Io lo conoscevo come Claudio, mister Prandelli, quando da bambino facevo le prime collezioni di figurine per l'album dei calciatori. Era l’anno 1980 e lui faceva parte di quelle riserve della Juventus con provenienza Atalanta.

In quella Juventus, dove all'epoca i titolari erano i soliti undici, non giocò  tantissimo, ma nei suoi sei anni alla Juve fece comunque una novantina di presenze, e alla fine se ne tornò a Bergamo dove chiuse la carriera di allenatore. Sparì.
Poi un bel giorno ne risentii parlare, ma risentii parlare di tale Cesare Prandelli che allenava mi pare il Lecce.
Mi incuriosii, ma dalle foto,  non avevo associato  la sua faccia a quella che avevo nel cassetto dei ricordi. Solo dopo tanto tempo forse in qualche intervista, capii che erano la stessa persona. Una brava persona. Mai sopra le righe, gentile nei modi, garbato nelle interviste. Eppure allenava  la Fiorentina, una delle squadre che storicamente gli juventini come me non hanno mai potuto tanto soffrire, calcisticamente parlando.

Ha girato mister Cesare, caspita se ne ha girate di città e di panchine, e dove è andato ha fatto quasi sempre bene… soprattutto a Firenze, Parma e con la nazionale italiana. Ma si sa sono le ultime partite a santificare o condannare l’operato di un allenatore non il lungo periodo o gli obiettivi raggiunti, quelli sono già passati. Così qualche esonero se l'è preso pure lui.

Poi è stato fermo. Per tanto, tanto tempo.
Quando però gli hanno proposto di tornare a Firenze, al posto dell'esonerato Beppe Iachini ha accettato, ma solo per amore.
Ma si sa il tempo passa, specialmente sulle persone e probabilmente questo tempo, cosi veloce, non fa più per lui, per questo calcio fatto di tanto social e poca tecnica, di procuratori spesso squali (lui che non ne ha mai avuto uno) di acquisti imposti di sponsor ingerenti.

Così il cervello ha vinto sul cuore, la ragione sulla passione, e garbatamente ha preferito farsi da parte.
Con una lettera accorata priva di “ombre” ha salutato la città, i tifosi e la squadra con la signorilità e l'onestà che lo hanno sempre contraddistinto.
Anche se era della Fiorentina!! Buona fortuna Claudio Prandelli, lo ricorderò sempre con la maglia bianconera nella parte destra dei miei album, perché per me lui nel cassetto della mia memoria occuperà esattamente quello spazio di tempo per sempre.