Con qualche giorno di ritardo arriva il commento della 12ª giornata di Serie A.
È stata l’ultima giornata prima della sosta per le nazionali e non sono mancate sorprese così come non mancano questioni da analizzare. Inter e Juventus stanno iniziando a giocare un campionato a parte, il Milan è in difficoltà mentre a Napoli sono state ore calde. C’è stato un derby di Roma molto deludente, invece la Fiorentina è tornata a vincere contro il Bologna e in bassa classifica iniziano a muoversi anche quelle squadre che sembravano spacciate.
Bando alle ciance, iniziamo! 

TOP
LA REAZIONE DEL LECCE: per 60 minuti il Milan ha dominato la partita, rischiando anche di segnare il terzo goal che sarebbe significa K.O. Il Lecce comunque non era uscito dalla partita, è stato inizialmente fortunato ma è stato anche bravo a sfruttare l’episodio dell’1-2 per far girare l’inerzia della gara, trovando poi il 2-2 e rischiando seriamente di vincere. Il Lecce nelle ultime gare è calato ma ha uno spirito battagliero che potrà aiutarlo a trovare ancora tanti punti. Ha tutte le carte in regola per salvarsi. 

RUGANI: dopo una serie di grandi prestazioni, quella di Firenze su tutti, è arrivata anche una rete decisiva contro il Cagliari. Rugani è sempre stato un calciatore discontinuo, ma non mediocre. Allegri l’ha sempre difeso e adesso il ragazzo sta rispondendo sul campo con prestazioni di ottimo livello. La Juve inoltre con lui in campo non prende goal e vince quasi sempre, quindi è anche sotto certi aspetti un talismano. 

COLPANI: l’inizio di stagione di Colpani è stato straordinario. Contro il Torino ha segnato il suo sesto goal in campionato, rispetto alla passata stagione è più continuo e si è meritato la convocazione in nazionale. Palladino ha elogiato il professionista e il calciatore. Può fare l’esterno, il trequartista ma anche la mezz’ala. Sarà un calciatore sotto la lente di ingrandimento delle grandi nei prossimi mesi. Intanto il Monza, Galliani e Palladino fanno bene a goderselo.

L’EMPOLI: l’Empoli ha giocato una grande gara e ha vinto con merito, mostrando un calcio coraggioso. Le partite con Atalanta e Frosinone sono state negative, ma agli estremi ci sono state due vittorie dal peso specifico non indifferente in chiave salvezza, ovviamente quella di Napoli e quella di Firenze. Bravissimo Andreazzoli. 

BONAVENTURA: la carta d’identità dice 34 anni ma Bonaventura è come il vino. Più invecchia e più diventa buono. Contro il Bologna ha segnato un grandissimo goal, regalato giocate di alta classe e lavorato molto con la squadra. Non lo scopriamo oggi a Firenze il suo valore(per Italiano è sempre stato fondamentale), ma Jack sta sicuramente vivendo una delle fasi migliori della sua carriera. 

DIMARCO: Di Francesco l’ha definito un fenomeno… in effetti la rete che ha segnato contro il Frosinone è da fenomeno. C’è chi disse che volesse crossare… poco cambia, la giocata e il gesto tecnico restano. Probabilmente ad oggi è il goal più bello del campionato. 


FLOP
IL MILAN: il Milan per 60 minuti ha fatto una grande gara a Lecce, poi non ha trovato il terzo goal e non ha saputo gestire il doppio vantaggio proprio come a Napoli. Resta terzo in classifica ma Inter e Juventus iniziano ad essere molto lontane e credo sia in questo momento meglio guardarsi dietro. 

GARCIA: 10 punti dal primo posto, 4 sconfitte in casa fra campionato e Champions e un gioco completamente involuto rispetto alla passata stagione. Ma non solo quello, il Napoli era una squadra spenta. Non si riusciva mai a capire che gara volesse faceva, non si credeva in ciò che si proponeva(o non proponeva). Non era sicuramente tutta colpa di Garcia, anzi, ma credo che l’esonero fosse inevitabile. Anche l’ambiente attorno a lui era diventato ingestibile. Ma l’errore più grande è stato commesso da un’altra persona… 

