Non si sentiva un Eh la Madonna così convinto, dai tempi dell'immenso Renato Pozzetto di Piedipiatti, quando in una situazione sorprendente chiedeva ad una signora cosa avesse mangiato.

È così che pronunciando questa famosissima e ormai storica espressione, a braccia larghe come per dare l'ultima benedizione dell'anno calcistico, Allegri inizia la conferenza pre-gara. Più che pre-gara un pre-festa. Il clima è più o meno quello di una amichevole estiva, solo che qui le vacanze non sono ancora finite, anzi, stanno per iniziare. La stagione che conta è alle spalle e l'ultima partita è una passerella. Quando Balzarini fa la prima domanda chiedendo se potrebbe un giorno provare fastidio nell'incontrare Buffon in Champions, il mister versione commedia anni '80-'90 non si fa scappare l'occasione di indirizzare da subito tutti sul binario della chiacchiera semiseria da bar. Cosa che gli riesce sempre bene.

Le sue origini non mentono: è un toscanaccio di compagnia, di quelli con cui usciresti in barca a pescare, con cui berresti un bicchiere di vino e con cui ti lasceresti scappare un commento colorito su roba che passa. Diciamo un Mazzarri non in stato ansioso, un Lippi senza freni inibitori, un Sarri davanti a cinque caffettiere e venti pacchetti di sigarette, uno Spalletti finalmente simpatico, dopo essersi qualificato in Champions all'ultima giornata.

Si fa scappare che le probabilità di una sua conferma sono altissime e ci tiene a dire che ancora manca un pezzetto per completare al meglio la stagione: non prendere gol e ottenere il record di squadra in campionato di serie A con più partite con portiere imbattuto. E a proposito di portiere, si tiene alla larga dal dire che Buffon smetterà di giocare, ripetendo più volte permanenza conclusa alla Juve. 

​​​​Poi si fa un po' più serio: ce l'ha con i giornalisti, che si sarebbero macchiati della colpa di dare per finiti i calciatori dopo la sconfitta in casa con il Napoli. Meritano rispetto! Anche perché gli altri di finali ne hanno giocate poche. Non mancano i sassolini e neanche le frecciatine, per chi sceglie di concentrare tutto su una competizione, perché per lui si sa, è più bello giocare alla domenica e al mercoledì, altrimenti si rischia di finire nella monotonia. 

Ripercorrendo i quattro anni di vittorie, ricorda quando la Juventus era in un anno così dietro in classifica che si cascava dal giornale. Ma ribadisce che lo scudetto più bello è stato l'ultimo. Qui forse ci sarebbe stato meglio un po' del vecchio Hikmet: il mare più bello è quello che ancora non abbiamo navigato. Ma non è un tipo da poesia. Alle rime preferisce la prosa, al bel gioco la concretezza. Che poi è come il discorso dell'attesa del piacere, che essa stessa è il piacere: qui la concretezza è alla fine il bel gioco, il metterla dentro e concedere poco. 

La tensione delle giornate decisive di quanche mese fa è lontana. Chiede perché nessuno gli abbia domandato della formazione, ma sa già la risposta. Si diverte, come quando dice che la settimana più bella dell'anno è stata quella di preparazione all'Inter: lì mi sono veramente divertito e sapevamo che loro (il Napoli) potevano perderne una, e l'hanno persa! Sorride come un bambino negli ultimi giorni di scuola di giugno, che ha finito di fare nei pomeriggi i compiti a casa.

Poi il colpo di scena. Arriva l'ultima domanda: una signora gli chiede, una volta finita la conferenza, la cortesia di portarle un pacco dentro casa. Lui ci va. La signora ha un alano e lui è un po' timoroso. Non ha paura dei cavalli ma dei cani sì. Così per tranquillizzarlo, lei gli dice di non preoccuparsi perché l'ha fatto anche castrare. E lui, senza scomporsi come sempre, le risponde: Signora ho paura che mi morda, non ho mica paura che mi inc....!

Saluti da Renato Pozzetto Allegri, alla prossima stagione!

 

Paolo Costantino

 

 

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