Napoli rappresenta la forza e la voglia di andare avanti, il suo popolo, nonostante tutto, non si scoraggia e vive credendo in un futuro migliore”

Prima o poi doveva arrivare questo momento e la città ha atteso trentatré anni per tornare sul tetto d'Italia. Anni di delusioni, gioie e rinascite. Dopo l'addio di Diego Armando Maradona avvenuto in quel famoso 17 marzo 1991, con il Pibe de Oro positivo al test antidoping (cocaina nelle urine), il Napoli dopo sette anni d'oro, vide finire la sua epopea. Senza l'argentino, nulla sarà come prima. Nonostante alcune annate in salita e in discesa, i tifosi capiscono che bisogna voltare pagina per tornare di nuovo in alto.

La retrocessione in Serie B del 1998, è il punto più basso per la dirigenza partenopea che ha dovuto fare conti con una brutta situazione economica. Si cerca in tutti i modi di tornare al vertice, ma con scarsi risultati.
Il fallimento avvenuto agli inizi degli anni duemila è la goccia che fa traboccare il vaso. Il Napoli riparte da zero, ovvero dalla terza categoria. Un giorno, arriva un regista cinematografico che nel corso degli anni stava ottenendo delle grandi soddisfazioni con i cinepanettoni. Voleva pulire subito le macerie e si prese un grosso rischio. Stiamo parlando di lui: Aurelio De Laurentiis. Il figlio Luigi gestisce il Bari che nel frattempo è arrivata nella serie cadetta. Aurelio è fiducioso, la città ci crede e da lì inizierà la scalata dall'inferno, passando per il purgatorio e fino al paradiso.

In Serie B, i partenopei disputano una stagione da pelle d'oca. Secondo voi, San Gennaro fa i miracoli? Certo che sì. Il santo patrono lo ha compiuto in quel 10 giugno del 2007. Il Napoli pareggia 0-0 contro il Genoa al Ferraris e ritorna in Serie A. Raffaele Auriemma, storico commentatore dei partenopei per il suo celebre “si gonfia la rete”, grida a gran voce:

È SERIE A!!!!! È SERIE A!!!! VIA DALL'INFERNO, SIAMO IN PARADISO.”

La dirigenza napoletana investì tantissimo per fare una bella figura nella massima categoria. Alcuni di questi saranno delle vere bandiere che hanno fatto innamorare i tifosi, tra cui: Marek Hamsik, El Pocho Lavezzi, Christian Maggio, El Matador Cavani, Zalayeta e così via.  In quella rosa c'era anche un nostro compaesano: Michele Pazienza nato proprio a San Severo. Già, un sanseverese che va a giocare nella città del Vesuvio. Conservo ancora oggi il suo autografo e spesso volentieri tornava a casa sua per andare a trovare la mamma.
Nella stagione 2009/10, il club sceglie come nuovo allenatore, Roberto Donadoni, in sostituzione di Edoardo Reja che ricordiamo, riportò il Napoli in Serie A e niente di meno nella Coppa Intertoto e in Coppa UEFA. L'inizio per l'ex commissario tecnico dell'Italia è mediocre, tanto che De Laurentiis decide di esonerarlo agli inizi di ottobre perchè aveva raccolto solamente sette punti in e altrettante partite. Il prescelto ricade su Walter Mazzarri che nell'annata precedente aveva portato la Sampdoria in finale di Coppa Italia persa contro la Lazio ai rigori. In poco tempo, il Napoli torna in Europa e lo fa in grande stile. Nel 2011, conquistarono l'accesso alla fase a gironi di Champions League dopo ventuno anni. Era la migliore stagione del post-Maradona. Oltre a Mazzarri, i protagonisti di questo autentico ritorno tra le stelle vanno dai nomi come: Lavezzi, Hamsik ed Edinson Cavani.

