Mettiamo subito le cose in chiaro: non è né un film di Totò né una commedia all'italiana di Lino Banfi. Non siate speranzosi di veder comparire Edwige Fenech. Erano altri tempi.

VIVIAMO TEMPI DIFFICILI. Chissà come Sacchi avrebbe preso una critica dei Ministri Fanfani Gava o Scotti, dopo aver preso un gol al 94esimo di una partita tiratissima. Quando Berlusconi rimproverò a Zoff di non aver predisposto una marcatura ad uomo su Zidane ci fu un gran mormorio. Si sa, i tempi cambiano. Purtroppo però le incazzature restano. E quella di Ringhio era proprio una bella faccia incazzata. Sì, perché non deve aver gradito particolarmente l'ingerenza in tribuna riportatagli da qualche amico non troppo amico, di un Ministro tifoso che gli rimproverava la cattiva gestione dei cambi. 

L'ITALIA E' SEMPRE STATA UNA PRODUTTIVA FUCINA DI ALLENATORI. Sui campi ma soprattutto fuori dai campi. Aggiungiamoci che si avverte ormai un frenetico desiderio di metterci la bocca ovunque. Ognuno di noi è un opinionista, un annunciatore, subito dopo che libero pensatore. Non si sottrae al giochino dell'allegro Allenatore nemmeno una delle Autorità Istituzionali tra le più importanti del paese. Uno con i che post spazia in ogni ambito. Ubiquo, come qualche Santo che comunque non scomoderemo.

MA GATTUSO NON CI STA. E così, direttamente nella conferenza post-partita, non manca di tendere l'arco e mirare contro un bersaglio grande quanto un elefante: Io penserei all'Italia che ha altri problemi da risolvere, sembrerebbe il concetto cavalcato fieramente dall'allenatore del Milan. E tutti i torti non ha. E non sarebbe così male, in fin dei conti, un Gattuso Ministro dell'interno. In Fondo, lui sul campo era una sicurezza, badava molto al sodo, correva molto e non si occupava delle frivolezze di cui si occupavano Pirlo&Co.

ITALIANO. Ma in conferenza non era Sud contro Nord, non era la Calabria contro la Lombardia; ci ha tenuto a sottolineare il Gattuso che parlava da italiano, in modo che nessuno potesse riconoscere una comoda e funzionale ambiguità e seminarne zizzania. Semplicemente un affettuoso consiglio, quello di occuparsi ognuno delle proprie competenze. Come dargli torto!

MILAN. Già al Milan la situazione è molto complicata, da anni. Una partita difficile, con molte defezioni, che quasi veniva portata in a casa. Una grande occasione persa. E nella delusione generale ci manca solo un allenatore in seconda che vuole prendere il posto del primo. O forse è già accaduto di recente? Sorvoliamo!

Insomma, c'era un Ministro che voleva fare l'allenatore, un allenatore che avrebbe potuto fare il Ministro ed una squadra che era il Milan e che, speriamo per il bene del calcio italiano, ritorni presto a fare il Milan.

 

Paolo Costantino