Se non fosse chiaro a tutti, ieri sera abbiamo capito che fra Totti e Spalletti non corre buon sangue e i botta e risposta proseguiranno a lungo.
Ovviamente ad alimentare le fiamme, ha influito in maniera notevole la partita di ieri. L'episodio chiave ha riaperto la ferita col primo che prova ad aggrapparsi sugli specchi ed il secondo che affonda il dito nella piaga.

Totti ha ragione, Spalletti si sente colpito nell'anima del capo che non è stato rispettato.
La storia della Roma, presa a palle in faccia dal tecnico toscano ai tempi in cui era allenatore. Un libro mai letto e guerra sul rispetto dei ruoli. Tanta, troppa carne al fuoco che nessuno per orgoglio vuole dimenticare. Di fare un passo indietro non se ne parla. Piuttosto negare l'evidenza e continuare uno scontro dialettico che fa male a tutto il calcio.

Non mi interessa chi ha ragione, ma che tutto finisca in fretta. Due personaggi pubblici di quel livello non possono continuare a fare inutili polemiche. Adesso è il momento di metterci una pietra sopra e di incontrarsi. Magari a prendere un caffè in centro con la presenza della stampa.
Invito tutti ad evitare di scrivere e parlare di queste polemiche, tranne quando non verrà posta la parola fine a questa vicenda alquanto squallida, non da persone mature, ma da bambini viziati.
Inter e Roma devono concentrarsi sul campo, cercando di risolvere le proprie lacune, non preoccupandosi di chi sua più famosi.
Un grande fratello fra i due non credo possa interessare a molti. I giornali devono essere venduti per le notizie, i fatti non i pettegolezzi. La federazione o le stesse due società hanno il dovere di organizzare l' incontro chiarificatore che preveda la tanto agognata stretta, di mano. Se poi si tratterà di una finta pace poco importa, basta non parlarne più.

Chi ha ragione ciascuno di noi può stabilirlo senza che tutto venga messo in uno show che lascia a desiderare. Di rigori Totti ne ha tirati tanti e bene in carriera, qualcuno anche con Spalletti in panchina. Nella vita ci si può rispettare anche senza volersi bene. L'allenatore ed il giocatore sono 2 ruoli completamente diversi. 

Allenare Totti, per il suo carisma, non doveva essere facile, tutti in rosa, Francesco compreso, dovevano rispettare ed accettare le decisioni del mister. Spalletti aveva il dovere di tutelare Totti, dentro e fuori dal campo sapendo perfettamente che il capitano aveva il carattere del leader, un orgoglio e la Roma nel sangue. A volte usare troppo il bastone puo' essere fatale.

Qualcosa è andato storto, adesso basta. Guardiamo oltre.