NOTA della redazione per i blogger: per il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo qui proposto. Grazie per continuare a scrivere su VxL.


Mia moglie raramente guarda le partite, non l’appassionano. Forse anche per un overdose tra fidanzamento e primi anni di matrimonio dove esisteva solo il calcio: abbinamento al Milan di Sacchi, partite della serie B femminile di Calcio (dove giocavano tre ragazze che avevo allenato ) partite dell’Atalanta, mie partite o  la mia macchina piena di ragazzini che allenavo per le loro partite e anche accompagnatrice spesso di quando facevo l’arbitro (in un campo avevo tifosi e squadra che mi adoravano e quando arrivavo la prima cosa che mi chiedevano era se c’era mia moglie per capire il tipo di imprecazioni che potevano riservarmi).

Ormai si limita a chiedermi il risultato della partita o a chiedermi  cosa sta combinando l’Atalanta visto il “casino che fa Cristian “ (il nostro vicino di casa). 

Però sabato scorso decide di sedersi sul divano e guardare Milan-Frosinone e sarà un’ottima presenza con un solo due momenti  di tensione. il primo sul rigore realizzato da Soule: “Certo  che loro non sbagliano i rigori!”. E qui glisso elegantemente. Il secondo accade al 65’ quando Mazzitelli porta in vantaggio il Frosinone. Mentre io non so a che santo votarmi sento la sua voce che dice: “Cosa ha detto il telecronista? Ha parlato di quattro”. Ed io abbastanza sclerato le rispondo: “Ma che ne so! Abbiamo preso un goal assurdo! Chi se ne importa!” 
E lei imperterrita : “ha parlato di quarto ma non ho capito!”
Divento violaceo, attraversando prima tutte le sfumature della terza del Milan.
Deciso di darle comunque soddisfazione, torno indietro di qualche fotogramma per sentirmi dire dal telecronista: “Mazzitelli ha segnato 4 reti…”
E mia moglie: “Hai visto ? Ecco perché ha parlato di quattro!”
Dentro di me il vulcano del “ma chi se ne .... se Mazzitelli ha fatto 4
Goal. Ma porrcaccia la miseriaccia !!!!!”
Mi trattengo e riprendo a guardare la partita che ha un finale poi dolce e mi ricordo anche che a me capitan Mazzitelli poi non mi dispiace. 

Ma questo è solo il contorno, un po’ lungo, al vero tema che riguarda mia moglie e la terza maglia del Milan.
Sta per iniziare la partita appunto Frosinone - Milan e siamo comodi sul divano e mia moglie mi chiede: “Scusa, ma quale è il Milan?”. Non è che mia moglie, seppur non amante del calcio, non sappia distinguere i rossoneri dagli altri, ma con un Frosinone il Milan non indossava né la prima divisa rossonera, né la seconda bianca (che tra l’altro indossavo a mo' di rito portafortuna) ma la terza dai colori “variegati” (anche perché tradurli diventa complesso: ravish, fizzy lime, white, royal sapphire e majestic purple).
Una volta chiarito “quale era il Milan”, anche se nel frattempo lei aveva riconosciuto diversi giocatori, cercavo di convincerla che la maglia non fosse così brutta: “Sai! La maglietta non mi convince, né mi dispiace, è strana ma è stata realizzata con intenti di inclusività e rispetto della diversità“.
Lei mi guarda un poco stranita.
In realtà a me la maglia piace, ma ho sentito troppi commenti negativi e non voglio, diciamo, espormi.
Finita la mia difesa d’ufficio mia moglie prende la parola: “E davvero molto bella! Finalmente qualcosa di piacevole da indossare tutti i giorni e non solo allo stadio! Ed inoltre con attenzione ad un tema quale quello dei diritti umani!”.

Allora ho realizzato, e non solo per la maglietta, ma anche verso il povero Mazzitelli che avevo così poco considerato o verso il Frosinone ecc. Ho realizzato che non possiamo continuare a vedere quello che ci circonda solo con i nostri occhiali, ma dobbiamo anche imparare a guardare la realtà attraverso gli occhiali di altri.
Questo non ci porta a dover per forza “cambiare pensiero” o a ingrossare il nostro “io” se il pensiero di altri si sovrappone al nostro, ma a meglio capire e a cogliere sfumature. E così la terza divisa ha un suo pubblico e non solo detrattori, poiché una società di calcio ha anche attenzione a sensibilità inclusive e alla diversità e le esprime in un mondo che ancora oggi non ha la stessa sensibilità, che è interessante anche guardarsi le statistiche di capitan Mazzitelli e che senza il Frosinone non esisterebbe nemmeno il Milan.

Segnalo così anche al signor Adl che le città con meno di 20.000 abitanti non falsano la serie A ma incoraggiano le persone a pensare che se è possibile sognare e realizzare certi obiettivi anche se si è piccoli e che dunque possiamo sperare e impegnarci perché le disuguaglianze si riducano fino a (quasi) sparire.