L’ultimo turno di Serie A di questo anno così particolare e per certi versi difficile da dimenticare, mette di fronte, allo Stadium di Torino, la Juventus contro la Fiorentina. I bianconeri, sull’onda della convincente vittoria di sabato sera a Parma, arrivano all’incontro con i viola, in difficoltà da inizio stagione, per prendere quei tre punti che permetterebbero di proseguire l’inseguimento al primo posto. Vetta che, per colpa dei troppi pareggi fin qui conseguiti, non è ancora stata toccata in questa stagione dalla squadra di Pirlo e che, nel pomeriggio, si è ulteriormente allontanata per la sentenza del Collegio di Garanzia che ha accolto il ricorso del Napoli contro la sconfitta a tavolino subita per non essersi presentati quel giorno di settembre a Torino. In attesa di leggere le motivazioni che hanno portato all’accoglimento del ricorso e magari di una nuova ulteriore sentenza che assegni al Napoli direttamente la vittoria nella partita in questione, la Juventus è chiamata a non sbagliare in questa serata.

L’allenatore bianconero ancora una volta cambia il suo undici titolare. Le scelte sembrano, come al solito, non tenere troppo in considerazione il rendimento e lo stato di forma mostrato dai giocatori nelle partite precedenti. Torna Cuadrado nel ruolo di terzino destro. Probabilmente sono io a dovermi rassegnare. E’ evidente che la dirigenza prima di tutti e i vari allenatori che si sono alternati sulla panchina della Juventus in questi ultimi tre anni, considerino questo da terzino il ruolo principale del giocatore colombiano. Bonucci - De Ligt formano come al solito la coppia centrale. Alex Sandro a sinistra chiude la composizione difensiva. Danilo, probabilmente il giocatore più continuo e dal rendimento più alto in questa prima metà di stagione, finisce in panchina. A centrocampo giocano McKennie, Bentancur e Ramsey, ripescato, dopo l’iniziale esclusione in favore di Rabiot, dalla squalifica del francese tornata pendente dopo l’annullamento della vittoria a tavolino contro il Napoli. Niente conferma per Kulusevski, nonostante gli evidenti segnali di ripresa mostrati dal talento svedese. Al suo posto gioca Chiesa, che torna ad agire in quella posizione di ala sinistra che non sembra vederlo completamente a suo agio. In attacco, nonostante il ritorno di Dybala nella lista dei convocati, viene confermata la coppia Ronaldo - Morata. Difficile ipotizzare una soluzione differente in questo momento.
Pirlo schiera quindi quella che sembra essere la sua formazione tipo, con Cuadrado e Chiesa esterni di quella specie di attacco a cinque che si forma con la squadra in possesso di palla. Formazione che però, almeno stando alle precedenti prestazioni, non sembra esaltare al meglio il valore della rosa. E’ la formazione che ha portato tanti pareggi e un gioco non particolarmente brillante. L’augurio è che la storia cambi questa sera. Di avere ragione sulla pelle della Juventus non è mia ambizione.

La partita comincia malissimo. Giusto il tempo di rendersi immediatamente conto che la Juventus non sembra brillante come a Parma e la Fiorentina passa in vantaggio. Una giocata verticale di Ribery dalla trequarti difensiva, sfrutta un buco tra De Ligt e Bonucci mandando dritto in porta Vlahovic. L’attaccante viola, partito in posizione regolare, si presenta davanti a Szczesny e lo batte con un tocco sotto con il sinistro. Nemmeno è iniziata e stiamo perdendo.
Nonostante lo svantaggio la reazione non arriva. La Juventus non sembra essere in campo prima di tutto con la testa. Sbagliano tutti. Bonucci si dimentica un pallone pericoloso al limite dell’area, Bentancur non indovina un passaggio, Cuadrado mostra la condizione appannata delle ultime recenti uscite, Chiesa litiga con la fascia sinistra e la palla. In avanti la Juventus si vede poco e in maniera non efficace. Mancano i movimenti senza palla di Ramsey e McKennie e la manovra, oltre che sui soliti passaggini, si affida alla ricerca dell'appoggio su Morata, sperando che possa pensarci lui. La Fiorentina, disposta in campo con un solido 532, con Caceres e Biraghi sulle fasce e Ribery libero di andare dove vuole, ha gioco facile nel limitare l’azione juventina e gestire il pallone a centrocampo con Amrabat e Borja Valero. Cerca spesso interessanti aperture sugli esterni che trovano la difesa della Juventus scoperta. Un problema che né Sarri lo scorso anno e nemmeno Pirlo in questa stagione hanno saputo correggere. Il disastro però deve ancora arrivare.