Ho visto il Napoli sfidare grandi colossi durante la fase a gironi di Champions come: Arsenal, Chelsea, Real Madrid, Barcellona, Manchester City, Borussia Dortmund, Bayern Monaco, Villarreal e Liverpool. In Europa, l'avventura azzurra sarà dolceamara, alcune volte avevano raggiunto gli ottavi (2012, 2017 e 2020), altre dove il Napoli non riuscì a passare i gironi (2013 e 2017). Ma qualcosa sta cambiare e dobbiamo attendere per un bel po.
Però mancava una cosa: lo scudetto. I partenopei fissano questo obiettivo, la gente lo chiede a gran voce di portare sotto al Vesuvio il terzo tricolore. Davanti a sé ci saranno degli ostacoli difficili. La Juventus ha appena cominciato un dominio vincente che durerà fino ai nostri giorni.
Arriva Benitez, ma è soltanto un illusione. C'è troppa confusione per i ragazzi, perchè sotto la sua gestione arriveranno solamente la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana. Il tecnico spagnolo non riesce a fare molto meglio in Europa e per poco non centrava la finale di Europa League persa per mano del Dnipro. Dopo aver fallito la qualificazione in Champions League, Benitez si dimette e al suo posto arriva Maurizio Sarri che nel frattempo ha centrato la salvezza con l'Empoli. Per la gente, assomiglia a Don Pietro Savastano della serie “Gomorra.” Anche lui è napoletano e per arrivare fino alla massima serie ha fatto tanta, ma tanta gavetta.

Il 2016 è l'anno del miracolo? Poco fumo e niente arrosto. Il Napoli parte in difficoltà, si capisce che c'è da lavorare duramente. Poi ecco la magia, i partenopei vincono e convincono grazie ad un nuovo modo di giocare. Gonzalo Higuain è il nuovo sergente e per Sarri sarà fondamentale. In poche giornate, il Napoli si trova a battagliare con l'Inter per il primato in classifica. Nel monday night arriva un muro di gloria: due a uno con doppietta del Pipita e primo posto per una notte. Verso i minuti finali, gli avversari avevano sfiorano la beffa, con i nerazzurri che hanno preso per due volte il palo.
A gennaio ecco il verdetto: campioni d'inverno. È il primo passo verso il titolo, per Sarri invece no, perchè la Juventus è in agguato. I bianconeri infilano una striscia record di quindici vittorie consecutive dopo un avvio terribile. Nel big match del 13 febbraio, la Juventus vince la sfida scudetto contro i partenopei grazie ad una bellissima perla di Simone Zaza e conquistano il primato in classifica. Il Napoli rallenta e dice addio al sogno tricolore, la Roma regala il titolo alla Juventus (quinto scudetto consecutivo). La città si inchina per l'ennesima volta ai bianconeri. Nel frattempo, i tifosi acclamano Gonzalo Higuain, che con trentasei reti, stabilisce un nuovo record di marcature nel nostro campionato, superando di fatto Gunnar Nordahl (fermo a quota 35) dopo sessantasei anni.
Ci riprova nel 2017, ma senza incertezze. Il Napoli di Sarri deve cedere allo strapotere della Juventus che per la sesta volta consecutiva conquista di nuovo lo scudetto e alla Roma che chiude il campionato al secondo posto.

Regalateci presto questo terzo tricolore.”

Il Napoli si presenta ai nastri di partenza come la nuova favorita davanti alla Juventus, le otto vittorie consecutive sono un record per la squadra perchè a queste si aggiungono anche le partite vinte nel finale di campionato dell'annata precedente. L'Inter di Spalletti e la Juventus tengono il passo dei partenopei. A dicembre, i bianconeri battono il Napoli con una rete del Pipita Higuain che per l'ennesima volta castiga i partenopei ed esulta in maniera scontrosa verso De Laurentiis. I tifosi non ci credono, l'argentino sta facendo pagare le conseguenze ad una città intera, è un insulto alla città e al Vesuvio, ma gli scugnizzi non si arrendono e giurano vendetta.
Allora il 2018 è l'anno giusto? Ancora no. I partenopei stringono i denti e nonostante qualche caduta si arriva ad aprile con la speranza di porre fine al dominio della Juventus.

22 aprile 2018
La supersfida è arrivata, siam pronti alla morte. Il Napoli arriva a Torino per tenere aperte le speranze scudetto. Il match regala qualche emozione e si capisce che entrambe le squadre non andranno oltre lo zero a zero. Quando l'orologio arriva al 90esimo minuto, l'arbitro concede un calcio d'angolo ai partenopei, dalla bandierina batte Josè Callejon e Kalidou Koulibaly colpisce di testa il pallone che vale il momentaneo uno a zero. La tifoseria napoletana esplode di gioia per questo goal pesantissimo, mentre Sarri in panchina è una furia che sa di felicità, stessa sorte per i giocatori. Al fischio finale, tutta la squadra scende in campo per festeggiare sotto la curva del settore ospiti e cantarono questo coro da pelle d'oca:
Sarò con te, tu non devi mollare, abbiamo un sogno nel cuore: Napoli torna campione.”
Al rientro da Torino, la festa era grande e nel vedere quelle immagini avevo pensato:
Se il Napoli vincerà lo scudetto sarò felicissimo.”
Avevo visto solamente l'Inter, il Milan e la Juventus conquistare il titolo.

