Un gol di Federico Chiesa regala gli ultimi tre punti alla Juventus contro un Udinese condizionata dagli infortuni e con la testa già in vacanza. Il gol dell’attaccante italiano non serve però a qualificarsi per la prossima Europa League, visto i contemporanei successi di Atalanta e Roma, con i giallorossi che l’acciuffano all’ultimo, grazie al gol di Paulo Dybala, messo alla porta dai bianconeri la scorsa stagione.
Ora bisognerà attendere la sentenza dell’Uefa per sapere se la squadra bianconera parteciperà alla terza competizione europea oppure verrà esclusa totalmente dalle competizioni europee.

Dagli addii al futuro di Allegri: tanti rebus per la Juventus

Calato il sipario in una stagione folkloristica, come ribattezzata da Max Allegri, la società bianconera avrà diverse decisioni da prendere per il breve e medio periodo, sia come figure dirigenziali sia a livello di patrimonio tecnico-tattico. In attesa di scoprire quando sarà ufficializzato Cristiano Giuntoli, il quale dovrà liberarsi dal Napoli, rimangono molto incertezze sia a livello di guida tecnica sia a livello di squadra. Senza la penalizzazione per via del processo per le plusvalenze la Juventus sarebbe a 72 punti, a pari merito dell’Inter, con il Milan che sarebbe retrocesso in Europa League.

Tuttavia la stagione della formazione bianconera rimane negativa anche prima delle dimissioni dell’intero Cda, capitanato da Andrea Agnelli e della conseguente penalizzazione di 15 punti; infatti il percorso in Champions League è stato uno dei peggiori nella storia ultra centenaria del club, culminato con la debacle contro il Maccabi Haifa e le parole di scuse dell’ex presidente Andrea Agnelli.
Un altro aspetto che ha penalizzato il nuovo corso del tecnico livornese sono stati gli infortuni ricorrenti, con la componente sfortuna che può essere solo usata in parte. La stagione tragicomica di Paul Pogba, il recupero graduale di Chiesa, un Di Maria a corrente alternata e i problemi di pubalgia di Vlahovic hanno sicuramente avuto un peso nelle scelte del tecnico, che tuttavia non è esente da decisioni apparse, a volte, incomprensibili e un gioco molto deficitario.

Contro l’Udinese è stata l’ultima partita per Adrien Rabiot, Leandro Paredes e Angel Di Maria, in attesa di sapere se verrà rinnovato o meno il contratto di Juan Cuadrado. In forse anche il riscatto di Arkadiusz Milik e il futuro di Dusan Vlahovic, il quale sarebbe tentato dalle onerose offerte pervenute dall’estero. Allegri ha ancora due anni di contratto e, come ribadito più volte, crede fermamente nel progetto e nel suo intendo di portare avanti il suo mandato fino alla fine, anche se la sua posizione non è più così solida.

Chiesa e i giovani: le basi sulle quali ripartire

“Dalle difficoltà possono nascere le opportunità” diceva Einstein. In una stagione dove i momenti di luce sono stati rarissimi, la Juventus ha trovato forza e slancio dai propri giovani, promossi dall’Under 23. Oltre a Nicolò Fagioli, ritornato dopo la cavalcata trionfale con la Cremonese, in questa stagione sono stati lanciati diversi giovani, come Miretti, Iling-Junior e Soulé, già visti nella passata stagione, oltre agli esordi di Barrenechea e Barbieri. Se a livello di prima squadra sono state fatte diverse scelte errate, a livello giovanile di è lavorato molto bene, con la Next Gen che si è trasformata in un vero bacino da cui Allegri ha potuto attingere nei momenti di maggiore difficoltà.
Anche nella Primavera allenata da Paolo Montero sono presenti diversi giovani che potrebbero rappresentare il futuro dei colori bianconeri e che hanno già assaggiato la Serie C con la seconda squadra bianconera: il difensore classe 2005 Huijsen e l’attaccante Yildiz. Con qualche innesto mirato e la valorizzazione di questo patrimonio, il futuro del club bianconero potrebbe essere più bianco che nero a differenza di questo momento storico.