NOTA della redazione per i blogger: per il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo qui proposto. Grazie per continuare a scrivere su VxL.



Il 15 febbraio 1898 nasceva un mito inossidabile dello spettacolo: Totò.
Mi sembra giusto ricordarlo e nel ricordarlo ho cercato di approfondire il suo rapporto con il calcio oltre a sapere che era tifoso del Napoli e che, come ricordava la figlia Liliana, aveva anche simpatie per Roma e Juve.
Non sapevo che invece fu protagonista del primo (così mi dicono) film italiano sul calcio, dal titolo “Gambe d’oro”. Ero rimasto al Borgorosso di Alberto Sordi e al primo Oronzo Canà interpretato da Lino Banfi ne “L’allenatore nel pallone”, 
Il film, apprendo, fu bocciato dalla critica che salvò parzialmente solo il Principe De Curtis. Si fa fatica a trovarlo essendo una pellicola del 1958. Veniva segnalata sulla piattaforma Rai Play, ma io non l’ho trovato. Una ricerca più fortunata mi ha fatto trovare la versione integrale su YouTube.
Naturalmente è un film che risente anche della distanza tra quell’epoca e quella attuale, dunque va visto con occhiali adeguati e alla fine l’esperienza, seppur non immensa, è gradevole.

La trama vede Totò interpretare il barone Luigi Fontana presidente della squadra di calcio di “Cerignola” e, in parte, ci ricorda altre pellicole come appunto “l’allenatore nel pallone“ . Totò è infatti un presidente che non vuole aprire i cordoni della borsa, ma vendere due sue stelle con relativo incasso milionario. Peccato che la mezzala sia il fidanzato della figlia. E tra gag (“Fortuna audax Juventus) e sketch (Totò che spiega gli schemi alla lavagna) arriviamo al lieto fine dove il cuore vince sul vol denaro.
Regista del film il bravo Turi Vasile, conosciuto forse più per esser stato produttore di Fellini e Antonioni”. Una nota meritano le belle musiche di Lelio Luttazzi.
Provate a dargli uno sguardo, penso ne valga la pena.