Archiviata la parentesi europea infrasettimanale con la prima vittoria stagionale, per la Juventus è il momento di compiere un deciso passo in avanti anche in campionato. I bianconeri, per il quarto turno di Serie A, ospitano allo Stadium il Milan, protagonista di un brillante inizio di stagione e in vetta alla classifica ancora a punteggio pieno. Per la squadra di Allegri si tratta forse del primo passaggio chiave di questa nuova annata. Una partita che diventa subito fondamentale a causa del pessimo avvio di campionato che ha visto la Juventus raccogliere un solo punto in tre partite. Perdere contro il Milan significherebbe accumulare un ritardo di ben undici punti dalla vetta, difficile da colmare, e soprattutto l’apertura di uno stato di crisi all’interno della squadra.
Gli ormai necessari controlli alla velocità della linea wifi e al corretto funzionamento dell’app di Dazn presente sulla Tv e anche sulla chiavetta Firestick, acquistata per sopperire ad eventuali situazioni di emergenza, accompagnano il tifoso, ancora alle prese con l’accettazione del passaggio del campionato di calcio ad una piattaforma streaming, nei momenti precedenti il calcio di inizio. La modernità e il progresso tecnologico impongono drastici cambiamenti a quelle abitudini semplici e consolidate negli anni ma ormai, stando a quello che si ascolta in giro, decisamente superate.

Con un buon anticipo sull’orario di inizio, la Juventus, attraverso i suoi canali di comunicazione, annuncia gli undici che scenderanno in campo. Allegri conferma praticamente la squadra che ha vinto in Svezia quattro giorni prima. Sarà ancora un 442 “impuro” con Szczesny che mantiene il suo posto tra i pali e la linea difensiva formata da Danilo e Alex Sandro sulle fasce e da Bonucci e Chiellini al centro. In mezzo al campo, ancora spazio per Locatelli e Bentancur, supportati da Cuadrado sulla corsia di destra e da Rabiot dalla parte opposta. La coppia offensiva composta da Morata e Dybala completa la formazione bianconera. Chiesa, recuperato dopo le ultime due partite saltate a causa di un problema fisico, trova posto inizialmente in panchina, pronto a subentrare a gara in corso.
Sulla sponda rossonera, Pioli si affida al suo ormai consolidato 4231. Maignan in porta, linea di difesa formata da Tomori, Kjaer, Romagnoli e Theo Hernandez. A centrocampo Kessie e Tonali, protagonista quest’ultimo di un buon inizio di stagione, compongono la linea di mediani, mentre il trio formato da Saelemaekers, Diaz e Leao sulla trequarti supporterà Rebic, unico riferimento centrale in attacco per i rossoneri.
L’app di Dazn, nonostante una fiducia che non riesce ancora a decollare del tutto, sembra funzionare abbastanza bene. L'immagine si presenta fluida e di qualità decisamente migliore rispetto alle prime partite. L’entusiasmo dello Stadium, esaurito nei limiti della capienza concessa, accoglie in campo le due squadre. L’ottimo Borghi, in telecronaca, assicura ai telespettatori che assisteranno ad una grande partita. 

