per alcuni spunti pregevoli che lasciano intravedere delle qualità. Wesley si è invece completamente smarrito dopo un primo tempo promettente. In ritardo in occasione del gol di Czyborra, poco convinto al momento di contrastare Melegoni sulla conclusione che ha portato al pareggio.
Rimangono anche tante perplessità sulla lettura della partita da parte di Pirlo, ancora una volta poco convincente nelle sostituzioni.