Non è un mistero che Dybala sia destinato ad indossare una maglia di un top club tra quelli in grado di mettere sul piatto offerte da 150 milioni in su. È solo una questione di tempo. Ormai è chiaro che in Italia sarà ancora difficile, per diversi motivi, poter corrispondere ingaggi da 10 milioni a crescere. Sempre poco, se si pensa a quanto percepiscono Messi Neymar e Cristiano Ronaldo ad esempio. 

PARAGONI SCOMODI. Lungi da noi il voler azzardare paragoni scomodi, che hanno fino ad ora solo portato problemi e pensieri al numero 10 bianconero. La classe cristallina della Joya argentina non è bastata a convincere quanti si aspettavano sue giocate decisive in match chiave. Esclusa la doppietta contro il Barcellona dell'anno passato, che sembrava averne segnato la definitiva consacrazione tra i più grandi, e il gol contro il Tottenham quest'anno, poche sono state le occasioni in cui è aleggiata la positiva e speranzosa sensazione di trovarsi davanti all'erede di Messi. Siamo lontani, anche se potenzialmente ci sono margini di crescita ancora larghi.

MEGLIO SENZA DYBALA. Nonostante ci si trovi davanti ad uno che dà del tu al pallone con una confidenza disarmante per alcuni difensori, occorre sottolineare che la migliore prestazione della Juventus in Champions c'è stata senza di lui. A Madrid la squadra è sembrata più equilibrata se paragonata a quella con lui in campo nei tre davanti. Anche se la partita d'andata fino al 65' era stata giocata alla pari, il suo contributo è stato degno di nota solo in relazione ad una leggerezza che ha lasciato la squadra in dieci. Niente capro espiatorio ma realtà oggettiva.

IL SUO SUCCESSORE. Al suo arrivo a Torino, nel corso dei primi mesi, era lievitata la polemica sul suo scarso impiego da parte di Allegri. Ma chi ha imparato in questi anni ad apprezzare le doti del mister, avrà notato quanto il livornese tenga all'inserimento graduale dei nuovi arrivati negli schemi. Unitamente un modo aziendalista di preservare un capitale da non bruciare e da far crescere sotto la protezione delle vecchie chiocce e una scelta tecnica. La maglia Juve pesa, e non poco, e gli anni del campioncino sono quelli. Proteggerlo da eventuali fischi e cattivi voti nel caso di prestazioni ancora non all'altezza nel periodo di svezzamento è cosa utile a tutti. Quello che è toccato a Dybala il primo anno, è accaduto anche con Bernardeschi. Altro mancino dai piedi raffinati. Faccia da bravo ragazzo, che da quando è alla Juve ha smesso anche di tingersi i capelli. Uno su cui la 10 non vestirebbe affatto male. Potrebbe essere lui l'erede costruito in casa, in questo anno di transizione. Più adatto al gioco a tre di Dybala, più a suo agio nella posizione avanzata di attacco a destra, più disposto al sacrificio in fase di copertura.

COSA FARÀ LA JUVE? Marotta e Paratici valuteranno offerte congrue che sotto i 100 milioni non verranno prese in considerazione. Il ragazzo ha mercato e non c'è nessuna fretta di venderlo, tanto meno la Juve ha necessità di fare grandi colpi in uscita. Piuttosto potrebbe scegliere, in un ipotetico ma molto chiacchierato ritorno di Morata, di privarsi, dopo lauto compenso, di un calciatore che ha avuto qualche passaggio a vuoto durante l'ultimo anno. A tal punto che Nedved, come un fratello maggiore, si è dovuto esporre in prima persona indicando al ragazzo il lavoro quotidiano, la fatica e i sacrifici nella vita privata come unica strada verso il benessere fisico e mentale di un professionista. Idem Marotta e Allegri. La società ha dimostrato di essere sempre molto vicina al calciatore con il viso da bambino e gli occhi da assassino di portieri. Basteranno a Dybala le tante attenzioni vicine per rinunciare ai richiami delle sirene? Ma sopratutto, la Juventus ha già in casa il suo sostituto ed aspetta solo un'offerta irrinunciabile?

 

Paolo Costantino