L’arbitro Doveri fischia l’inizio delle ostilità ed è il Milan a presentarsi per primo nell'area avversaria, con una conclusione di Tonali deviata in angolo dalla difesa bianconera. Sugli sviluppi del tiro dalla bandierina però è la Juventus a passare in vantaggio. Il cross, eseguito dallo stesso Tonali, viene allontanato da Bonucci. Il pallone è raccolto da Theo Hernandez che, poco fuori dall’area di rigore, di testa cerca di aprire sulla destra per servire Kessie. Alex Sandro capisce le intenzioni del terzino rossonero, intercetta il pallone e serve di prima intenzione in verticale Dybala. Il Milan è completamente sbilanciato, Morata vede lo spazio aperto di fronte a lui e si lancia in corsa. Il tocco di Dybala di prima intenzione manda fuori tempo Kjaer ed il rientrante Hernandez, lanciando il centravanti spagnolo in progressione nella metà campo deserta. Al resto ci pensa Morata, bravo a proteggere con il corpo il pallone dal ritorno di Theo Hernandez e a scavalcare Maignan con un tocco di rara lucidità. La Juventus va subito in gol. Esulta Morata sotto la curva sud, esulta lo Stadium, esulta felice Pinsoglio in panchina.
Subito dopo la rete, realizzata al quarto minuto, la Juventus prende in mano la partita. La squadra di Allegri ha il controllo totale del campo. Impone un ritmo altissimo, il pallone viaggia veloce, la squadra si muove compatta. I bianconeri, grazie a movimenti senza palla continui, disegna sul prato dello Stadium trame di gioco efficaci. Dybala e Cuadrado, soprattutto nella prima parte del tempo, si scambiano più volte la posizione con il colombiano che spesso entra a creare gioco in mezzo al campo. Maignan è costretto ad intervenire in più occasioni per contenere il passivo. Il portiere francese è bravo a difendere il primo palo da una conclusione ravvicinata di Morata, servito da un cross radente di Alex Sandro dalla sinistra. Non passano che un paio di minuti ed il portiere rossonero è ancora chiamato all’intervento. Questa volta deve allungarsi per deviare in angolo un destro di Dybala dal limite dell’area. La partita attraversa un momento in cui il Milan può solo cercare di limitare i danni. I rossoneri, che intorno alla mezz’ora perdono Kjaer per infortunio, sostituito da Kalulu, dalle parti di Szczesny per tutto il primo tempo non si vedono mai. Quando provano a proporre iniziative offensive, tendono a sbilanciarsi lasciando alla Juventus lo spazio per colpire in contropiede. Dybala, sulla destra, con un tacco di prima intenzione, ripulisce un pallone in uscita dalla difesa e avvia una ripartenza rifinita da Bentancur in verticale per Rabiot. Sembra il replay del gol di Morata, con il centrocampista francese che apre la sua falcata nella metà campo completamente deserta inseguito da Tomori. Ormai ad un passo dall’area di rigore, il difensore inglese ferma Rabiot con un intervento che appare al limite del regolamento. L’arbitro Doveri assegna la rimessa dal fondo per i rossoneri ma il replay mostra un incrocio di gambe che non sembra completamente corretto. Comunque, il var (che avrebbe potuto essere chiamato in causa per la chiara occasione da gol e la conseguente espulsione del difensore) resta in silenzio, il gioco riparte senza nessuna protesta da parte dei giocatori bianconeri.
La produzione offensiva del Milan fino a questo punto, racconta di un paio di conclusioni dalla distanza, tutto sommato velleitarie da parte di Tonali e poco altro. Ordinaria amministrazione anche per lo Szczesny non sicurissimo di questo periodo. 
Si chiude tra gli applausi convinti dello Stadium un primo tempo giocato molto bene dalla Juventus. La prova dei bianconeri, molto elogiata anche da Guidolin in telecronaca, si presta a critiche praticamente nulle. Le solite chat di whatsapp manifestano però un leggero rammarico per non aver trovato un secondo gol che la squadra, per il gioco espresso, avrebbe meritato. Poco prima della ripresa, ancora un paio di messaggi si concentrano sull’intensità messa in campo dalla Juventus e su una prova finora importante sotto il piano fisico. Inevitabilmente si manifesta anche qualche preoccupazione circa la tenuta della squadra sui novanta minuti. Morata, oltre al gol, ha offerto un prezioso punto di riferimento avanzato alla manovra e creato tracce profonde per provare a colpire il Milan nello spazio. Dybala ha proposto calcio a tutto campo, non disdegnando in diverse occasioni profondi ripiegamenti per mantenere la squadra in equilibrio e partecipare alla manovra fin dai primi tocchi. Per entrambi un’ottima partita ma molto dispendiosa sul piano fisico. 

