TORINO, NOVEMBRE DUEMILADICIOTTO.
Partite vinte dodici, pareggi uno, sconfitte zero. Alzi la mano chi pensava che il primo terzo di campionato avrebbe potuto avere una storia diversa. Anche il più pessimista degli anti-Max, che aveva sperato nella solita partenza diesel della Juventus, deve arrendersi all'evidenza dei numeri. Questa squadra è difficilmente contrastabile, almeno in Italia. E se non fosse stato per un miracoloso Genoa capace di concretizzare l'unico passaggio a vuoto bianconero, si sarebbe parlato di percorso a zero errori.

RONALDO. Se aggiungi ad una squadra, che negli ultimi sette anni ha imperversato per ogni stadio d'Italia e difeso egregiamente i propri confini, uno dei due più forti giocatori al mondo, non poteva essere iniziato diversamente l'anno del desiderato ottavo titolo consecutivo. Il più talentuoso dei due, perché se Messi appare genio più di Ronaldo, il secondo è più talento costruito, con professionalità, sacrificio, ma assolutamente pari in incisività e spettacolarità. Un innesto garantito, per la qualità del donatore e l'humus del ricevente.

LE ALTRE BIG. È lecito chiedersi se in questo momento esistano in Italia squadre all'altezza del compito di impensierire questo dominio totale dei numeri. Il Napoli, comunque squadra di ottimo livello con allenatore di primissima fascia, è rimasto impantanato nelle sabbie mobili di Di Carlo, contro l'ultima in classifica che ha scollinato gli zero punti proprio al San Paolo. Il turno di Champions importantissimo forse ha pesato. L'Inter, se sembra aver raggiunto una certa solidità e quadratura, appare ancora una squadra in evoluzione, alla ricerca di una chiara identità, che promette bene. Sensazioni nerazzurre positive, ma si aspettano conferme. Roma Lazio e Milan sembrano destinate ad una lotta al quarto posto e ognuna delle tre sarebbe ben contenta di raggiungerlo. Ambizioni su piani distanti.

LA CHAMPIONS. È chiaro che l'unica speranza a cui gli amanti della serie A potrebbero appendersi, è quella rappresentata dalla competizione europea, obbligatoriamente pensiero fisso e stupendo a Torino. Sarebbe inutile girarci intorno: i gol di Ronaldo che tutti vogliono non sono quelli con la Spal, con tanto di imperiosa esultanza, sono quelli dagli ottavi in su, contro il Real magari! La continua presenza nei titolari dell'ormai insostituibile portoghese è segno della necessità di integrare al meglio la sua presenza e oliare la manovra per meccanismi sempre più metabolizzati da tutti.

DISTACCO INCOLMABILE. Ecco che nell'economia di una stagione con obiettivo dichiarato in maiuscolo, accantonare una riserva di punti in cascina, consentirebbe di concentrare ogni preziosa energia pienamente e come mai in Europa. Senza dimenticare che la panchina Juve, se esiste, potrebbe concorrere per lo scudetto con chiunque, probabilmente vincendolo. Nessuna squadra sembra attualmente in grado di accorciare un gap così evidente.

QUATTRO CAMPIONATI IN UNO. Nel dare un veloce sguardo alla classifica si scorgono in definitiva quattro sotto campionati: quello delle squadre in lotta per la non retrocessione, con qualcuna con un un piede e due terzi in B; il campionato di mezzo del limbo, dove tutto e niente accade di domenica in domenica, la croce degli scommettitori; il campionato per i tre posti in Champions, che rappresenta il più raggiungibile degli obiettivi per squadre con una certa ambizione; infine, quello in cui la Juventus gareggia da sola, contro i record di se stessa e per il diletto dei suoi tifosi al bar.

 

Paolo Costantino