DE LAURENTIIS: c’era una volta il Napoli. C’era una volta il Napoli di Spalletti, una squadra straordinaria. Una squadra che giocava un calcio straordinario, che era allenata da un fuoriclasse  e che vantava calciatori di grande livello che però lo erano diventati grazie al lavoro quotidiano, al sacrificio e alla fiducia in ciò che proponevano. Un Napoli che vinse lo scudetto, dominando il campionato e giocando il calcio più bello d’Europa (riconosciuto da tutti) mostrato anche in Europa, che l’ha portato per la prima volta nella propria storia ai quarti di Champions League. Uno scudetto che mancava da 30 anni, il terzo di un popolo, il primo senza D10S e il primo per D10S. C’era una squadra che ha regalato emozioni e che ha scritto la storia di una città e che ha mostrato e insegnato come si deve (o dovrebbe) vincere nel 2023. Un esempio, uno spettacolo, un capolavoro.
L’ultima gara di quel Napoli venne giocata il 3 giugno 2023. Poi?
Poi successe che un uomo, il presidente di quella squadra e uno dei protagonisti (e non il protagonista) di quella cavalcata e dell’ultimo quindicennio del Napoli, a causa del proprio EGO e della fame di protagonismo, davanti a un traguardo storico invece di godersi il momento e lavorare per far sì che tutto ciò potesse continuare, decise di cambiare tutto. Allenatore, dirigenza, mercato. Tutto sotto suo controllo, desideroso di mostrare che il vero artefice di tutto ciò non era anche lui, ma soprattutto lui. Nel calcio si vince tutti e si perde tutti, ma questo avvio di stagione è la sconfitta soprattutto di De Laurentiis.
Prima rompe con Spalletti nel momento più bello, mettendo in primo piano soprattutto il futuro del nuovo CT dell’Italia e della panchina del Napoli invece di godersi la storia che era stata appena scritta. Poi dice di avere 50 allenatore che vogliono venire a Napoli. Successivamente ne contatta 3/4 ma nessuno accetta. Sceglie Rudi Garcia, un allenatore reduce da annate no, vende Kim, il miglior centrale della passata stagione, e lo sostituisce con Natan, un giovane ragazzo da scoprire. Kvara, il giocatore che ha fatto la differenza, prende 1.5 milioni. Osimhen rinnova? De Laurentiis ha creduto che potesse bastare solo cambiare una figura per far sì che tutto funzioni. E invece no. Si vide subito un Napoli diverso(e lo scrissi nel primo commento dell’anno)fin dalla gara vinta con il Frosinone. E la situazione è andata a peggiorare. Screzi, liti, parole. Arriviamo alla sconfitta con la Fiorentina: il Napoli viene umiliato dalla squadra di Vincenzo Italiano e Garcia viene messo in discussione. Il giorno dopo escono dichiarazioni che fanno presagire un destino già scritto. Sarebbe potuto essere quel giorno (anche le mura sono a conoscenza dei contatti con Conte)la fine di Garcia a Napoli, ma per una serie di incastri non successe nulla. Ma si sapeva che tutto ciò si trattava semplicemente di un rinvio del problema. Successivamente il Napoli vince a Verona e vince contro l’Union ma non convince, anzi. Riprende per i capelli la gara contro il Milan, vince a Salerno, pareggia con l’Union e perde con l’Empoli. Ecco che arriva l’esonero, il 15 novembre 2023. 5 mesi dopo il Napoli passa dall’essere quel Napoli a questo Napoli. Se lo scorso maggio vi avessero detto che alla 13ª giornata del campionato successivo il Napoli sarebbe stato di nuovo allenato da Mazzarri ci avreste creduto? De Laurentiis ha creato il giocattolo ma l’ha anche distrutto con le proprie mani. E oggi purtroppo al Napoli della passata stagione resta solo quello stemma del tricolore sulla maglia che, purtroppo, non sta assolutamente onorando. 

IL DERBY DI ROMA: raramente ricordo un derby così povero di contenuti come quello di domenica. Uno 0-0 triste fra due squadre tristi, che hanno pensato soprattutto a non farsi male. Ma i derby si giocano per vincere, non per non perdere. Purtroppo il derby di Roma è stato un orribile spot per il calcio italiano. E le parole di Mourinho nel posto gara sono emblematiche (“Per 15 giorni nessuno riderà, ma nemmeno piangerà”).

 

Termina qui la mia riflessione sulla 12ª giornata di Serie A. Adesso ci prenderemo qualche giorno di riposo, guarderemo le nazionali (forza Azzurri!) e poi fra due settimane ricominceremo a commentare ogni singola giornata di Serie A.
Già la prossima ci mette sul piatto tre grandi partite: Atalanta-Napoli, Milan-Fiorentina e, soprattutto, Juventus-Inter, la sfida al vertice. 
Non vediamo l’ora che riparta il campionato!