Esaurito l’intervallo, le due squadre si presentano sul terreno di gioco con gli stessi undici con cui hanno concluso i primi quarantacinque minuti. La partita continua a seguire, almeno in avvio di ripresa, il copione del primo tempo. E’ ancora la Juventus a rendersi pericolosa dopo nemmeno cinque minuti. Bonucci, con un lancio telecomandato da centrocampo, taglia fuori la difesa avversaria premiando l’inserimento di Rabiot. Il centrocampista francese perde però un’ottima occasione cercando un controllo invece di colpire di testa da ottima posizione. La regia di Dazn coglie il rammarico di Allegri che inizia a mostrare segni di nervosismo.
I ritmi della partita restano piuttosto sostenuti ma, con lo scorrere del tempo, la squadra bianconera comincia ad accusare un netto calo atletico che comporta una minore lucidità nella gestione del pallone. La velocità di esecuzione esibita nella prima parte è un ricordo. Ogni giocatore in possesso di palla tocca il pallone almeno una volta in più rispetto al necessario, rallentando il ritmo dell'azione. I movimenti e i tagli sono meno continui e meno puntuali. La squadra ricorre sempre più spesso al tocco indietro e ad un possesso palla di tipo conservativo. Inizia a farsi strada il timore che sarà difficile per la Juventus trovare di nuovo la via del gol. Pur non subendo alcuna situazione pericolosa, avanza la sensazione di un risultato legato agli episodi. La partita diventa più nervosa, aumentano i contatti ruvidi e si accendono diverse piccole mischie in varie zone del campo. L'arbitro Doveri è costretto a fischiare molto, interrompendo più spesso il gioco.
Arrivano le prime mosse da parte delle panchine. Pioli richiama Saelemaekers e Kessiè, autore di una prestazione modesta, sostituendoli con Florenzi e Bennacer. Allegri risponde cercando dalla panchina forze fresche nel tentativo di restituire vigore alla squadra. Kean rileva un Morata esausto. Migliore in campo, lo spagnolo viene salutato dagli applausi del pubblico ed accolto in panchina da una carezza riconoscente di Pinsoglio. Trascorrono un paio di minuti ed entra anche Chiesa al posto di Cuadrado. E’ proprio il nuovo entrato ad avviare una pericolosa azione bianconera rifinita da Dybala per l’accorrente Danilo. La conclusione del terzino brasiliano, da posizione in verità piuttosto defilata, viene respinta dal bravo Maignan. Nonostante i cambi, la Juventus con il passare dei minuti perde progressivamente terreno fino ad assestarsi negli ultimi trenta metri difensivi, in quella presunta zona di comfort nella quale la squadra, protetta da Bonucci e Chiellini e forse consapevole che non riuscirà più a segnare, si sente sicura nel difendere il gol di vantaggio.
Mentre Allegri sta preparando una nuova sostituzione, ad un quarto d’ora dal termine, senza essersi mai reso veramente pericoloso fino a quel momento, il Milan pareggia. Il gol dei rossoneri arriva da un calcio d’angolo battuto da Tonali che trova Rebic completamente libero al centro dell’area. L’attaccante croato, da pochi passi, è bravo a girare di testa verso la porta il pallone, che dopo un tocco sul palo rotola in rete battendo Szczesny questa volta incolpevole. Subìto il gol, si fa strada la sensazione che per la Juventus il rischio di perdere anche questa partita sia molto più concreto della possibilità di vincerla.
Allegri in panchina si arrabbia. Urla e si agita. Cerca in ogni modo di scuotere la sua squadra. Prova a passare al 433, sostituendo Dybala, da diversi minuti in debito di ossigeno, con Kulusevski ma la strada sembra ormai tracciata. Nessuno dei nuovi innesti riesce ad incidere in una partita che ha mutato radicalmente il suo copione iniziale. Il finale parla rossonero. Mentre il tifoso davanti alla tv ha ormai accettato di dover giocare per difendere il pareggio, il Milan si divora con Kalulu la più grande occasione avuta a disposizione nell’intera partita. Il terzino, liberato in area da una discesa di Theo Hernandez, si vede negare il gol da un grande intervento di Szczesny che questa volta salva la Juventus. Nei minuti di recupero il Milan ha un’altra grande opportunità per vincere la partita. Su ripartenza avviata da un rilancio sbagliato di Chiellini, Rebic libera Florenzi sulla destra, nella stessa posizione che aveva visto pochi minuti prima l’occasione di Kalulu. L’esterno però indugia forse un momento di troppo e quando calcia trova il corpo di Locatelli a contrastare il tiro.

La notte torinese si chiude quindi con un pareggio che, nonostante le convinzioni espresse da Allegri nella conferenza stampa della vigilia, porta sicuramente un ottimo punto al Milan. Punto invece molto meno utile alla Juventus, reduce dal peggior avvio di campionato degli ultimi anni (e forse anche degli anni più lontani), ancora ferma a quota zero vittorie e che continua a guardare dal basso troppe squadre davanti a sé in classifica. Mentre le chat di whatsapp tacciono in un silenzio che tradisce tanta delusione, una rapida doccia rinfrescante aiuta a combattere il caldo di queste ultime serate estive e a ripercorrere i novanta minuti appena andati in scena. La serata dello Stadium ha raccontato di una squadra in grado di giocare un bel calcio, almeno per una parte di gara, ma incapace di trovare la via del gol con continuità. La difficoltà realizzativa, come già evidenziato in passato, rappresenta, assieme forse all’incapacità di reggere il ritmo della gara per i novanta minuti, la più grave criticità mostrata fin qui da questa squadra. La Juventus non riesce a chiudere le partite o almeno a capitalizzare al massimo i momenti di predominio, finendo, con il trascorrere dei minuti, per giocare in maniera puramente conservativa, con il rischio di esporsi ad eventi sfavorevoli che su un campo di calcio capitano in maniera frequente quando si trascorrono interi momenti di gioco nella propria area.

Il calendario, con il turno infrasettimanale di mercoledì in casa dello Spezia, offre una nuova occasione per ottenere un buon risultato e mettersi alle spalle, almeno parzialmente, i dubbi e le difficoltà di questo incerto avvio di stagione, ad Allegri e alla squadra il dovere di coglierla.