Cuadrado è il solito scarico di una manovra lenta. Il colombiano riceve palla da De Ligt e, largo sulla destra, tenta di velocizzare l’azione puntando due giocatori viola. Nel tentativo di dribbling su Biraghi si allunga troppo il pallone e per riprenderne il possesso entra in scivolata su Castrovilli. L’impatto è brutto. I giocatori e la panchina viola protestano in maniera energica con l’arbitro La Penna, arrivato con il cartellino giallo in mano. Dal replay si vede il piede a martello di Cuadrado colpire la tibia di Castrovilli. L’espulsione è inevitabile. Il Var richiama l’arbitro al monitor. Dopo una breve revisione, La Penna cambia la sua decisione. Siamo in dieci. La partita sembra già persa e purtroppo c’è poco da dire. Al massimo si può ricordare come in due situazioni analoghe in partite recenti, Lukic su Bentancur in Juventus - Torino e De Roon sullo stesso Cuadrado in Juventus - Atalanta, il Var sia rimasto in silenzio confermando la decisione dell’arbitro. L’errore però fu commesso in quelle due occasioni, non in questa. 
Pirlo sostituisce Ramsey con Danilo nel tentativo di riequilibrare l’assetto tattico ma a metà del primo tempo è la Fiorentina ad avere l’occasione di chiudere l’incontro. L’ottimo Caceres intercetta un tentativo di uscita di Bonucci su Ronaldo e innesca il contropiede viola servendo Vlahovic al limite dell’area. Il centravanti viola protegge bene il pallone e, sfruttando il velo di Ribery, lo allarga sulla destra per l’accorrente Caceres. Il cross teso del giocatore uruguaiano taglia l’area di rigore e raggiunge Castrovilli. Il tiro a colpo sicuro del centrocampista è deviato da Szczesny con un grande intervento.
Con la Juventus in difficoltà, sotto di un gol e di un uomo, Caressa e Bergomi in telecronaca alzano il livello della loro prestazione. Faticano a trattenere l’entusiasmo. Per loro sta arrivando un inatteso regalo natalizio e lo scartano come due bambini gioiosi. Igor, con il braccio, colpisce da dietro il collo di Morata. Lo spagnolo resta a terra. L’arbitro sorvola. Caressa si inventa chiropratico, spiega al telespettatore che il problema di Morata è dovuto, più che alla botta di Igor, un semplice appoggio secondo lui, ad un indurimento del collo nel tentativo di prendere posizione per difendere il pallone in arrivo. 
La Juventus si vede dalle parti dell’area viola per la prima volta intorno alla mezz’ora. Ronaldo da sinistra entra in area, salta secco Milenkovic ma calcia sull’esterno della rete. Ancora Ronaldo pochi minuti più tardi impegna Dragowski con un destro da lontano potente ma troppo centrale. La produzione offensiva della Juventus in questo primo tempo è tutta qui. Siamo in dieci ma è comunque troppo poco.
Nell’intervallo Pirlo inserisce Bernardeschi al posto di Morata, disegnando la squadra con un 441. La sostituzione desta qualche perplessità. Sicuramente porta un maggiore equilibrio ma priva del suo centravanti una squadra che deve assolutamente segnare.