Però l'incantesimo si rompe e il Napoli perde in trasferta contro la Fiorentina per 3-0 grazie alla tripletta del Cholito Simeone. Maurizio Sarri dirà di aver perso lo scudetto in albergo, mentre la Juventus ringrazia la Viola e aspetta il punto esclamativo del campionato. Al San Paolo arriva il Torino, con i partenopei obbligati a vincere per continuare il sogno tricolore, ne uscirà un pareggio amaro che vuol dire “addio sogni di gloria.” Il mio sogno svanisce. Peccato, avrei voluto vedere il Napoli che poneva fine al dominio bianconero. La squadra conclude il campionato con 91 punti, un record per la dirigenza che archivierà questa annata straordinaria.
Carlo Ancelotti e Gennaro Gattuso provano a rilanciare l'obiettivo scudetto, ma senza ottenere delle grandi soddisfazioni. Sembra una maledizione per i tifosi che però non si danno per vinti. Quel momento arriverà.
Nell'estate del 2021, il Napoli sceglie Luciano Spalletti come nuovo allenatore. Si capisce che la città vuole tornare sul tetto d'Italia, i tifosi si aspettano qualcosa da lui che ad Udine, Roma, San Pietroburgo e Milano ha reso grandi questi club: Udinese, Roma, Zenit ed Inter. Il primo anno inizia con la solita routine, si parte bene e si finisce male, i partenopei giocano un bel calcio e si trovano a battagliare per il primato insieme all'Inter campione uscente e il Milan. Victor Osimhen è cresciuto tantissimo dopo un periodo in salita, ma la squadra no. Ad Aprile, il Napoli inciampa contro la Fiorentina ed Empoli e dice addio (di nuovo) allo scudetto. Niente da fare, il titolo non vuole arrivare e c'era la possibilità di beffare Inter e Milan. Per Spalletti è il momento di fare una bella pulizia.
Estate 2022
Nelle televisioni mondiali si parla solamente della guerra tra Russia e Ucraina e dopo due anni difficili, il calcio torna finalmente alla normalità con la capienza degli stadi al 100%. La scena è tutta per il Napoli che investe tantissimo per portare a casa sua quel benedetto terzo tricolore. Se vanno dalla squadra tre senatori che in questi anni hanno onorato la maglia e la città: Lorenzo Insigne, Kalidou Koulibaly e niente di meno Dries Mertens per tutti “Ciro”. A questi si aggiunge Fabian Ruiz che viene acquistato a titolo definitivo dal Paris Saint-Germain.

Il prescelto per sostituire il difensore senegalese ricade su Kim Min-Jae che in Turchia si è reso protagonista con il Fenerbahce. Un sudcoreano al Napoli sarà il prossimo film di De Laurentiis. Sto scherzando ovviamente. Il secondo sarà Giacomo Raspadori che al Sassuolo ha disputato delle ottime stagioni, è uno dei possibili protagonisti della seconda rinascita della nostra nazionale che per la seconda volta consecutiva non ha centrato il mondiale disputato poi dal Qatar. Ma non è tutto, la dirigenza riesce a portare in squadra anche: Mathias Oliveira, Leo Ostigard, Tanguy Ndombelè e il Cholito Simeone.
Chi sarà l'erede di Insigne? Per lunghi due anni, i partenopei hanno messo gli occhi su un talento georgiano. Già avete capito bene, sono andati fino in Georgia paese confinante con Russia, Armenia, Azerbaigian e Turchia. Il Napoli è pronto ad investire questo giovane promettente per puntare al colpo grosso. Signori, sotto al Vesuvio arriva: Khvicha Kvaratskhelia.
Bednieri var, rom neap’olshi var. mesmis, rom am kalaks ts’armoudgeneli mkhardach’era akvs. es kalaki siq’varulia. neap’olit’anelebi gansak’utrebuli khalkhia. khalkhma met’sakhelad k’varadona damarkva.”
In italiano significa:
Sono felice di essere a Napoli. Ho sentito che questa città ha un tifo incredibile. Questa città è amore. I napoletani sono delle persone eccezionali. La gente mi ha soprannominato Kvaradona.”
Chi è questo georgiano? Da dove lo hanno preso? È un nome difficile da pronunciare. L'erede di Insigne arriva tra il Caucaso e dalle spiagge del Mar Nero.

