JUVE e ROMA - Il turno di Champions appena trascorso ha consegnato certezze di qualificazione a Juve e Roma, qualche dubbio al Napoli e tantissimi pensieri negativi all'Inter. Se per i bianconeri si avvicina il primato nel girone, nonostante quei dieci minuti finali in casa con il Manchester Utd, ai giallorossi non sarà affatto dispiaciuto scendere in campo contro il Real con una qualificazione agli ottavi in tasca. Perdere contro il Real ci può stare e rimane qualche rimpianto per quel pallone di Under, sullo 0-0 di un primo tempo giocato affatto male, arrivato al Colosseo partendo dall'area piccola di una porta spalancata. Il tiro mancino che si è preso la scena non è stato quello del promettente turco, ma quello che hanno giocato a lui la troppa sicurezza e qualche strano rimbalzo.  

NAPOLI - La giusta sensazione gratificante di aver fatto il proprio dovere, attraverso una prestazione convincente, permea un ambiente in cui parallelamente si avverte la necessità di dover compiere un'impresa per poter entrare nelle sedici squadre qualificate. La difficoltà della partita con il Liverpool non è data tanto dalla potenza dell'avversario, già domato al San paolo con sicurezza, quanto dal mix letale che sembra manifestarsi nella simbiosi tra squadra e stadio, tra calciatori e pubblico, tra mito e genius loci. In una parola: Anfield. E se Ancelotti, nella conferenza stampa post-partita, cerca di ribaltare a proprio favore il timore di quella trasferta evocando maggiori stimoli e necessarie azioni coraggiose, in realtà è il primo a sapere che non sarà per niente una passeggiata. Lo spettro di una eliminazione da 'coglioni' (ipse dixit), è qualcosa di più che uno spettro. 

INTER - Se la prestazione del Napoli è base solida per preparare l'importantissima trasferta inglese, in posizione diametralmente opposta si posiziona l'Inter, con lo stato d'animo di chi è passato da avere il destino della qualificazione nelle mani a consegnarlo, inerme e con una prova al di sotto delle aspettative, nelle mani di un Barcellona qualificato come primo. I blaugrana, raramente sconfitti in casa ma con un campionato da recuperare e qualche infortunio di troppo, non esiteranno a schierare una formazione soft; non tanto per favorire l'una piuttosto che l'altra, ma per tutelare e ottimizzare le energie disponibili. Inoltre, l'Inter sarà chiamata a battere in casa un PSV con la mente libera e senza nulla da perdere. Sottovalutare gli olandesi potrebbe essere il primo degli errori fatali da non commettere. A quel punto, se il Barcellona dovesse vincere e l'Inter non riuscisse a fare più punti del Tottenham, si aprirebbero scenari da battaglia, di cui si intravedono scorci con dichiarazioni su twitter poi rimosse (padre di Lautaro), critiche forti a calciatori da cui si aspettava tutt'altro rendimento (Nainggolan, per esempio).

CAMPIONATO - Ulteriori pressioni, di cui non sentivano certamente bisogno nessuna delle due squadre, sono date da un campionato in cui potrebbe risultare vano, alla lunga, ogni sforzo teso alla rincorsa di un avversario troppo distante per solidità, composizione della rosa e saggezza di gestione conferita dal ciclo di vittorie. Perdere il treno degli ottavi di Champions potrebbe significare già a dicembre vedere ridimensionati gli obiettivi di stagione, declassati ad una qualificazione per la prossima Champions League e ad una partecipazione all'attuale Europa League che poco accontenterebbe i tifosi, in attesa di traguardi ambiziosi, le società, alla ricerca di introiti e vetrina di ben altri spessori, la squadra, che si ritroverebbe a giocare in quei giovedì che mal si conciliano storicamente con un buonissimo rendimento in campionato.

 

Paolo Costantino