È una mattina di mercoledì ed è quasi l'ora di pranzo. Metto da parte una delle compresse con cui sono solito sostituire il cibo quando non ho tempo di cucinare, un mix studiato di proteine e carboidrati. Sono uscito tardi da lavoro, ma esattamente tra meno di due ore ci sarà la partita della squadra per cui simpatizzo, ed io non voglio mancare all'ultima votazione on line dei titolari che noi tifosi, con tessera aurea member, schiereremo nell'incontro di oggi.

Sarà una partita difficile, prima contro seconda: la Juventus sfiderà il Chievo, che a colpi di plusvalenze ha creato nei decenni una rosa tanto competitiva da meritarsi l'invito per l'accesso nell'Olimpo del Super Campionato Europeo. Proprio nel saturday night sfiderà a Pechino il Manchester City, che insegue dai primi anni duemila la vittoria del titolo e quest'anno ha puntato tutto il proprio all in ipotecando gli interi Emirati Arabi. La crisi morde: non sono più gli anni dell'oro nero e il baricentro planetario della nuova economia adesso è l'Africa, dove i Cinesi, che hanno acquistato anche tutti i diritti su ogni tipo di manifestazione calcistica (compreso il trofeo Birra Moretti), hanno costruito intere città intorno a centrali di produzione energetica da fonti rinnovabili. 

Dopo aver votato i miei undici odierni, mi teletrasporto allo stadio controllando la card con il credito, perché da quando non esistono più le banconote ho una certa difficoltà nel tenere a mente quanto scommetto sul calcio in una settimana, visto che giocano ogni giorno, in tutti i campionati. È un periodo sfortunato: l'ultima mia scommessa live sul numero di palloni toccati dal centrocampista del Frosinone nel secondo tempo l'ho persa per un ultimo passaggio che gli hanno fatto nel recupero. Crederci sempre, arrendersi mai!

Nel giro di tre secondi mi ritrovo allo stadio sulla mia poltroncina ergonomica e massaggiatrice. Il mio vicino non c'è ancora, arriverà come al solito durante la discesa dal cielo dei ventidue calciatori che, al ritirarsi della copertura apribile, dalla zona di riscaldamento si posizioneranno ognuno nella propria zona di competenza, passando attraverso un tubo cilindrico di vetro illuminato a led. Tra poco si contenderanno il pallone, non appena si udirà il segnale sonoro che ha sostituito il fischio dell'arbitro, da quando gli arbitri sono caduti in disuso. Con l'ausilio sempre più spinto della Var è via via venuta meno la necessità di decisioni istantanee e spesso affette da potenziali errori, umani, non più accettabili e da correggere.

Una piramide rovescia, sospesa a 33 metri da terra, segnala il colore della squadra a favore della quale sono assegnate le rimesse e i calci di punizione, a seguito di una sirena che interrompe il gioco in caso di necessità. L'entità del contatto viene valutata con dei sensori distribuiti sul corpo. In caso di cartellino si accenderà sulla piramide un'ulteriore luce gialla o rossa accanto al numero del calciatore che subirà la sanzione. Sono finalmente scomparse le simulazioni e le proteste. La centrale ultima decisionale è distante dal campo. La stanza con pareti vestite di monitor con al centro tecnici video e ex arbitri segue lo svolgersi della manifestazione in tutta tranquillità, senza alcuna pressione e con il massimo della precisione attesa, viste le riprese video da ogni angolazione.

La partita durerà esattamente cinquanta minuti effettivi, venticinque per tempo, con un conto alla rovescia visibile da calciatori e spettatori. Mancano soltanto dieci minuti e il risultato è sullo zero a zero. Dovranno sbrigarsi se vorranno prendere i tre punti senza tempi supplementari con golden goal.
Da quando il pareggio non esiste più le partite in genere concedono più spettacolo e non si vedono più quello che una volta chiamavano 'due feriti meglio che un morto'. Oggi è l'eccezione che conferma la regola. Adesso persino le squadre posizionate tra qualificazione a Campionato Europeo 2 (la vecchia Europa League) e quelle in zona retrocessione lottano in maniera serrata perché a fine anno prenderanno più o meno soldi per il loro migliore o peggiore piazzamento.

Ultima sirena in campo. Troppo somigliante a quella di un'ambulanza. Mi sveglio! Sono a casa mia, davanti alla tv, rigore per la Fiorentina! Adesso ricordo, aveva segnato la Spal. Devo essermi addormentato mentre il Var cercava di convincere l'arbitro ad andare a rivedere quel contatto di due minuti fa.

 

Paolo Costantino