Il campionato 22/23 per il Napoli parte alla grande. Da agosto fino al mese di novembre, i partenopei collezionano undici vittorie consecutive (di cui tredici di fila tra Serie A e Champions League) e solamente due pareggi. La sconfitta con l'Inter è soltanto indolore, a gennaio i partenopei si laureano campioni d'inverno grazie al pareggio del Milan contro la Roma. Il girone di andata è storico, i partenopei non avevano mai avuto un vantaggio lunghissimo, si prendono in considerazione i cinquanta punti conquistati. Ci erano riusciti solamente l'Inter e la Juventus. Per conquistare il terzo scudetto, la squadra deve vincere le restanti diciotto giornate.
E in Champions League come stanno i fatti? Il Napoli viene inserito in un girone insidioso con Liverpool, Ajax e Rangers. Per molti la davano come terza, ma la squadra disputa un girone eccellente. Vittoria alla prima giornata contro il Liverpool per 4-1 al Maradona. Un 3-0 travolgente sul campo del Rangers alla seconda e un 6-1 umiliante all'Ajax in trasferta alla terza giornata. Tre vittorie su tre. E record. I partenopei diventano la quarta squadra italiana a vincere le prime tre partite del girone.
Battendo l'Ajax per 4-2, il Napoli certifica la qualificazione agli ottavi, mentre col Rangers arriverà un'altro record: diventa il terzo club italiano a vincere le cinque partite della fase a gironi dopo il Milan nel 1992 e la Juventus nell'annata 04/05. Col Liverpool è solo una messa in scena, i partenopei concludono la prima parte della Champions League a punteggio pieno insieme ai Reds (primi per differenza reti).
Agli ottavi se la vedrà con l'Eintracht Francoforte vincitrice dell'Europa League dell'annata precedente. Tra febbraio e marzo, i partenopei scriveranno una nuova pagina di storia: sono ai quarti di finale per la prima volta. I tifosi sognano il colpaccio europeo e tutto arriverà alla sfida contro il Milan. 
In campionato, la squadra accumula un enorme vantaggio di quindici punti sull'Inter e ben presto ne diventeranno diciotto perchè i nerazzurri hanno perso a Bologna. Dopo la sosta, il Napoli rallenta e complice è la clamorosa batosta contro il Milan al Maradona con i rossoneri che vincono per 4-0. Seguiranno un successo esterno a Lecce e un pareggio in casa contro il Verona finita per 0-0. La festa scudetto è in fase di pianificazione con la città che oltre a rivivere questo sogno dopo 33 anni, dovrà fare i conti con il piano di sicurezza dopo gli incidenti avvenuti nel match di ritorno contro il Francoforte in Champions League.
Intanto il cammino europeo del Napoli si infrange sul più bello, con i partenopei che vengono eliminati dal Milan nel doppio confronto ai quarti di finale. La sconfitta dell'andata e il pareggio al ritorno è amaro, in semifinale ci vanno i rossoneri. Tuttavia, la dirigenza può essere soddisfatta perchè hanno portato un bellissimo gioco e con un attacco che certamente hanno fatto sognare i tifosi partenopei.

23 aprile 2023

Si gioca Juventus-Napoli. I partenopei possono mettere in tasca un pezzo dello scudetto. I bianconeri partono bene, il Napoli fa tanto possesso palla e da l'impressione di essere pericoloso, ma il primo tempo regala poche emozioni. Nella ripresa, i ragazzi di Spalletti sprecano il vantaggio con Osimhen, la squadra cresce e alza il baricentro. Al minuto 82, ecco l'episodio che scatenerà molte polemiche nel post-gara: Di Maria prende palla sulla linea di centrocampo e va a colpire a rete, mentre nelle retrovie reclamano un presunto fallo di Milik su Lobotka. Il VAR interviene e annulla in maniera clamorosa la rete del Fideo. Quando il match si avvia verso lo 0-0 finale, ecco che nel bel mezzo della pioggia, arriva un autentico miracolo, i partenopei trovano la rete più pesante e indovinate chi lo segnerà? Proprio lui: Giacomo Raspadori.
L'uomo meno utilizzato da Spalletti, segna uno dei goal più importanti della sua carriera grazie ad un cross leggiadro di Elmas. L'allenatore toscano non ci crede, sta per portare questa squadra verso il terzo tricolore che tanti napoletani lo avevano chiesto a gran voce. Al fischio finale, può partire ufficialmente la festa sotto il settore ospiti.
È ufficiale: lo scudetto arriverà tra fine aprile e inizi di maggio.

