Materazzi, ogni volta che apre bocca, lo fa per ricordare il triplete o attaccare la Juve, come un mantra.

Mi ricorda tanto un pugile vecchio e suonato che ogni volta che sente suonare un campanello, si alza in piedi scambiandolo per un gong e inizia a dimenare i pugni.
Forse non si è accorto che il mondo è andato avanti, il tempo è trascorso sia per lui che per gli altri. 
Ormai sono passati otto anni e altre squadre nel frattempo hanno vinto.
E' vero per lui sarà stata una cosa memorabile vincere tre trofei insieme, ma ricordarli ogni anno come se fosse Natale, mi sembra superfluo e anche un po' patetico. Vive col terrore che la Juve ogni anno possa eguagliare questo piccolo record, si tortura mentalmente per quasi tutta la stagione. 
Questo oltretutto è l'unico record rimasto, perché tutti gli altri sono stati ampiamente demoliti e superati. Fino ad oggi gli è andata bene così, ma se malauguratamente per lui anche questo dovesse essere eguagliato, sicuramente avrà una crisi di identità.

Probabilmente questo suo modo di rammaricarsi per le vittorie altrui e viceversa gioire per le sconfitte è un modo per esorcizzare la paura di finire nell'oblio, considerato che di lui non ci si ricorderà ancora per molto, visto che un campione non lo è mai stato. E lo sa bene. Ha solo avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.

Parecchi anni fa durante una delle innumerevoli sfilate per la vittoria di un campionato della Juventus, casualmente mi trovai a passare davanti ad una piccola sede del Napoli club.
Ebbene mentre passavano i caroselli degli juventini, loro stavano guardandosi con il videoregistratore la festa scudetto degli anni '80 con Maradona sorridente che festeggiava. Erano patetici e malinconici proprio come Materazzi.