Anno zero.
La Juventus, dopo una decade di vittorie che hanno reso splendente e rigogliosa la bacheca bianconera, ha dovuto fare i conti con la stagione appena passata chiusa con 0 titoli nel proprio bottino personale. Nonostante i tifosi si aspettassero dei miglioramenti con il ritorno sulla panchina di Max Allegri, la stagione è stata alquanto travagliata, rimessa in piedi parzialmente dal mercato invernale, che ha portato, sotto l'ombra della Mole, Dusan Vlahovic e Dennis Zakaria. Nonostante l'ottimo impatto iniziale, i due profili si sono adeguati alla situazione bianconera, che ha visto numerosi infortuni, con il tecnico livornese che ha dovuto fare di necessità virtù in alcune partite chiave della stagione. Stagione che ha visto la partenza di diversi punti chiave dello scacchiere bianconero di questi anni, come Paulo Dybala e Giorgio Chiellini. Il talento argentino ha vissuto 7 anni intensi, dove ha mostrato tutta la sua immensa qualità, dipingendo calcio con quel pennello che si trova nel piede sinistro. Ma sono stati tanti anche i momenti di difficoltà, con le ultime due stagioni travagliate da diversi stop fisici. Artefice principale dell'ultimo scudetto bianconero, conquistato da Maurizio Sarri, dopo la sosta causato dallo scoppio della pandemia da Covid-19, la Joya ha vissuto più bassi che altri nei ultimi due anni, manifestando diversi limiti che hanno spinto il board bianconero a non rinnovargli il contratto in scadenza a giugno. L'altro giocatore che ha salutato a parametro 0 è Federico Bernardeschi. Meno memorabile la parentesi del giocatore arrivato dalla Fiorentina. Arrivato come uno dei prospetti con più talento del nostro campionato, con il passare delle stagioni ha trovato sempre meno spazio, con i diversi allenatori che hanno cercato invano di cucirgli un vestito a misura. Lascia il capoluogo piemontese con diversi rimpianti e con un numero di gol che si possono contare con le dita delle mani. 

Un addio molto più doloroso e difficile da rimpiazzare è stato quello di Giorgio Chiellini. Il capitano e difensore bianconero è stato una bandiera, che ha reincarnato i valori cardine della società ultra centenaria degli Agnelli. Il giocatore pisano ha vissuto diversi cicli bianconeri: dall'inferno dellla Serie B, agli anni dei settimi posti fino alla rinascita con l'arrivo di Andrea Agnelli e il primo scudetto vinto da Antonio Conte. Ora lo aspetta la parentesi in MLS con i Los Angeles per un anno, nel quale deciderà cosa fare nella sua seconda vita dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. 

Juventus, cercasi assist per Vlahovic: ecco Mudryk
Uno dei reparti che subirà una profonda rifondazione è l'attacco: dopo le partenze di Dybala e Bernardeschi, c'è da segnare anche il ritorno all'Atletico Madid di Alvaro Morata, visto che i Colchoneros non vogliono abbassare le pretese per il riscatto. Inoltre anche la posizione di Moise Kean non è così solida, dopo una stagione che l'ha visto decisivo in sporadiche partite, ma dalla sua parte gioca l'età. Tra i nomi che sono stati accostati ai bianconeri in questi giorni il più altisonante è quello di Angel Di Maria, che non ha rinnovato il PSG. L'ala argentina sarebbe un profilo ideale per iniettare una dose di talento ed esperienza per il nuovo corso bianconero, senza dimenticare i diversi giovani che si sono messi in mostra. Il problema principale con El Fideo è la durata del contratto: l'ex giocatore del Real Madrid vorrebbe solo un anno per rimanere ad alti livelli in vista del mondiale che si disputerà in Qatar da 18 novembre al 21 dicembre, mentre la società bianconera ha offerto due anni, in modo da beneficiare del decreto crescita. Inoltre c'è da tenere conto dell'inserimento del Barcellona, che sta cercando giocatori in saldo, vista la situazione economica da profondo rosso che sta attraversando. 
Un altro nome ritornato alla ribalta è quello di Domenico Berardi, che nella stagione appena terminata si è imposto come uno delle ali più incisive d'Europa, entrando nella stretta cerchia dei giocatori in doppia cifra sia come assist sia come timbrature. Potrebbe essere una soluzione made in Italy, a mio parere più come sostituto di Bernardeschi che di Dybala. A favorire la trattativa ci sarebbe gli ottimi rapporti tra i due club, con il colpo Manuel Locatelli come ultimo della lunga lista. In un'ultima posizione della classifica dal più al meno conosciuto, c'è Mykhaylo Mudryk dello Shakhtar Donetsk. Classe 2001, nato a Krasnograd, nella zona di Kharkiv. La sua carriera calcistica da piccolo inizia al Metalist e segue al Dnipro, prima di passare a quindici anni nelle giovanili dello Shakhtar Donetsk. La sua qualità viene notata sin dai primi tocchi e ciò spinge l'ex allenatore della Roma Paulo Fonseca, ai tempi allo Shakhtar, a farlo debuttare, il 31 ottobre 2018 con la maglia arancionera nella sfida di Ukrainian Cup contro l'Olimpic Donetsk. Nel corso della stagione 2018/19, Mudryk sposa la causa dell'Arsenal Kiyv, con cui raccoglierà solo 10 presenze e 380' disputati. Maggiore spazio arriverà con la successiva esperienza al Desna Chernigiv, dove riuscirà a giocare ben 624' in campo. Ritornato alla base, viene la svolta e comincia a guadagnare sempre più terreno nelle gerarchie di De Zerbi. Un suo assist permette di eliminare il Monaco nel round di qualifazione alla Champions League. In campionato il talento ucraino mette a segno due gol e sette assist, quattro dei quali nella pazza gara vinta 6-1 contro il PFK Lviv.

Mudryk, talento e duttilità al servizio di Allegri
Alto 1.75 e personalità da vendere sono il suo biglietto da visita per i suoi acquirenti in Europa. Infatti per la stellina ucraina non ci sono solo i bianconeri ma anche Milan e Roma in Italia, del Brentford in Premier League e del Bayer Leverkusen in Bundesliga. Nato come ala sinistra, con il tempo ha saputo ricoprire diversi ruoli, dalla fascia opposta, al trequartista fino a quello di falso nueve. Chi lo ha osservato da vicino lo ha descritto per questo motivo "l'attaccante dai quattro ruoli", in grado di rispondere con prontezza e qualità alle diverse disposizioni tattiche del proprio allenatore. Il talento dell'ex è un destro naturale ma non sdegna neanche con il piede debole: questa caratteristica gli permette di poter crossare da ambe le fasce. Nonostante ciò, l'esterno ama partire dall'esterno per accentrarsi e tirare, sfruttando come peculiarità del calcio moderno, le sovrapposizioni dei terzini, e cercare la soluzione a giro. Quindi non disdegna neanche nel dribbling, soprattutto se si tratta di affrontare il proprio avversario a viso aperto 1vs1. Il suo valore di mercato è di 15/20 milioni e potrebbe essere un investimento per il futuro ad un prezzo ragionevole.