È passata una settimana dal malore accusato da Joe Barone in albergo prima di Atalanta-Fiorentina. Quella che doveva essere la più quotidiana e classica partita domenicale della Fiorentina si era trasformata in una giornata di dramma, di tragedia, di disperazione e di speranze. Una speranza che però è andata piano piano a spegnersi, cessando completamente con il comunicato del martedì successivo alle 15:34: Joe Barone, un uomo che avrebbe compiuto 58 anni il giorno successivo, non c’era più. Lascia la sua famiglia, il suo superiore e grande amico Rocco Commisso, la SUA Fiorentina e il SUO Viola park. 

Tutto quello che è capitato negli ultimi 7 giorni è frustrante, difficile e ingiusto. Tutto quello che è capitato nell’ultima settimana è doloroso, non ha spiegazione. Non capirò mai come sia possibile tutto questo. Un uomo che fino alla mattina precedente viveva la sua vita, il suo lavoro, la sua quotidianità e la sua famiglia con grande entusiasmo e spensieratezza, tutto d’un colpo non c’era più. Tutto questo fa parte dei più grandi e inspiegabili “perché” della vita, ma sarebbe anche uno dei motivi per cui bisognerebbe godersi tutto fino all’ultimo minuto. 

La domanda che ci poniamo tutti è: Che ricordo avremo di Joe?. Senza dubbio ricorderemo un uomo divisivo, che abbiamo contestato per alcune decisioni e rispettato per altre. Un uomo forte, a volte troppo duro e troppo sicuro delle proprie scelte e forse eccessivo in alcune vedute. Un uomo che io personalmente ho contestato fortemente per alcune visioni nell’ultimo periodo come normale che sia quando si parla di calcio (ricordiamolo sempre, si parla di calcio… il calcio è passione, ma pur sempre un gioco).
Ma nonostante ciò ho sempre visto e riconosciuto in Barone moltissime qualità: è stato un grande lavoratore che pensava 20 ore su 24 alla Fiorentina, un uomo onesto, serio e perfetto nella gestione politica ed economica del club. I molti dubbi sul lato sportivo e su alcune scelte non li cancello perché non sono un ipocrita (diciamolo chiaramente, sono stati commessi molti errori in chiave di mercato anche a causa della sua inesperienza) ma Joe Barone verrà ricordato per sempre nella storia della Fiorentina come un personaggio chiave sotto tutti i punti di vista. Il Viola Park è anche un suo capolavoro, ha lavorato tantissimo per portarlo a termine. La Fiorentina in 97 anni di vita non aveva mai avuto una infrastruttura di proprietà.
La Fiorentina è l’unica squadra in Italia ad effettuare i pagamenti nei tempi stabiliti e non ha debiti con nessuno. La ACF Fiorentina è una società modello, rispettata in tutto il mondo ed è un punto di riferimento per tutti.
Il lavoro di Joe Barone, uomo fedele di Rocco Commisso, è stato fondamentale. Un uomo divisivo, ma vero. La Fiorentina perde una figura fondamentale che pensava letteralmente a tutto e che, probabilmente, ha dato la propria vita per la causa viola. Non dimentichiamo quanti punti interrogativi c’erano intorno alla questione della restaurazione del Franchi, la Fiorentina fino a poco tempo fa non sapeva dove avrebbe giocato. Joe Barone ha lottato contro tutto e tutti per riuscire a far restare al Franchi la squadra anche durante i lavori. Alla fine c’è riuscito. Ha lavorato per i suoi tifosi, per la sua gente, per la sua curva, che l’ha riconosciuto come un “ultras” nella camera ardente di mercoledì scorso al Viola park. Ho avuto la possibilità di vedere tutto questo con i miei occhi ed è stata anche la prima volta che sono stato al Viola Park. Consiglio vivamente a tutti di visitarlo quando sarà possibile perché solo vedendolo dal vivo si capisce la grandezza, la bellezza e la perfezione di una infrastruttura straordinaria, la migliore di tutta Europa. E in ogni singolo mattone del centro sportivo, anzi, dell’impero della Fiorentina, c’è il lavoro di Joe Barone. 

La Fiorentina perde una figura chiave così come una famiglia perde un grande padre, un grande nonno e un grande marito.
E adesso? Adesso, sei anni dopo il dramma di Astori, Firenze si ritrova a vivere un’altra tragedia ma il messaggio di questi giorni è stato molto forte: restando tutti uniti anche questa volta potremo andare avanti e potremo ripartire più forte di prima, come avrebbe voluto Barone. 

Tutti i tifosi adesso dovranno restare vicini al presidente Rocco Commisso, distrutto emotivamente dall’accaduto, ma deciso nell’andare avanti nel ricordo di Joe, alla dirigenza (Prade’ e Burdisso saranno a capo dell’area sportiva, mentre Ferrari si occuperà della parte aziendale), alla squadra e all’allenatore.
C’è una stagione da terminare nel miglior modo possibile, adesso con uno stimolo in più. Biraghi è stato molto chiaro, bisognerà provare a realizzare quello che era il grande sogno di Joe e di tutta la Fiorentina (è molto facile capire quale sia…). 
Per il futuro c’è tempo, adesso conta solo il campo.

Joe, non sempre tu hai capito noi e non sempre noi abbiamo capito te, ma c’è stata una luce che ci ha fatto restare vicino in questi anni e che ci ha permesso di essere più simili di quanto si potesse pensare, parlo ovviamente dell’amore per la Fiorentina. Adesso sta a tutti noi far sì che questa luce di cui tu farai sempre parte possa continuare ad indirizzarci la strada da intraprendere. Noi la cavalcheremo con te e Davide dentro i nostri cuori.
Come ha sottolineato Italiano alla squadra giovedì scorso, noi correremo e vinceremo per te!

Sit tibi terra levis, Joe… firmato, un semplice tifoso della tua Fiorentina!
Buon viaggio direttore, sarai sempre uno di noi!
Testa alla partita con il Milan, Viola!
AVANTI FIORENTINA!