30 aprile 2023

Sono le ore 12.30, c'è Inter-Lazio, i nerazzurri devono assolutamente vincere per sperare nella qualificazione Champions, mentre i tifosi partenopei pregano che l'Inter batta la squadra biancoceleste, perchè potrebbe essere la ciliegina sulla torta di una stagione straordinaria. Al minuto 30, la Lazio passa in vantaggio con Felipe Anderson dopo un errore banale di Acerbi. L'atmosfera è così così, la città spera in un possibile pareggio e nella ripresa l'Inter trova il goal dell'1-1 con Lautaro Martinez. Pochi istanti dopo, Robin Gosens porta in vantaggio i nerazzurri per il definitivo 2-1, i tifosi napoletani sono impazziti, lo scudetto potrebbe davvero arrivare e come se non bastasse, alle ore 14.27 arriva il terzo goal dell'Inter con Lautaro Martinez che chiude di fatto il match.

La grande festa può cominciare, se i partenopei battono la Salernitana, saranno ufficialmente i nuovi campioni d'Italia. Lo speaker Decibel Bellini nell'annunciare le formazioni si commuove, perchè ha capito che il tricolore è realtà, sono emozioni uniche di una città che dall'inferno è arrivata al paradiso. Ormai la scaramanzia è solamente un ricordo. Quando Mathias Oliveira porta in vantaggio il Napoli lo stadio esplode di gioia, il sogno è vicinissimo. I tifosi non stanno più nella pelle, potrebbero spezzare una lunga maledizione durata per anni. A volte il calcio regala anche dei brutti scherzi. Verso il minuto 84, la Salernitana trova incredibilmente il pareggio con Boulaye Dia e lo stadio resta ammutolito. I Granata rimandano la festa scudetto dei partenopei al quattro di maggio, hanno evitato una possibile umiliazione da parte dei napoletani come disse Iervolino. I tifosi non si scoraggiano e attendono il D-DAY ad Udine.

4 maggio 2023

La grande serata è arrivata, si gioca Udinese-Napoli e in palio c'è finalmente il terzo tricolore. Molti tifosi napoletani sono venuti ad Udine per festeggiare una gloria attesa da 33 anni. Nella città del Vesuvio e nel mondo si aspetta l'ora decisiva. Al minuto 13, i friuliani passano in vantaggio con Lovric che beffa incredibilmente Meret, i partenopei sono aggressivi, ma non riescono ad essere pericolosi. Però a pochi minuti dall'inizio della ripresa, Osimhen trova la rete decisiva che darebbe il punto esclamativo sullo scudetto. Come disse Alex Garini in una parodia della canzone ERA, dal nome “Ameno 2010” :

"Osimhen Ha signat, ha signat Osimhen Ma c' mo', ma c' mostr' Osimhen Osimhen Osimhen Ma c' mo' Ha tirat' a port' n'derr, ma che mostr' Didime didime, mo' nun ce' vo' A porta n'derr, ma c'mo."

I tifosi esplodono di gioia alla rete del nigeriano, le lacrime stanno per arrivare, l'attaccante partenopeo è sempre più decisivo e la sofferenza sembra essere ormai alle spalle. Quando l'arbitro fischia la fine della partita, alle ore 22.37 parte una grandissima festa. È ufficiale: IL NAPOLI È CAMPIONE D'ITALIA. In migliaia si rivestano nelle strade, dai Quartieri Spagnoli passando per il Vomero, fino ad arrivare negli angoli più remoti della terra. Quella sera, nel vedere quelle immagini, stavo quasi per piangere perchè ho capito che i sogni possono diventare realtà. Dopo Inter, Milan e Juventus, finalmente vedo il Napoli conquistare quel benedetto terzo scudetto.

12.058 giorni di attesa. Napoli ritrova lo scudetto: dall'inferno al paradiso.

Tantissimi vip come Gigi D'Alessio, Edoardo Bennato, Geolier, Clementino, Nino D'angelo e niente di meno l'ex sindaco di New York Bill De Blasio, hanno espresso la loro grande emozione per questo titolo atteso da 33 anni. Le reazioni sui social sono a non finire e la città aspetta domenica sette maggio per continuare questa festa infinita. Ovviamente gli occhi sono anche puntati su Diego Armando Maradona che avrebbe certamente festeggiato lo scudetto del Napoli e dall'alto sarà felicissimo.
Come disse Massimo Troisi:
“Ricomincio da tre e poi quattro, cinque, sei...”

