Dopo un decennio roseo e fiorente di successi e trofei, la Juventus nella stagione 21/22 non ha aggiunto nessun trofeo nella ricca bacheca del club della famiglia Agnelli. Il prossimo anno ci sarà l’anniversario della famiglia sabauda alla guida della Juventus e, ad oggi, c’è il forte rischio che la scena si ripeti. La compagine allenata da Max Allegri ha già maturato un distacco importante dalla testa della classifica, anche se nell’ultimo turno, causa diversi scontri diretti, ha accorciato la classifica, riducendo a 5 punti le lunghezze dal 4° posto. A pesare enormemente sulla stagione bianconera c’è la prematura uscita dalla Champions League, dopo 3 anni in cui era stata posticipata agli ottavi, anche se con squadre sulla carte inferiori. Il caso più emblematico riguarda Di Maria, corteggiato a lungo questa estate, dopo il mancato rinnovo di Dybala: pochi scampoli di partita e un amore non ancora sbocciato.

Di Maria e il richiamo dell’Argentina
Considerato il colpo di cartello insieme a Paul Pogba per riportare in alto le ambizioni della Juventus, finora Angel Di Maria ha potuto esprimere il suo talento solo a fiammate: il gol all’esordio contro il Sassuolo e il trittico di assist contro il Maccabi Haifa nella terza giornata di Champions League non possono bastare per un giocatore che costa ai bianconeri più di 10 milioni lordi all’anno. Max Allegri che aveva idealizzato la sua squadra con un 4-3-3 finora ha potuto metterlo in pratica solo in pochissime occasione, complice anche l’operazione al menisco di Pogba e altri infortuni che hanno compromesso le scelte del tecnico livornese.
A complicare le cose è stata anche l’uscita di un’intervista dell’argentino di qualche settimana fa con un interlocutore atipico come il Pocho Lavezzi“Tornare in Argentina? Magari, magari. Mi piacerebbe, sì. Ma come dico sempre: il sogno di tutti i calciatori in Argentina è andare in Europa, il mio dall’Europa è tornare a indossare la maglia del Rosario Central. Non voglio nasconderlo, l’ho sempre detto”.

Out Dybala, in Di Maria: una scelta che finora non ripaga
L’addio tra Paulo Dybala, 3° miglior marcatore straniero della Juventus, con 115 gol, dietro solamente a Trezeguet e Hansen, e con 5 campionati vinti, 4 Supercoppe Italiane, 3 Coppe Italia, capocannoniere della Coppa Italia 2016/17, premio MVP della Serie A 2019/20, non è stato dei migliori. La Joya, dopo che ad un certo punto il rinnovo sembrava ad un passo, ha riscontrato un cambio di decisione da parte del club, spazientito anche dal rapporto con il procuratore Jorge Antun. Ad incidere sono stati anche i molteplici infortuni che hanno contraddistinto le ultime due stagioni, poco esaltati, del mancino bianconero, oltre ad un rapporto non più idilliaco con Max Allegri. Per sostituirlo la società bianconera ha deciso di virare su Angel di Maria, dopo il mancato rinnovo di contratto con il PSG.

Dopo un lungo corteggiamento El Fideo ha sposato la causa bianconera, firmando un contratto annuale con opzione per il secondo. Finora i numeri inchiodano il giocatore nativo di Rosario: 7 presenze tra Serie A Champions League, con all’attivo solo un gol e 3 assist. Ora l’ex giocatore parigino sta recuperando dalla lesione di basso grado del bicipite femorale della coscia destra rimediata contro il Maccabi Haifa: la data cerchiata in rosso per il suo rientro potrebbe essere quella del 2 novembre contro il PSG, oppure quella contro l’Inter di 4 giorni dopo. L’espulsione in Monza-Juventus e alcuni atteggiamenti poco partecipativi hanno complicato la liason con il popolo juventino, che si aspettava di contemplare le ultime magie del mancino fatato, per poi lasciarlo tornare nella sua madre patria. Dopo il Mondiale serviranno prestazioni di tutto altro livello per non far rimpiangere la scelta del post Dybala, fino a qui assai deludente.