Il secondo tempo riprende con un’ammonizione a Borja Valero per fallo su Danilo. Passano un paio di minuti e di nuovo il centrocampista spagnolo entra duro da dietro, questa volta su Bentancur. Il fallo è da ammonizione. Sarebbe il secondo giallo, ma La Penna sceglie di applicare il “bonus Barella” salvando il numero sei viola dall'espulsione. Scampato il pericolo, Prandelli non perde tempo a sostituire il suo centrocampista con Pulgar.
La Juventus prova a scuotersi. Alza il baricentro, mette in campo maggiore intensità. Le occasioni però non arrivano, a parte qualche cross e un gol di Ronaldo annullato per evidente posizione di fuorigioco. Il portoghese cerca la giocata che possa cambiare la storia dell'incontro. Prende palla sulla destra e sfida Biraghi e Castrovilli che lo mette giù appena dentro l’area. Il rigore sembra netto. La Penna lascia correre. Il replay evidenzia in maniera inequivocabile il contatto tra Castrovilli e Ronaldo. Il Var però tace. Bergomi e Caressa sembrano in sincero imbarazzo, il rigore era evidente perfino per loro due.
La partita scivola via senza che la Juventus riesca a portare situazioni pericolose nell’area avversaria. Ci prova Chiesa, intorno al settantesimo, con una percussione sulla destra conclusa con un tiro forte ma da posizione troppo defilata che Dragowski devia sicuro in angolo.
Pirlo interviene ancora. Toglie McKennie ed inserisce al suo posto Kulusevski. Un cambio con poco significato, fatto tanto per tentare qualcosa.  Le flebili speranze bianconere si spengono definitivamente quando mancano poco più di dieci minuti al termine della gara. Kouame, da poco subentrato a Vlahovic, viene servito direttamente da rimessa laterale, completamente libero e indisturbato sulla fascia destra. Dal fondo mette un cross arretrato per Ribery che lavora bene il pallone e lo scarica sulla sinistra per Biraghi. Il cross teso del terzino, mancato da Bonucci, colpisce Alex Sandro e entra in porta.
E’ il due a zero. La prima sconfitta di questo campionato si è oramai materializzata.

Prima della conclusione un nuovo episodio dubbio si verifica nell’area viola. Bernardeschi, rapido ad approfittare di un errore in presa di Dragowski, viene steso dal braccio troppo largo del portiere. Si rialza chiedendo il rigore in maniera decisa. L’arbitro sorvola ancora una volta, il Var tace. Bergomi e Caressa sono di nuovo in difficoltà. Anche in questo caso a loro giudizio il contatto è evidente. Bernardeschi non la prende bene, continua a ripetere: “E’ rigore netto!”. Nedved la prende peggio di lui. Lascia la tribuna e si infila negli spogliatoi. Il nervosismo è tanto anche in società e si percepiva in maniera piuttosto evidente già prima della partita, durante l'intervento di Paratici su Sky. Forse stanno nascendo dei dubbi sulle scelte di Agosto. Forse ci si sta rendendo conto di aver commesso un errore di valutazione al quale, a questo punto, è difficile porre rimedio senza perdere la faccia. Sconfessare quella scelta voluta con forza dal Presidente Agnelli, scelta sulla quale la società si gioca gran parte della propria credibilità.
Al terzo gol di Caceres, che non esulta per rispetto verso quella maglia indossata per tanti anni, anche Paratici scende dalla tribuna e imbocca la porta degli spogliatoi. Al suo posto resta Andrea Agnelli, forse il maggiore responsabile di quello che sta accadendo. Lui che tanto ha creduto all’idea di affidare la squadra ad un allenatore alle prime armi. Il Presidente rimane solo ad assistere al disastro che si sta verificando in campo. Forse è questa l’immagine peggiore e più preoccupante della serata.

Un sincero augurio di Buon Natale alla redazione e agli utenti di "vivo per lei"!