Il finale di stagione dei rossoneri si appresta ad essere caldo e sofferente, ricco di ansie e si spera di gioie, da un possibile sorpasso all'Inter al terzo posto, al consolidamento del quarto, al rischio di essere raggiunti e superati dalla Roma, che avrà lo scontro diretto in casa, tutto da scrivere questo copione.

I fatti danno ragione a Gattuso, la squadra produce punti e sembra aver decisamente goduto dallo "scambio" Higuain-Piatek, complice anche l'inserimento di una mezz'ala di grande qualità come Paquetà. Ma è tutto oro ciò che luccica? Andiamo con ordine.

Gattuso arriva a fine girone di andata dello scorso campionato, la squadra che eredita da Montella è una squadra che palleggia spesso e troppo in orizzontale, che sa gestire e che però ha un grande limite, la squadra non ha le gambe, cannata completamente la preparazione fisica estiva, e soprattutto riesce ad andare sotto al primo tiro in porta degli avversari.
La cura Gattuso deve essere finalizzata a dare subito dei risultati, grandissimi carichi di lavoro sulle gambe e scelta di un blocco di titolari. La squadra dopo una sconfitta in Europa League e un pareggio a Benevento inizia a macinare risultati, esprimendo un buon calcio (con i concetti tecnico-tattici Montelliani), per poi avere un piccolo calo a febbraio-marzo. La squadra comunque riesce a qualificarsi per l'Europa League, stagione fallimentare considerati gli investimenti fatti, e la considerazione di squadra forte candidata ad essere da Champions, contemporaneamente con l'insistenza al 433 (Suso ti obbliga su questo modulo) vengono bruciati due giocatori pagati dalla società 25 e 36 milioni, come Kalinic e André Silva, Zapata non vede mai il campo, ci sono dei titolari e delle riserve, poche rotazioni. 

Nuova stagione con Higuain-Caldara-Halilovic (mai schierato) Laxalt (da riserva a partita in corso ad abbandonato) Castillejo (idem come per Laxalt) e Bakajoko, si apre con una catastrofica serie di infortuni che alimentano dubbi sulle capacità gestionali dell'allenatore, e la ferma convinzione che senza l'infortunio di Bonaventura e Biglia, oggi Bakajoko sarebbe ancora seduto in panca o rispedito al Chelsea. Squadra che ha abbandonato totalmente i concetti Montelliani, la mano dell'allenatore si vede, facciamo pochissimo possesso palla e siamo tornati prepotentemente ad essere Susocentrici.
I risultati arrivano, poco importa che Donnarumma, al contrario di 12 mesi fa, sia quasi sempre il protagonista o l'uomo partita, al tifoso non interessa, così come non interessa il non pressare alto, il mantenere il pallino del gioco, l'imporre calcio... da ultimo, se Piatek non INVENTA l'1-1 a Bergamo noi avremmo perso e anche sonoramente. Nel periodo più buio, novembre e dicembre, il Milan ha galleggiato in alto grazie a SIGNORI del calibro di Ignazio Abate e Christian Zapata, ai margini, e riutilizzati a convenienza, e dopo aver visto andare via un talento, oltre che grande investimento come André Silva, al grido vogliamo Cutrone, a gennaio saluta Halilovic, talento della nazionale croata under 21 che non ha avuto nessuna chances per potersi esprimere, si lasceranno andare via Mauri (quando chiamato in casa buone prestazioni in mancanza di ritmo partita) Bertolacci (mancata cessione per 4,5 milioni al Genoa sostituibile con Badelj a 0 euro, cessione bloccata da Gattuso, per poi non utilizzarlo) e Montolivo (fuori rosa non si sa per decisione di chi) a zero euro, senza alcuna plus valenza, e per fare mercato (riscatto Bakajoko 35 milioni) dovrai vendere pezzi pregiati, fare plus valenze e rinvestire i soldi, salvo notizie diverse dalla Uefa.

Al di là dei risultati, il gioco non è da Milan, pochissime rotazioni, poca valorizzazione della rosa, e magari qualcuno sostiene che la rosa è scarsa e stiamo facendo i miracoli, invece all'Atalanta sono fenomeni sottovalutati, mi verrebbe da dire... Se la società riuscirà a fare mercato, magari dopo aver conquistato questo quarto posto, grazie sicuramente a una OTTIMA rosa che si difende benissimo e che butta palla in mezzo per Piatek, mi auguro voglia pensare ad un allenatore che ricordi realmente nel GIOCO i fasti e la tradizione rossonera, un allenatore capace di valorizzare tutta la rosa, e che imponga il gioco al di là del nome sulla magliettina di chi scende in campo, concordando con lui le necessità sul mercato.

Sono consapevole di essere impopolare e che magari riceverò critiche, ma io ricordo cos'era il Milan una volta e pretendo che torniamo ad esserlo. Amore incontrastato per il Gattuso calciatore e il Gattuso uomo, siamo entrambi calabresi tra l'altro, ma il Gattuso allenatore non lo reputo all'altezza, in una squadra che non ha come motto vincere è l'unica cosa che conta, no miei cari, non l'abbiamo mai avuto. 

In allegato un video di memorie, di quello che è stato sempre il Milan, e che molti di voi non conoscono.