Mario Balotelli ha girato per professione molti paesi europei e quasi tutto il mondo. L'attaccante attualmente al Brescia è un giocatore italiano convocabile dal nostro ct Roberto Mancini nelle gare della nostra Nazionale. La sua carriera come tutti sanno è stata meno folgorante rispetto alle sue potenzialità fisiche e tecniche. La testa molte volte lo ha portato a comportamenti fuori luogo, riconosciuti dallo stesso giocatore e di cui ha pagato le conseguenze. Nella partita giocata a Verona dal suo Brescia dopo aver subito per numerose volte insulti razzisti dalla tifoseria di casa, ha deciso di richiamare l'attenzione dell'arbitro che per diversi minuti ha fermato la partita. Un comportamento esemplare, inaccettabile essere presi di mira per il colore della pelle. Insulti gratuiti che non hanno niente a che fare con calcio, la rivalità e le capacità di un giocatore. Mario avrebbe giustamente abbandonato il campo e così avrebbero dovuto fare tutti gli altri giocatori. Balotelli, italiano al centro di cori razzisti, non è il primo caso e purtroppo nemmeno l'ultimo.

Questi imbecilli che invece di supportare la propria squadra offendono la dignità umana non devono più andare allo stadio. Vanno individuati e radiati da ogni tipo di manifestazione. Potrebbe sembrare che per sollevare il proprio umore o non pensare ai tanti problemi che li assillano esprimano in questo modo così vile la loro rabbia. Niente di tutto ciò: il bersaglio è proprio l'infierire dal punto di vista razziale, offendendo il suo stesso essere uomo. Tutti siamo razzisti perché nel 2019 non si può non risolvere la situazione razzismo nello stadio dove tutto è visionabile dalle telecamere. Lo spettatore sa chi ha vicino di posto e non può lasciare impunito un gesto tanto vigliacco. Andare a denunciare e mandare segnali concreti sarebbe già un primo passo. Non si può nemmeno mostrare orgoglioso di essere italiani, quando nel nostro Paese si fanno campagne pubblicitarie, documentari e messaggi di vario tipo arrivando al risultato odierno, il nulla. 

Le leggi ci sono, ma come sempre non vengono messe in atto e adesso ci saranno altri casi come quello di Balotelli che invece di passare per l'esempio da cui far partire una legge finalmente applicata, rimarrà soltanto una bolla di sapone che ha fatto per un giorno scrivere fiumi d' inchiostro e parlare tanti addetti ai lavori. Chi ha offeso Mario.ha offeso anche noi, devono essere puniti, basta perbenismo ma pugno di ferro. Solo così quello accaduto a Verona avrebbe un risultato. Negli altri campionati, in primis Inghilterra, casi simili sono molto rari: lo stadio non è un luogo per chi non sa comportarsi, dove tutto è permesso. Lo spettacolo è per tutti e lo stadio è il teatro migliore dove i giocatori possono esprimersi. Se sbagli sai che paghi non con una diffida ma con le porte della galera che si aprono. Allo stadio non entri più, tutti sanno chi sei e che cosa hai fatto per meritarti la giusta pena. Basterebbe veramente poco la cosa certa è che tutti siamo razzisti, non basta evidenziare il problema: bisogna agire in fretta.