L'emozione non esclude Luciano Spalletti, che ha fatto di tutto per costruire questo gruppo magico verso il tricolore. Durante la conferenza stampa, ha espresso tutta la sua felicità e ha dedicato lo scudetto a tutta la squadra capace di fare una grande differenza. Infine, il tecnico toscano lascia una bellissimo messaggio a tutta la cittadinanza:

"Napoli, questo scudetto è per te."

7 maggio 2023

In un calda domenica di primavera, il Napoli si prepara a scendere in campo da campione d'Italia contro la Fiorentina. I tifosi acclamano a gran voce una squadra che non ha mollato per niente questo obiettivo, la festa può partire. Victor Osimhen dopo aver sbagliato il primo rigore, riesce a centrare il secondo penalty che vale di fatto l'ennesimo successo in campionato. Al fischio finale, la città assiste ai festeggiamenti con i giocatori che hanno cominciato un giro di campo, da curva a curva, sventolando un enorme tricolore.

Come ospite di eccezione per questa festa scudetto c'è Paolo Sorrentino vincitore del premio Oscar con il film "La grande bellezza." 
"Questo scudetto se è accaduto è perchè Maradona ci ha spiegato come si fa e noi lo abbiamo fatto." 

Oltre a Sorrentino, sono presenti anche alcuni cantanti che hanno deciso di omaggiare questa lunghissima festa. Tra questi: Clementino, Geolier, Edoardo Bennato, Valerio Jovine ed Emiliana Cantone. C'è anche il sindaco Gaetano Manfredi, fischiatissimo, che consegna al trapper napoletano il disco di platino. Infine, non poteva mancare lui: Liberato. Il rapper del mistero, si esibisce seduto al pianoforte su un palco con la sua rosa su sfondo celeste, il cantautore ha eseguito O core non tene padrone, Tu t’e scurdat’ ‘e me e La capolista se ne va.

Una lunga notte che Napoli non dimenticherà mai. Ora si aspetta l'ultima giornata per l'ennesima consacrazione.

4 giugno 2023

La Serie A giunge all'ennesima conclusione, il Maradona è pronto a festeggiare il trofeo che verrà alzato dal capitano Giovanni Di Lorenzo. Prima della partita, vengono assegnati i premi con Luciano Spalletti, miglior allenatore del campionato, Di Lorenzo, miglior difensore, e poi Osimhen, miglior attaccante, e Kvaratskheliamiglior giocatore della stagione. 
Il match regala molte emozioni. Simeone dopo aver segnato un bellissimo goal dalla distanza che vale il definitivo 2-0, mostra la maglia azzurra numero 10 che indica il del Pibe de Oro, poi si assiste all'addio al calcio di Fabio Quagliarella che riceve una targa da parte dei tifosi con uno striscione:

"Di Partenope figlio orgoglioso, dal passato beffardo al presente glorioso, sulla nostra maglia il tuo sudore impregnato, dalla tua gente non sarai mai dimenticato. Grazie Fabio."

La festa scudetto è stata trasmessa su Rai Due con oltre 55 mila spettatori del Maradona, ma anche decine di migliaia di persone assiepate in quattro piazze napoletane. Si comincia con la premiazione, sono presenti tutti i vertici della Lega Calcio che nel frattempo distribuiscono le medaglie a tutta la squadra, il capitano Giovanni Di Lorenzo può alzare finalmente al cielo quel terzo tricolore seguito dai fuochi d'artificio. Subito dopo, la festa prosegue per tutta la notte fino a Piazza Plebiscito in un clima di commozione per i tifosi del Napoli.
Un sogno che sembrava impossibile, è arrivato. Da tifoso interista, posso confermare tutta la mia gioia nel vedere questa città festeggiare quel benedetto scudetto atteso dai tempi di Diego.

Ora aspetto Roma e Lazio, se saremo ancora vivi. 
Amici, questo progetto l'ho voluto dedicare a tutti voi tifosi del Napoli. Durante la sosta dei mondiali, avevo già pensato di dedicare un articolo sullo scudetto azzurro e sinceramente ero scettico. Quando ho visto l'avvenire del campionato, ho preso carta e penna e l'ho pianificato con tutto il mio amore.
Un grande abbraccio a voi specialmente allo staff di Vivo Per Lei.
A presto. Pasqui.